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Notiziario Marketpress di Martedì 05 Ottobre 2004
 
   
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  BREVE CRONISTORIA DELLE TAPPE CHE HANNO PORTATO ALLA COSTITUZIONE DELLA “MICROFUSIONE EUROPEA SRL” FRA I SUOI CLIENTI: FERRAI, LAMBORGHINI, AGUSTA, MICROTENICA (INDUSTRIA SPAZIALE) CONFARTIGIANATO ALTO MILANESE E BCC CONTRIBUISCONO AL SALVATAGGIO E ALLA TRASFORMAZIONE DELL’AZIENDA  
   
  Legnano, 5 ottobre 2004 - Microfusione: Processo produttivo che permette di ottenere oggetti di metallo per mezzo della tecnica detta “a cera persa”. Il processo prevede la realizzazione di un modello geometricamente identico al particolare da produrre. Il modello, realizzato in cera, viene poi inglobato in un materiale del tutto simile al gesso, detto rivestimento, in grado di solidificare e di resistere alle alte temperature di fusione. Tramite riscaldamento la cera dei modelli viene completamente bruciata, ricavando quindi all’interno del rivestimento un’impronta in negativo. Lo stampo così prodotto viene cotto in modo da acquisire le caratteristiche fisiche tali da permettere al metallo fuso di penetrarvi senza produrre rotture. Questo procedimento richiede grande abilità tecnica: di fatto, è il più raffinato metodo di fusione oggi conosciuto, che non può prescindere da una consolidata e qualificata esperienza nel campo. Numero dipendenti interessati all’operazione: Quindici Clienti primari: Aziende automobilistiche di fama internazionale – Aziende aeronautiche – ecc.. Nel novembre del 2002 alcuni dipendenti dell’azienda “Rimoldi Microfusione” chiedono un intervento di Confartigianato Alto Milanese, finalizzato a trovare una soluzione positiva alla crisi indotta da quella in cui si dibatte la controllante di fatto dell’azienda, la Rimoldi Necchi S.p.a.. Questa richiesta di aiuto innesca una serie di incontri, inizialmente per valutare la possibilità d'intervento e successivamente, con un coinvolgimento sempre più stretto, per ricercare una soluzione al problema. Il nodo cruciale in questa fase è capire l'effettivo stato di salute dell'attività. Confartigianato Alto Milanese si impegna a verificare la situazione. Siamo nel marzo del 2003: entrati in possesso dei bilanci aziendali, si opera un’approfondita analisi dei dati contabili relativi agli anni 2000/2002: la Rimoldi Microfusione risulta in uno stato di “decozione” (prossima cioè al fallimento) a causa di una forte esposizione debitoria dovuta esclusivamente alla controllante. Al tempo stesso però l’azienda controllata, con una propria e ben definita fisionomia, risulta in grado di produrre da sé un reddito e di riposizionarsi adeguatamente sul mercato. Aprile/luglio 2003: si formulano le prime ipotesi di intervento. Si scartano alcune strade difficilmente percorribili, quali l’acquisto da parte di altri imprenditori artigiani, e prende forma la proposta, formulata ai dipendenti, di una acquisizione diretta della ditta, con la costituzione di una società a responsabilità limitata il cui capitale sociale sia interamente nelle mani dei dipendenti. Avuto un mandato di massima in tal senso, ha inizio una serie innumerevole di contatti con la proprietà, che inizialmente offre la disponibilità a cedere l’azienda, con i debiti e crediti connessi. L’ammontare dei debiti tuttavia blocca la possibilità di intraprendere tale strada e quindi Confartigianato Alto Milanese giunge a sconsigliare i dipendenti dal mettere in atto ipotesi di acquisto così formulate. La procedura per il fallimento avanza inesorabile e si assiste ad un tentativo di acquisizione da parte della consociata italiana di un Gruppo straniero, interessata di fatto al “magazzino stampi”. Al fine di scongiurare tale eventualità viene individuato un nuovo interlocutore che rappresentasse la proposta da noi formulata alla Proprietà stessa (Necchi S.p.a.). Il Presidente del Collegio Sindacale Dott. Romeo, particolarmente sensibile in tal senso, ottiene dalla Proprietà un Ok di massima su una proposta che prevede l’affitto dell’azienda per tre anni alla costituenda società formata dai dipendenti. Viene elaborato un business plan che viene sottoposto al mondo delle banche. La Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate aderisce all'iniziativa, incontrando i dipendenti e garantendo un sostegno finanziario all'investimento. Il Sindacato dei lavoratori viene tempestivamente informato circa gli sviluppi della vicenda. Anche il Patto Territoriale locale, in tutte le sue componenti ed espressioni, viene informato dell’iniziativa che si va intraprendendo, e fornisce pieno assenso all’operazione. La Provincia di Milano con una deliberazione del 31 marzo 2004 concorre a meglio capitalizzare la nuova società con un contributo di 37.500,00 Euro. Le vicende della Rimoldi Necchi (messa all'asta due volte), riportate ampiamente sulla stampa locale, non compromettono la realizzazione del progetto che il 25 marzo 2004 viene a concretizzarsi con la costituzione della Microfusione Europea S.r.l.. 3 agosto 2004: presso lo studio notarile Mezzanzanica di Legnano viene sottoscritto il contratto d'affitto d'azienda con effetto dal 6 settembre che, dopo circa due anni dall'inizio della vicenda, permette agli ex dipendenti di proseguire nel loro lavoro.  
     
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