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Notiziario Marketpress di Lunedì 04 Ottobre 2004
 
   
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  INDIVIDUATI DUE MECCANISMI LEGATI ALLO SVILUPPO DEI LINFOMI UNO STUDIO DI UN GRUPPO DI RICERCATORI HA INDIVIDUATO IN UN PAZIENTE AFFETTO DA LINFOMA E DA UNA RARA MALATTIA GENETICA DUE PROTEINE IMPLICATE NELLO SVILUPPO DEL TUMORE  
   
  Milano, 4 ottobre 2004 – Una ricerca dell’Istituto Scientifico Universitario San Raffaele di Milano, del Policlinico San Matteo di Pavia e dell’Università Amedeo Avogadro del Piemonte Orientale di Novara, pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica New England Journal of Medicine, ha identificato nel malfunzionamento di due proteine una delle possibili cause del linfoma, un tumore del sistema linfatico che in Italia causa la morte di circa 5000 persone all’anno. I ricercatori hanno individuato per la prima volta in un paziente di 27 anni affetto da linfoma e da sindrome linfoproliferativa autoimmune, una rara malattia genetica, due mutazioni genetiche indipendenti, causa del malfunzionamento di due proteine chiamate fas e perforina, fondamentali per l’attività del sistema immunitario. L’effetto combinato delle due mutazioni individuate dai ricercatori potrebbe quindi aver contribuito allo sviluppo del tumore. In condizioni normali la proteina Fas regola l’attività del sistema immunitario in modo tale che, una volta eliminate le cellule bersaglio, anche la reazione immunitaria si interrompa attraverso il “suicidio” dei linfociti attivati, denominato apoptosi; il malfunzionamento di Fas è responsabile della sindrome linfoproliferativa autoimmune, che provoca un ingrossamento di milza e linfonodi, legato all’accumulo di linfociti incapaci di andare incontro all’apoptosi, e una predisposizione all’insorgenza di infezioni e tumori. La perforina viene utilizzata dal sistema immunitario per distruggere le cellule infette o tumorali, forandone la superficie e provocandone la morte. Questo è il primo caso in cui si è evidenziato come un deficit di questa proteina sia coinvolto nell’insorgenza dei linfomi umani. Il doppio difetto potrebbe quindi essere all’origine da un lato dell’accumulo nei linfonodi di linfociti che il sistema immunitario non riesce più a controllare e che quindi possono trasformarsi in cellule tumorali, dall’altro di un deficit del sistema immunitario che non è più in grado di riconoscere le cellule tumorali e quindi di eliminarle. La scoperta, merito di un équipe di ricercatori guidata da Marco Bregni, responsabile dell'Unità di Ematologia e Trapianto di Midollo Osseo dell’Istituto Scientifico Universitario San Raffaele di Milano, e da Rita Clementi del Policlinico San Matteo di Pavia, oltre a dare un contributo alla comprensione dei meccanismi alla base di malattie genetiche rare, apre nuove prospettive nello studio dei tumori del sistema linfatico e dell’azione di controllo esercitata sul loro sviluppo dal sistema immunitario. “I meccanismi per cui il sistema fallisce nel suo compito di difesa da infezioni e tumori – commenta Bregni – non sono ancora chiari; in questo senso, lo studio di malattie in cui vi siano difetti di molecole indispensabili per la sua corretta funzionalità risulta particolarmente utile. Il caso che abbiamo studiato, ad esempio, ci ha permesso di evidenziare come due proteine del sistema immunitario, fas e perforina, se difettose, siano implicate contemporaneamente nello sviluppo dei linfomi”.  
     
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