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Notiziario Marketpress di
Lunedì 11 Ottobre 2004
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RADIO 1 RAI, IL MINISTRO GASPARRI AL COMUNICATTIVO DI IGOR RIGHETTI: “DA BAMBINO SOGNAVO DI FARE IL PILOTA DELLA FERRARI” |
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Roma, 11 ottobre 2004 - Il ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri si è raccontato al “Confessionale del Comunicattivo” di Igor Righetti venerdì 8 su Radio 1 Rai. Ecco un estratto dell’intervista. Lei ha due grandi passioni note: il giornalismo e la politica. Quale delle due è preponderante? Beh, la politica perché il giornalismo è sempre stato un giornalismo politico, militante. La politica è stata poi l’integrazione e la prosecuzione del giornalismo con altri mezzi. C’è una terza o magari una quarta passione? Un po’ lo sport come tutti gli italiani, seguire la Roma, la Ferrari anche se il tempo è poco. Poi, ovviamente, gli affetti familiari ma quelli li metterei in un capitolo a parte perché mia figlia ha un posto assolutamente prioritario rispetto alla politica, al giornalismo e a tutto il resto. Ministro, da bambino che cosa sognava di fare? Il pilota della Ferrari. Lei ha cominciato a fare politica da giovanissimo, negli anni Settanta, periodo in cui gli animi erano fortemente accesi e ricchi di partecipazione. Era più stimolato all’azione e al pensiero allora o oggi? Prima c’era più rischio, c’era una situazione molto più tesa. Oggi ci sono più responsabilità quindi spesso uno può avere pensieri che può tradurre in fatti e questa è una grande differenza. Prima era soltanto una testimonianza di ideali oggi uno pensa facciamo più larga banda e si fa, facciamo la televisione digitale terrestre e si realizza. È una cosa molto diversa, molto importante e, credo, con grandi responsabilità. Essere ministro delle Comunicazioni in un momento in cui è stato coniato lo slogan “comunicare è vivere” deve essere molto impegnativo. Che cosa fa quando vuole recuperare energie? Lavoro molto. Mi dedico in maniera notevole alle cose che deve fare e quindi, paradossalmente, recupero energie lavorando. Difficilmente ho bisogno di pause, poi arriverà un momento di stasi, basta che non venga tutto insieme. Hobby? Il tempo libero che ho lo dedico alla famiglia, quindi più che hobby lo definirei un ritagliare da un’attività politica molto intensa, che non lo è solo adesso in questa fase di governo ma lo è sempre stata, il tempo libero da dedicare alla famiglia e a mia figlia in particolare. Quindi faccio le cose che lei crescendo deve fare: andare a vedere i cartoni animati, giocare, accompagnarla a comprare libri per bambini. Per hobby in quanto tali resta tempo zero, qualche partita di calcio qualche volta. Non è un collezionista di francobolli? Ho ripreso questa attività perché l’avevo fatta, come tutti, da ragazzo e poi l’avevo abbandonata come spesso accade. Da ministro delle Comunicazioni, presiedendo la Giunta Filatelica che decide quali francobolli emettere ho anche ripreso un po’ il collezionismo anche perché, ovviamente, decido i francobolli insieme alla Consulta. Quale programma televisivo guarda? Vedo talk-show di politica generalmente, tornando a casa un po’ tardi e per deformazione professionale finisce la mia attenzione su questo tipo di programmi che vedo più per aggiornamento e per capire che cosa accade che non per una reale bellezza dei programmi stessi. Gasparri studente quale materia preferiva? Ho frequentato il liceo classico, quindi studi classici, l’italiano e la storia soprattutto. Ha rimpianti? No, rimpianti no. Ho vissuto la scuola in una condizione difficile perché c’era una discriminazione pesante nei confronti della destra. Una scuola, quella dove io andavo, molto ideologica, molto di sinistra quindi mi dispiace di aver studiato in un istituto in cui il clima era orribile. Sono anni che non rimpiango, sono contento che ci sia stata una violenza, una faziosità