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Notiziario Marketpress di Lunedì 11 Ottobre 2004
 
   
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  DA GIOVEDI’ 21 OTTOBRE, PER IL FESTIVAL DEL MEDITERRANEO IL TEATRO DI BEIRUT CON MAAARCH AL TEATRO STUDIO  
   
  Milano, 11 ottobre 2004 - Giovedì 21 ottobre, al Teatro Studio, alle ore 20.30, la programmazione del Festival del Mediterraneo prosegue con uno degli spettacoli più interessanti, Maarch, ideato e diretto dal regista Issam Bou Khaled e prodotto dal Teatro di Beirut. Esponente di spicco della rinascita culturale libanese degli anni ’90, Issam Bou Khaled appartiene alla generazione di autori e registi che, in una fase di incertezza e fragilità del Paese, reduce dalla guerra civile che dal ’75 al ’90 lo ha scosso profondamente, ha creduto nei mezzi e nella funzione civile del teatro. Suoi punti di riferimento sono Kantor, Grotowski, ma anche Pina Bausch e Bob Wilson. Attualmente è direttore del Teatro di Beirut. Esito di un lavoro laboratoriale che ha coinvolto il regista e i suoi attori per lunghi mesi di preparazione, Maarch ha debuttato a Beirut lo scorso 14 febbraio, registrando il tutto esaurito per un mese. Lo spettacolo è uno spaccato amaro e cinico sulla stupidità e insensatezza di tutte le guerre: nove soldati in scena obbediscono a ordini espressi in lingue diverse - a loro volta parlano lingue incomprensibili, senza comunicare - non devono fare domande; devono solo obbedire e marciare verso nemici sconosciuti e battaglie senza scopo apparente. Sulla scena vuota pochi oggetti funzionali, tra cui una videocamera, testimone “apparentemente innocente” di tutte le azioni. Il movimento degli attori è continuo, sorta di “risposta” automatica agli ordini contrastanti e oscuri. Il tema del ruolo dell’informazione in contesti di guerra scorre parallelo alla centrale denuncia della guerra stessa, una denuncia che s’inscrive sotto il segno dell’ironia, di una comicità “fisica”, alla Buster Keaton. Dichiara Issam Bou Khaled: “L’ironia è un modo per prendere distanza dai fatti, per mostrare la stupidità non solo la violenza (le due cose sono collegate) della guerra, per denunciare la militarizzazione a oltranza, questo virus che non risparmia nulla e che i media non ci aiutano certo a vedere: le immagini che passano sul video sono esattamente quelle che i ‘padroni dell’informazione’ vogliono farci vedere”. Il lavoro di Issam Bou Khaled e del suo gruppo fa parte del progetto Shams, avviato nel 1999 per promuovere i talenti emergenti del panorama culturale libanese, e offrire un aiuto concreto per la realizzazione di produzioni artistiche multidisciplinari: teatro, mimo, danza, musica, ma anche cinema, video, performance multimediali. Fedele all’idea secondo la quale gli spettatori non devono essere soltanto “clienti-consumatori”, ma un “organo attivo di un corpo palpitante di vita”, Shams promuove regolarmente cicli di incontri, dibattiti e seminari in cui il pubblico è chiamato, non tanto ad assistere ,quanto a partecipare direttamente e attivamente. Infolink: www.Piccoloteatro.org  
     
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