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Notiziario Marketpress di Lunedì 11 Ottobre 2004
 
   
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  BRERA MAI VISTA: FRANCESCO MENZOCCHI PITTORE “RARO E MUTEVOLE” IL TRITTICO URBINATE DELLA DEPOSIZIONE, 1544  
   
  Milano, 11 ottobre 2004 - Il trittico dell’Oratorio della Confraternita di Santa Croce ad Urbino fu smembrato durante le requisizioni napoleoniche. La bella carpenteria dell’intagliatore Nicolò Ugolinucci da Cagli e le predelle rimasero sul posto, mentre le tre tavole principali entrarono a Brera, incorrendo da quel momento in una sfortuna critica durata per lungo tempo. L’elemento centrale fu destinato dal 1818 alla chiesa parrocchiale di Fagnano Olona e ritirato negli anni novanta del Novecento; i due laterali rimasero nei depositi e senza più memoria della loro provenienza furono attribuiti prima a scuola bresciana e poi al lodigiano Callisto Piazza. In occasione della mostra forlivese di Menzocchi del 2003 i tre dipinti sono stati ricongiunti e quello centrale è stato restaurato da Isabella Righetti e Francesca Maletto del Consorzio “L’officina” di Roma sotto la direzione di Matteo Ceriana, autore del catalogo-dossier di questa edizione di Brera mai vista, cui si deve la ricostruzione del complesso e della sua storia. Francesco Menzocchi (Forlì 1502-1574) nel quarto e nel quinto decennio del Cinquecento fu coinvolto in commissioni che ne attestano la reputazione non soltanto nelle Romagne e nello stato roveresco, dove era avvenuta la sua formazione presso Gerolamo Genga: l’intervento nel palazzo ducale di Pesaro e alla fine degli anni trenta l’impresa condivisa con Genga stesso, Dosso e Battista Dossi, Bronzino e Raffaellino del Colle della decorazione della villa Imperiale per Francesco Maria I Della Rovere, la collaborazione con Francesco Salviati e lo sfuggente Camillo Mantovano agli affreschi nella Sala di Psiche in Palazzo Grimani a Venezia fra il 1539 e il ’41, la presenza nella Sala Regia in Vaticano fra il 1542 e il ’45 e subito dopo la decorazione di due cappelle nel Santuario di Loreto. La fama presso i contemporanei è testimoniata anche dalle lusinghiere menzioni da parte di Paolo Pino e di Sabba Castiglione, che gli fece affrescare la propria sepoltura in Santa Maria Maddalena a Faenza, e da quella più fugace da parte di Vasari nella seconda edizione delle Vite. Dal Seicento la fortuna di Menzocchi si venne sempre di più restringendo a un ambito locale fino al recupero relativamente recente della sua figura attraverso una serie di contributi fra i quali quelli di Francesco Arcangeli, di Ferdinando Bologna, Philip Pouncey, Anna Colombi Ferretti, Matteo Ceriana e Stefano Tumidei, fino alla mostra monografica di Forlì Il trittico, commissionato nel 1543 e concluso verosimilmente l’anno seguente, è un’opera chiave nel percorso del maestro romagnolo. Nonostante il formato arcaizzante, voluto con tutta probabilità dai confratelli di Santa Croce e negato rappresentando il fatto evangelico in un’unica scena, si tratta di una delle opere più moderne di Francesco che, pur legato alle esperienze dell’Imperiale e del soggiorno in Veneto, vi appare impegnato in un serrato confronto con la cultura romana, evidente nella citazione della Deposizione Baglioni di Raffaello nel gruppo in primo piano e nei riferimenti a Perin del Vaga e a Francesco Salviati nell’incastro e nelle pose serpentinate delle figure. Dopo la stagione particolarmente felice cui appartiene il trittico urbinate, l’attività di Menzocchi continuerà ancora per molti anni nella città natale, con opere a destinazione principalmente religiosa. Pittore “raro e mutevole” come lo definì Ferdinando Bologna, allievo di Gerolamo Genga e maestro di Federico Barocci, Francesco Menzocchi è tornato a occupare accanto a questi un ruolo di primo piano negli sviluppi della pittura manierista fra la Romagna e il ducato roveresco. Il trittico della Deposizione di Francesco Menzocchi è esposto al posto della Pala Montefeltro di Piero della Francesca, visibile in Pinacoteca all'interno della mostra Fra Carnevale. Un artista rinascimentale da Filippo Lippi a Piero della Francesca. Milano, Pinacoteca di Brera, sala Xxiv 13 ottobre 2004 – 9 gennaio 2005  
     
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