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Notiziario Marketpress di Lunedì 04 Ottobre 2004
 
   
  Pagina4  
  ICTUS: UN'INDAGINE ATTRAVERSO INTERNET PER CONOSCERLO MEGLIO  
   
  Milano, 4 ottobre 2004 - E partita in contemporanea in Europa e Nord America, un'indagine su internet ( www.Strokematters.com  )che si prefigge di valutare il grado di conoscenza dei cittadini sui sintomi e i rischi dell'ictus. I risultati saranno utilizzati per sensibilizzare i cittadini a riconoscere la malattia e ad agire tempestivamente, ad esempio rivolgendosi immediatamente alle strutture sanitarie in presenza di un sospetto attacco. "Nell'ictus ogni secondo conta ed è meglio partire in vantaggio," sintetizza Gianfranco Gensini, membro del Consiglio di Presidenza dell'Italian Stroke Forum, una Onlus composta da medici e pazienti interessati alla prevenzione e alla cura dell'ictus. "Italian Stroke Forum ha aderito con entusiasmo a questa indagine, perchè è proprio la difficoltà da parte dei cittadini nel riconoscere i sintomi dell'attacco, e di conseguenza il ritardo nel rivolgersi tempestivamente a un medico o a un ospedale, il nemico contro cui lottare. Un intervento medico immediato riuscirebbe, infatti, a limitare i rischi di danni al cervello o di recidive. Ecco perché una maggiore conoscenza e consapevolezza dei sintomi e dei comportamenti da adottare è fondamentale." L'indagine è condotta in collaborazione con le associazioni dei pazienti di Francia, Italia, Germania, Gran Bretagna, Canada e Usa, grazie a un contributo dell'azienda farmaceutica Astrazeneca. La partecipazione è libera a tutti. Basta compilare, in pochi minuti, il questionario disponibile anche in italiano sul sito www.Strokematters.com e raccontare la propria esperienza diretta o indiretta della malattia. "Cumulando i dati disponibili, - prosegue Gensini - ogni anno, negli Stati Uniti e in Europa Occidentale vi sono circa 2 milioni di nuovi casi di ictus. L'ictus (sia ischemico sia emorragico) è la causa del 27-30% annuo di tutte le morti in questi paesi e la maggioranza di questi ictus (circa l'85%) sono ischemici. In Italia si stima per il 2004 un'incidenza di oltre 194.000 nuovi ictus, di cui circa il 20% muore nel primo mese successivo all'evento e circa il 30% sopravvive con esiti gravemente invalidanti. Dopo l'evento acuto, infatti, le conseguenze dell'ictus possono persistere a lungo - per tutta la vita in molti casi -, con un costo importante tanto per il singolo individuo ed i suoi familiari, quanto per l'intera società." "Dato che la maggior parte dei pazienti sono anziani e considerando la relazione diretta tra l'età e l'incidenza di ictus, il rapido invecchiamento della popolazione dei paesi industrializzati porterà ad un numero sempre più elevato di pazienti che, nei prossimi decenni, richiederanno terapie acute e a lungo termine," ha concluso. "L'ictus ischemico, nella sua fase acuta, ha ancora una mortalità elevata - continua Augusto Zaninelli, anch'egli membro del Consiglio di Presidenza dell'Italian Stroke Forum - ma la gestione della malattia, anche in Italia, sta rapidamente cambiando sia perché sempre più frequentemente il paziente con ictus viene indirizzato verso strutture con elevata specializzazione (Stroke Unit o unità specializzate nel trattamento dell'ictus acuto), sia perché nella classe medica e anche nella popolazione sta aumentando la consapevolezza e l'importanza di un'adeguata prevenzione. Ci auguriamo che anche questa indagine possa contribuire a migliorare questa situazione."  
     
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