della sinistra che ho toccato con mano e che mi ha temprato: questa esperienza mi rende capace di affrontare situazioni difficili e impegnative con una discreta tempra. È più forte? Le è servita come esperienza? Beh sicuramente sì, anche se se ne poteva tranquillamente fare a meno. Ministro le capita di piangere? Francamente no. È successo per qualche lutto, per qualche dolore di qualche amico, per circostanze assolutamente particolari che talvolta capitano nella vita. Non si commuove neanche davanti a un film romantico? Sì qualche film mi commuove. Quando rivedo “La vita è meravigliosa”, il film di Frank Capra dove c’è quel tizio che guarda il mondo come sarebbe stato se lui non fosse mai nato, mi commuove. Il finale de “La vita è meravigliosa” lo potrei rivedere tutti i giorni e mi commuoverei, mi viene il groppo alla gola. Il momento della sua vita più felice? La nascita di mia figlia. L’oggetto che le è più caro? Musica e libri, le cose che tengo in casa mia e dalle quali non mi separerei. I libri li presta? No, perché poi non tornano mai indietro. Mi capitava, casomai, da ragazzo adesso sono diventato grande e nessuno francamente mi chiede un libro in prestito. Se poi qualcuno passando per casa si prende un libro ci devi mettere una croce sopra, non è prestato è un regalo allora se lo vuoi fare lo fai. Cosa canticchia il ministro Gasparri sotto la doccia? Ascolto musica italiana e quindi più che cantare ascolto. Preferisco i cantautori italiani Baglioni, tutta la grande produzione dell’autore Mogol che va da Battisti a Celentano. Uscirà tra qualche giorno un nuovo album di Celentano. Sarà un grande evento. Non le piace cantare o lo fa per rispetto nei confronti degli altri? In questi giorni è stato il compleanno di mia moglie e in una festa mi è capitato di cantare ma è avvenuto perché la cosa era assolutamente privata, in pubblico non posso cantare. Ho cantato una volta a “Ciao Darwin”, un programma televisivo, c’era una gara di politici contro elettori e ho cantato “Svalutation”, non è passata alla storia la mia interpretazione. Ma di solito che cosa canta? Musica italiana se mi capita ma canto poco, più che altro penso la musica, la ascolto e la ricanto. Che cosa le piace e che cosa non le piace del suo fisico? Beh sono un po’ curvo, ho gli occhi grossi, non sono certamente una bellezza di questo me ne rendo conto. Ma la bellezza è un canone relativo… Sì è relativo però, francamente, non mi sento una persona bella su questo non c’è dubbio. Non mi sento un bello sicuramente. Ministro ha un eroe a cui vorrebbe somigliare? Ci sono tanti eroi della storia che tutti abbiamo ammirato, da Garibaldi ad antichi condottieri romani. Un pilota, le parlavo prima delle corse della Formula uno. Ci sono stati personaggi dell’immaginario collettivo contemporaneo che appartengono più allo sport. Credo che ci siano tante figure che possano essere un modello, però poi alla fine uno deve cercare di essere umilmente se stesso e fare le cose che fa al meglio. Negli anni Cinquanta e Sessanta il pensiero di destra era vivace e creativo penso a giornali come Il Quotidiano o Il Borghese, a personaggi come Guareschi o Longanesi. E oggi ministro? Oggi credo che ci siano altre forme di creatività, Il Giornale è stata una grande palestra di intellettuali, scrittori, Il Foglio, L’indipendente, rinato recentemente con Giordano Bruno Guerri. C’è sicuramente una vivacità che si mantiene. Certo, Il Borghese e altri giornali si sono ritagliati un pezzo importante di spazio nella storia della cultura italiana. Auguriamo a quelli che sono giovani di fare lo stesso percorso. Di tanto in tanto le attribuiscono parentele inesistenti. Si diverte o si irrita? No mi irrito quando giornali di mascalzoni scrivono cose false. C’è gente, in questo Paese, che mente sapendo di mentire. Ci sono alcuni quotidiani di sinistra che sono una vergogna. Si parla di strumentalizzazione? Si parla di menzogna, deliberatamente ricercata. C’è gente che si sveglia