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Notiziario Marketpress di Venerdì 08 Ottobre 2004
 
   
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  ASTOI: DA MEDIBIT LANCIAMO IL “GRAN TOUR DEL MEDITERRANEO” L’ITALIA È SEMPRE SUL PODIO DEGLI ARRIVI, MA CON IL BRONZO. DEI CIRCA 220 MILIONI DI TURISTI CHE CIRCOLANO OGNI ANNO PER IL MEDITERRANEO NE RICEVIAMO APPENA 33 MILIONI E MEZZO. LA FRANCIA MOLTO PIÙ DEL DOPPIO E LA SPAGNA CIRCA 52 MILIONI  
   
  I dati snocciolati da Alberto Corti direttore generale di Astoi, l’associazione dei tour operator italiani, durante il convegno “Mediterraneo, area di libero scambio turistico” nell’ambito di Medibit, la borsa del turismo mediterraneo di Palermo, il 1° ottobre, parlano chiaro e offrono un panorama su cui lavorare in cooperazione con tutti gli attori della filiera turistica per una migliore distribuzione dei flussi sull’area. Infatti, escludendo il turismo domestico (es. Italiani in Italia o marocchini in Marocco), ogni anno sono circa 220 milioni i visitatori da tutto il mondo che scelgono l’area mediterranea per le loro vacanze. Di questi solo il 20%, poco più di 44 milioni di persone, arriva dagli stessi Paesi che si affacciano sul Mediterraneo (es. Francesi in Turchia, italiani in Spagna ecc.), nemmeno il 10 %, poco più di 20 milioni, proviene da Paesi lontani come Stati Uniti, Russia o Giappone. La fetta più consistente, circa il 70%, pari a oltre 153 milioni di viaggiatori, proviene da Paesi immediatamente confinanti con quelli che si affacciano sul Mediterraneo. Considerando l’Europa come unica macroarea geografica, rientrano in questa suddivisione anche gli inglesi che si recano a Cipro o gli svizzeri che si recano in Spagna). Solo otto giorni gli americani Stupisce però la permanenza media del turista proveniente dai Paesi che si affacciano sul mare, che soggiorna in media solo quattro giorni, contro i sette dei turisti provenienti da Paesi confinanti con le nazioni bagnate dal Mediterraneo. Ma la vera sorpresa viene dai viaggiatori di lungo raggio, cioè in arrivo da Paesi lontani: mediamente soggiornano otto giorni, un valore molto basso considerando la vastità dell’area del Mediterraneo, il suo grande appeal turistico, la molteplicità delle proposte. Insomma, i turisti soggiornano più a lungo quando viaggiano nell’Europa continentale per il classico “Gran Tour d’Europa”. Le sorprese non finiscono Sul totale dei turisti che annualmente visitano i Paesi mediterranei, la Francia è la più gettonata con circa 75 milioni di turisti, di cui oltre 55 provenienti da Paesi confinanti con quelli che si affacciano sul mare e ben 8 milioni e mezzo provenienti da Paesi lontani. Il confronto con la Spagna, in seconda posizione, vede precipitare a tre milioni questo dato, mentre regge abbastanza bene con circa 40 milioni di persone il confronto degli arrivi dai Paesi confinanti con quelli che si affacciano sul Mediterraneo, e si attesta sugli stessi valori della Francia per gli arrivi dai Paesi costieri. I dati per il nostro Paese scendono in maniera considerevole: solo poco più di due milioni e mezzo di turisti arrivano da Paesi lontani, circa 23 milioni e mezzo provengono dai Paesi confinanti e quasi sette milioni dalle nazioni bagnate dal Mediterraneo. Sì, stiamo meglio di Grecia e Turchia, di Tunisia, Egitto, Croazia e Marocco (vedi tabelle allegate) ma forse si potrebbe deviare qualche flusso a vantaggio nostro. Un dato si rivela molto interessante per l’analisi di nuovi flussi turistici da ripartire sull’area ed è quello della Turchia che attualmente riceve circa il 10 per cento dei visitatori totali dei Paesi lontani: sono quelli provenienti dalla Russia e dai Paesi dell’Est, i nuovi viaggiatori su cui puntare. Nasce il Gran Tour del Mediterraneo? Come fare in modo che questo grande numero di turisti si sposti più agevolmente per il Mediterraneo, toccando più Paesi? Ed ecco l’idea di Corti: ideare un nuovo prodotto accessibile a un alto numero di persone sia nei costi sia nei tempi di permanenza, un circuito che potrebbe essere chiamato “Il Gran Tour del Mediterraneo”. Non solo sotto forma di crociera, bensì di viaggio con tratte aeree e soggiorni coordinati. Il problema dei collegamenti Ma a questo punto scatta il problema dei collegamenti. “Attualmente – rivela Corti – dal recente esame dei collegamenti sulla settimana dal 30 settembre al 4 ottobre, quindi ancora un periodo buono per i soggiorni mediterranei, per andare da Palma di Maiorca a Catania sono necessari tre voli diversi. Ed è paradossale, ma anche recarsi da Catania a Jerba in Tunisia, poche centinaia di chilometri, in assenza di voli charter, si devono prendere tre vettori diversi e calcolare quasi otto ore di viaggio. Non parliamo poi se un turista da Smirne vuole recarsi ad Alessandria d’Egitto: il calvario prevede quasi 17 ore di viaggio per arrivare alle quasi 20 del malcapitato che voglia partire da Jerba per Smirne.” Che fare? Corti lancia un’idea al responsabile Sud Italia di Alitalia Alessandro Amadeo. “Perché non studiare se è possibile coinvolgere una o più compagnie aeree per creare un pacchetto voli, un Visit Mediterraneo, con coupon a tariffa agevolata?” E un suggerimento a Andy Cooper, segretario generale dell’associazione internazionale dei tour operator Ifto: “Ci sarebbe interesse da parte della domanda turistica dell’Europa continentale (il più grande bacino attuale dell’area mediterranea) per circuiti che attraversino l’area stessa o comprendano due o più Paesi magari su sponde opposte del Mare Nostrum?” La soluzione nella rete Gli agenti di viaggio ricettivisti dell’Europa continentale sono abituati a scambiarsi informazioni e servizi nella costruzione degli itinerari dei gruppi di provenienza intercontinentale. Sembra invece che questo modus operandi non esista nel Mediterraneo: manca la capacità di fare rete tra agenti di viaggio dei diversi Paesi dell’area. E forse mancano anche progetti a supporto di iniziative di cooperazione fra Paesi mediterranei. Così si perdono quote di mercato. Nodi da sbrogliare non impossibili che Mario Bevacqua, rappresentante in Italia della Fuaav, Federazione Universale degli Agenti di Viaggio e Antonio Barreca, Responsabile di Federturismo a Bruxelles si prendono in carica.  
     
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