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Notiziario Marketpress di Lunedì 04 Ottobre 2004
 
   
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  DISFUNZIONI DEL FEGATO E DANNI NEUROLOGICI NEL NEONATO CONVEGNO INTERNAZIONALE ORGANIZZATO DAL CSF, CHE FARÀ IL PUNTO SULLA PREVENZIONE E LA CURA DI UNA GRAVE SINDROME NEONATALE PROVOCATA DA ECCESSO DI BILIRUBINA  
   
  Trieste, 4 ottobre 2004 - I più grandi esperti internazionali di malattie del fegato si sono trovati a Trieste l’1 e 2 ottobre per confrontarsi sull’avanzamento delle ricerche volte a prevenire le gravi conseguenze neurologiche indotte nei neonati da un eccesso di bilirubina nel sangue. La bilirubina, normalmente prodotta dal nostro fegato, non è infrequente che presenti concentrazioni superiori alla norma nei primi giorni di vita. Entro certi limiti, tuttavia, è causa solamente di quel fenomeno “benigno” comunemente noto come ittero neonatale, al quale la medicina pone rimedio con terapie di routine, come l’irraggiamento del bambino sotto apposite lampade. La situazione è ben diversa, invece, quando l’eccesso di bilirubina supera determinate soglie, provocando nel neonato il ben più grave Kernictero, una sindrome responsabile potenzialmente di gravi danni neurologici permanenti. Negli ultimi anni si è notato un incremento di questa patologia, che ha indotto il mondo scientifico a studiare sistemi che consentano una diagnosi precoce e una terapia adeguata. In particolare, i meccanismi molecolari del danno cerebrale da bilirubina sono oggetto di un’attiva ricerca in quanto la loro comprensione potrebbe portare allo sviluppo di una terapia che prevenga questa severa sindrome, che limita fortemente la qualità di vita dei bambini. Il meeting svoltosi nel Centro Congressi dell’Area a Padriciano è stato organizzato, in collaborazione con l’Associazione Europea per lo Studio del Fegato (Easl) e l’Università di Trieste, dal Centro Studi Fegato (leader a livello internazionale in questo campo di ricerca), dal Centro di Biomedicina Molecolare dell’Area Science Park e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Trieste. Il meeting ha dato la possibilità di confrontare i nuovi risultati della ricerca biomolecolare sul metabolismo della bilirubina e sulle applicazioni a livello del paziente. Come spiega il Prof. Claudio Tiribelli, co-direttore del corso assieme al Prof. J.d. Ostrow della University of Washington, Seattle, Usa, questo è un esempio concreto di medicina molecolare in cui scoperte fatte in laboratorio possono essere la base per decisioni diagnostiche e schemi terapeutici.  
     
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