la mattina per mentire. Alcuni purtroppo sono iscritti all’Ordine dei giornalisti, al quale sono iscritto come professionista dall’85, e dovrebbero essere presi a calci e cacciati via. Da quando ha la responsabilità di un ministero lei appare come un moderato. Si reprime? Dove va a urlare? Qualche volta mi sfogo con i miei collaboratori poi ho imparato ad affrontare delle prove di responsabilità. Una volta feci una telefonata in diretta, alla signora Bettarini. Che ricordiamo tutti… La moglie di un calciatore che è stato messo sotto inchiesta perché pare che avesse a che fare con vicende poco trasparenti, non mi ricordo come si chiama, Simona Bettarini credo si chiami. Poi non ho mai più fatto cose del genere perché non mischio le mie responsabilità con le imbecillità altrui. Qual è il suo rapporto con l’informazione? Di grande curiosità, consumo giornali, libri, internet, devo seguire tante cose. Però, soprattutto i giornali di casa sono una cosa da cui non mi posso separare, dico sempre “prima mia figlia poi i giornali al secondo posto, perché le rassegne stampa non ti danno l’idea della manualità del giornale, della collocazione di un titolo. Benché siamo in un’epoca di grande multimedialità e io abbia contribuito a introdurre l’umts, la televisione terrestre. Però, un bel giornale di carta da sfogliare è una cosa sempre inimitabile Nel panorama editoriale italiano ci sono più testate di destra o di sinistra? Sono quasi tutte orientate a sinistra, non c’è dubbio su questo. Eppure spesso si dice il contrario… Chi legge i giornali lo vede. Non ho comunque nulla da eccepire se la destra vuole più spazio o più giornali deve riuscire a crearli. Però la sinistra ha sicuramente una grande prevalenza nei contenuti della stampa, non c’è dubbio. Che cosa vorrebbe fare, ministro, che ancora non ha fatto? Sono una persona che si può ritenere soddisfatta, ho già raggiunto molti traguardi. Far parte del Parlamento da molti anni, far parte addirittura del Governo, avere un ruolo rappresentativo nella mia comunità politica di appartenenza sono risultati importanti. Quindi credo di avere raggiunto il massimo di quello che si possa raggiungere svolgendo un’attività come la mia. Sono una persona che ha anche molto combattuto, lottato, che non ha nemmeno inseguito un carrierismo. A volte mi disarmo quando sento gente che afferma “che cosa devo fare per far carriera politica”, non esiste un modulo da riempire, bisogna avere passione, idee e anche un di po’ autorevolezza e anche capacità di farsi ascoltare dagli altri perché, alla fine, ci sono delle doti che non si imparano, uno o ce le ha o non ce le ha. Il ministro Gasparri sogna? Di notte mai, non mi ricordo mai un sogno. Può darsi perché si dice che tutti sognamo ma non riesco mai a ricordarne uno. Tranne qualche volta il lavoro, le scadenze, queste cose che ti stressano ma allora più che di sogni si tratta di incubi. Di che cosa ha paura? Di nulla, perché alla fine abbiamo superato il deserto degli anni Settanta. Non vorrei far credere che io sia un presuntuoso ma abbiamo vissuto epoche difficili in cui i ragazzi venivano uccisi per le strade. Quando mi dicono “fanno ostruzionismo alla tua legge”, e figuriamoci un po’ che problema è, anzi erano delle paci perché la sinistra parlava inutilmente in Parlamento e io potevo rilassarmi un po’, tanto gli argomenti erano ripetuti in maniera ossessiva e non vera e io potevo, casomai, pensare a qualche altra cosa. Di che cosa ha nostalgia? Vorrei stare un po’ di più con la famiglia, con i genitori che invecchiano e che bisogna un po’ tenerseli cari finché ci sono. Mi dispiace un po’ di non avere sufficiente tempo anche se non trascuro mai la famiglia, né i miei genitori, né chiunque fa parte del nucleo familiare più ristretto e più allargato. Ministro vorrei chiudere questo confessionale con lei con una domanda: che cosa vorrebbe trovare dietro l’angolo? Mia figlia che sorride.
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