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Notiziario Marketpress di
Lunedì 04 Ottobre 2004
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LA 43A EDIZIONE DI FIERAVICOLA ALL'INSEGNA DELL'INTERNAZIONALIZZAZIONE DAL 6 AL 9 OTTOBRE A FORLÌ IL PRODOTTO ITALIANO VA ALLA CONQUISTA DEI MERCATI EMERGENTI |
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Forli’ 4 ottobre 2004 - Fieravicola guarda ai mercati emergenti di Africa, Asia ed Europa dell’Est. Con una particolare attenzione per quello russo. Ma Fieravicola si interrogherà anche sul mercato interno, sull’evoluzione dei consumi di carne bianca e sulla competitività della filiera avicola italiana nel contesto globale. Saranno queste le tematiche al centro della 43a edizione della Mostra Internazionale delle Attività Avicunicole, in programma presso la Fiera di Forlì dal 6 al 9 ottobre prossimo. Una quattro giorni di incontri tra tutte le componenti della filiera, vetrina privilegiata dell’intero settore e del suo indotto: dagli allevatori ai produttori di mangimi e a quelli di incubatoi, dalle aziende specializzate nelle attrezzature per la macellazione e la confezione, a quelle che si occupano di tutela ambientale, dalle maggiori realtà nel settore delle uova a quelle della coniglicoltura. In tutto per la presenza di 240 aziende, in rappresentanza delle maggiori realtà produttive nazionali. Inoltre, a Fieravicola saranno presenti 300 espositori – allevatori di animali vivi di razza pura in seguito all’accordo con la F.i.a.v. Onlus e la Fiera di Forlì Spa. La rassegna sarà inaugurata mercoledì 6 ottobre alle ore 15.30 dal Sottosegretario al Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, On. Gianpaolo Dozzo, che concluderà il convegno sull’evoluzione dei consumi di carni avicole organizzato da Confcooperative e Avitalia. Il progetto di internazionalizzazione. Al centro di questa edizione di Fieravicola ci saranno le azioni di “internazionalizzazione”, nel progetto curato da Camera di Commercio di Forlì Cesena, Fiera di Forlì Spa, Ice (Istituto per il Commercio con l’estero) e Regione Emilia Romagna, con il contributo della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì e del Comune di Forlì e la partecipazione della Provincia di Forlì-cesena. L’iniziativa è nata quattro anni fa con la finalità di affiancare le imprese del settore nella ricerca di ulteriori possibilità di business nei mercati esteri e nelle diverse realtà geo-economiche, così come la globalizzazione dei mercati impone. Il progetto ad oggi ha visto l’organizzazione di numerose missioni in entrata e in uscita, la partecipazione alle principali rassegne fieristiche specializzate in Europa e nel Mediterraneo, la realizzazione di workshop di filiera e l’organizzazione di business meeting fra aziende italiane e straniere. Il tutto attraverso il coinvolgimento di circa 25 stati, disseminati tra Europa dell’Est, Nord Africa, Medio Oriente e Asia. Questa edizione di Fieravicola vedrà la presenza di operatori del settore provenienti dall’Algeria, Arabia Saudita, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Libia e Russia nell’ambito del progetto “Filiera Avicola 2004”. Inoltre, fuori da tale progetto, a conferma dell’importanza acquisita a livello internazionale da Fieravicola, sarà presente all’evento una delegazione di dodici operatori provenienti dall’India. Obiettivo delle delegazioni sarà quello di partecipare a incontri bilaterali, business meeting con le imprese italiane presenti alla rassegna. Durante Fieravicola, particolare attenzione sarà dedicata alla Russia: nel corso di un workshop dedicato a questo paese (giovedì 7 ottobre), saranno presentati i risultati di due ricerche di mercato realizzate nelle Regioni di Mosca e San Pietroburgo. Presente anche una folta delegazione di operatori russi che saranno poi a disposizione per incontrare le imprese italiane interessate a quell’importante mercato. A Fieravicola si parla di… A Fieravicola il settore si interroga sulle possibilità per il prodotto italiano, da sempre caratterizzato per la grande qualità e sicurezza, di conquistare nuovi mercati. Nel ricco programma convegnistico verranno presentati i risultati dell’osservatorio del Con.av. (Consorzio Nazionale Avicunicolo) sui consumi delle carni avicole nella grande distribuzione italiana e sulla realtà del sistema avicolo nella provincia di Forlì-cesena (mercoledì 6 ottobre). Organizzato dalla Regione Emilia Romagna e dalla Crpa (Centro Ricerche produzioni animali), è inoltre il convegno che approfondirà le tematiche di competitività della carne avicola italiana nel mercato globale raffrontando l’efficienza tecnica ed economica della filiera avicola italiana con i principali paesi concorrenti (giovedì 7 ottobre). Il ricco programma convegnistico fornirà l’occasione per un attento esame della situazione del comparto avicunicolo, anche da un punto di vista più scientifico: l’ormai consueto appuntamento della Società italiana di Patologia Aviare (giovedì 7 e venerdì 8 ottobre), il convegno organizzato dall’Ausl di Forlì sulle nuove frontiere in terapia avicola (venerdì 8 ottobre) e l’incontro sulle novità scientifiche nella coniglicoltura (sabato 9 ottobre). Si aggiunge alle iniziative messe in atto dalla Camera di Commercio di Forlì-cesena anche l’incontro dimostrativo, (8 Ottobre) organizzato in collaborazione con Meteora, la società che gestisce la Borsa Merci Telematica, e rivolto agli operatori del settore carni bianche e uova. Sarà questa un’opportunità per “toccare con mano” tutti i vantaggi che offre la contrattazione telematica. Il Distretto Avicolo della Romagna. 650 aziende, 81 milioni di capi allevati, 12.800 unità occupate (dati 2001/2002 fonte Cciaa Forlì-cesena). Sono i numeri del distretto avicolo dell’Emilia Romagna, tra i più importanti dell’intera penisola, capace di integrare tutte le fasi della filiera produttiva, ad eccezione della produzione genetica dei riproduttori e dei grandi impianti di macellazione. I numeri parlano di un’area con un’intensità di allevamento pari a 92 capi per ettaro (13 la media nazionale), e una produzione di 25 milioni di quintali di mangime (il 50% del quale destinato a mercati esterni al distretto). Altri numeri registrano 3,8 milioni di quintali di carne macellata, 980 milioni di uova destinate alla sgusciatura, 345 milioni di uova incubate e 751 milioni imballate per il consumo. Economicamente il distretto “vale” circa 1,38 miliardi di euro, 160 milioni dei quali derivanti da indotto e servizi. Il Pil creato dalle aziende avicole romagnole incide sul Pil complessivo romagnolo per il 6,2%.
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