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Notiziario Marketpress di Martedì 05 Ottobre 2004
 
   
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  PUÒ ESSERE PERICOLOSO IL NICHEL PRESENTE NELLE LEGHE DEI MONILI BUCA-PELLE UNI RICORDA CHE ANCHE I PIERCING DEVONO ESSERE “A NORMA”  
   
  Milano, 5 ottobre 2004 - A seguito della proposta di legge presentata dal deputato di An Antonio Mazzocchi affinché piercing, tatuaggi e trucco permanente siano applicati a minorenni solo previa autorizzazione dei genitori, l’Uni, Ente Nazionale Italiano di Unificazione, ricorda che oltre alle norme igieniche essenziali già indicate dal 1998 nelle linee guida del Consiglio Superiore della Sanità, è bene conoscere a quali rischi si espongono tutti coloro che adottano i monili buca-pelle, soprattutto quelli che non sono “a norma”. La norma europea Uni En 1810 stabilsce, infatti, che per evitare irritazioni cutanee o, peggio, lesioni all’epidermide, i piercing (burocraticamente descritti come oggetti metallici che vengono inseriti in parti perforate del corpo), devono avere una percentuale massima di nichel compresa fra lo 0,03% e lo 0,07%. Ciò a prescindere dal metallo-base utilizzato per realizzare il piercing, che può essere acciaio, alluminio, titanio, rame, argento o oro. Percentuali di nichel superiori a quelle stabilite dalla nuova norma europea nelle leghe, utilizzate normalmente per anelli, orecchini ed altri monili di metallo, sono ritenute particolarmente pericolose proprio per i piercing, perché questi monili che tanto piacciono soprattutto ai giovani, vengono messi in contatto con gli strati più profondi dell’epidermide, in certi casi in modo permanente. Perché sia “sicuro”, il piercing deve essere accompagnato dal resoconto di prova che, oltre alla descrizione della forma del monile e all’indicazione del metallo-base utilizzato, deve riportare il numero della norma Uni-cen di riferimento, il marchio chiaro ed indelebile del laboratorio che ha eseguito i test, il luogo in cui la prova è stata eseguita, e l’attestazione dell’esito positivo.  
     
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