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Notiziario Marketpress di Lunedì 04 Ottobre 2004
 
   
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  IL PORTOGALLO INTENDE PORTARE LA SCIENZA SUL MERCATO, INDICA IL SEGRETARIO DI STATO  
   
  Bruxelles, 4 ottobre 2004 - Mentre vari paesi europei s'interrogano su come meglio raggiungere gli obiettivi di competitività dell'Ue (ad esempio il 3% fissato a Barcellona), altri si sono già rassegnati all'idea che conseguire un così ambizioso risultato entro il 2010 resta al di fuori delle proprie possibilità. Il Portogallo rientra nel secondo gruppo; la sua maggiore preoccupazione, negli ultimi anni, è stata quella di modernizzare, con l'aiuto dei fondi strutturali dell'Ue, la sua economia e le sue infrastrutture, e non di creare una società basata sulla conoscenza globalmente competitiva. Vista la velocità alla quale le nuove aziende vengono create e le vecchie esportate, il Portogallo ha la possibilità, o forse meglio la necessità, di crescere rapidamente, a condizione naturalmente che siano soddisfatte le condizioni necessarie. Parlando alla conferenza annuale della Dean European Academic Network a Oporto, nel nord del paese, il segretario di Stato portoghese per la scienza e l'innovazione Pedro Sampaio Nunes si è detto convinto che a un certo punto l'Europa raggiungerà gli obiettivi di Lisbona stabiliti nel 2000, e ha affermato che la gente non dovrebbe preoccuparsi eccessivamente dell'attuale tasso di avanzamento. 'Nei primi cinque anni di applicazione della strategia ci si è concentrati troppo sulle Ti (Tecnologie dell'informazione) e troppo poco sulla creazione di un mercato unico della ricerca e di migliorare le infrastrutture di ricerca', pensa Nunes. Il segretario di Stato ammette che il Portogallo sta 'lottando' per l'obiettivo di Lisbona, con una spesa del paese per la ricerca che attualmente rappresenta lo 0,85% del Pil e che per i due terzi proviene da fonti pubbliche. 'Ma non dobbiamo però dimenticare che Lisbona non significa solo spendere soldi per la ricerca, l'Europa deve concentrarsi su tutti gli elementi della strategia e sulle aziende, in particolare le Pmi, che attualmente creano ricchezza e posti di lavoro'. La politica portoghese di ricerca e innovazione è strettamente legata alla strategia di Lisbona, segnala Nunes, con una particolare attenzione alla possibilità di portare la scienza sul mercato. Il segretario di Stato riconosce l'importanza dei fondi strutturali per il paese in generale, e sostiene che le strutture di ricerca del Portogallo dovrebbero essere riorganizzate per essere conformi ai programmi e alle fonti di finanziamento dell'Ue. Vista la dimensione contenuta del paese, Nunes non considera realistico tentare di competere in tutti i settori di ricerca e pensa che il Portogallo dovrebbe invece concentrarsi su alcune aree prioritarie (ad esempio le Ti e la biotecnologia). Invitato a giustificare le ragioni di una tale scelta, Nunes ha risposto che 'si tratta di settori più ricettivi all'innovazione rispetto alle industrie tradizionali, e il Portogallo ha la fortuna di disporre attualmente di alcuni eccellenti elementi'. Il tema della conferenza era ricerca, innovazione e trasferimento della conoscenza tra le università europee; Nunes ha quindi sottolineato che una delle maggiori sfide cui si confrontano gli istituti d'istruzione superiore è la necessità di aumentare gl'impegni e gl'investimenti privati nelle loro ricerche. 'Non pensate solo alle pubblicazioni!' ha chiesto ai rettori. Le università svolgono un ruolo fondamentale nel ciclo della conoscenza, afferma il segretario di Stato, come produttrici di nuova conoscenza, docenti di quella esistente, e protagoniste dell'innovazione e del trasferimento di conoscenza. Il Notiziario Cordis ha chiesto a Nunes che cosa fosse più necessario per poter migliorare i risultati innovativi delle università portoghesi, e il segretario ha risposto: 'Quello di cui abbiamo bisogno sono più legami tra università e industria, in modo da trasformare gli sforzi di ricerca in risultati produttivi'. Nunes ha chiesto perché, mentre l'Europa si sta chiaramente battendo per portare le sue ricerche sul mercato, la principale novità del Settimo programma quadro (7Pq) sembra andare in tutt'altra direzione, con maggiori investimenti dell'Ue nella ricerca di base via il Cer (Consiglio europeo della ricerca). 'Bisognerebbe concentrarsi sui legami tra ricerca e industria!', ha esclamato. Il segretario di Stato ha concluso ricordando ai partecipanti che la principale debolezza europea nel settore dell'innovazione non risiede nelle università, ma piuttosto al livello d'istruzione primaria e secondaria. 'E questo non è dovuto a una carenza d'investimenti, cosicché nel sistema deve esistere una debolezza fondamentale'. Le università debbono comunque partecipare attivamente, aiutando a incentivare una cultura più scientifica nella società in generale, ha concluso.  
     
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