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Notiziario Marketpress di Martedì 12 Ottobre 2004
 
   
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  A “BERGAMO SCIENZA” IL CASO DELL'ENERGIA NUCLEARE  
   
  Bergamo, 12 ottobre 2004 - Oltre 800 persone hanno affollato la Sala convegni della Camera di Commercio di Bergamo in occasione dell’apertura della seconda giornata di Bergamo Scienza, la rassegna di divulgazione scientifica organizzata dall’Associazione Sinapsi, dall’Università di Bergamo e dall’Università Vita-salute San Raffaele di Milano. La grande affluenza di persone, giovani e meno giovani, ha costretto gli organizzatori ad aprire una nuova sala con collegamento in video conferenza. “La città sta rispondendo al nostro invito oltre ogni aspettativa.” - commenta Umberto Corrado, coordinatore del comitato organizzativo di Bergamo Scienza – “Stanno arrivando persone anche da altre città, segno che l’idea di proporre un evento di grande livello aldilà dei nostri confini si è dimostrata una scommessa vincente”. Oggi sono arrivati 60 ragazzi da un liceo scientifico di Siena, stanno visitando le mostre, parteciperanno ai convegno sulla clonazione e incontreranno uno dei padri della biologia cellulare, Kai Simons, arrivato dal Max Planck Institute di Dresda. All’incontro di stamane Ugo Spezia, segretario generale dell’Associazione Italiana Nucleare, ha presentato dati di grande interesse che danno le dimensioni del problema energetico a livello planetario. “La stima delle risorse petrolifere mondiali è di 1020 miliardi di barili che teoricamente sarebbero sufficienti a garantire approvvigionamenti per i prossimi 40 anni.” ha detto Spezia – “In realtà, secondo la Us Energy Information Administration, si prevede una crescita di domanda di greggio del 60% entro il 2020. L’insufficienza di petrolio già oggi provoca la crescita del costo dell’energia e il conseguente aumento dei costi di produzione che è tanto più forte nei paesi dove più bassa è la produzione nazionale.” “Non è vero che il nucleare è stato abbandonato” – ha poi aggiunto Spezia – “L’energia nucleare contribuisce alla produzione di elettricità per il 35% nell’Unione Europea, per il 25% nei paesi Ocse e per il 17% nel mondo. In Italia vengono prelevati dalla rete estera 6400 megawatt di elettricità, fatto che rende il nostro Paese dipendente dagli altri.” “Dopo l’incidente di Chernobyl, avvenuto nel 1986, la produzione del nucleare mondiale è passata da 249.688 Mwe (megawatt elettrici) a 358.661 Mwe con un incremento del 44%.” – ha detto Renato Angelo Ricci, presidente onorario della Società di Fisica, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Legnaro (Padova) – “Ad oggi l’85% dell’energia che produciamo viene dai combustibili fossili e se il trend attuale dovesse continuare entro il 2050 tale dato è destinato a raddoppiare. Inoltre, oltre a non essere rinnovabili, i combustibili fossili sono le fonti energetiche più inquinanti.” “L’obiettivo stabilito dal protocollo di Kyoto” – ha continuato Ricci – “è la riduzione dell’emissione di Co2 del 5% entro i prossimi 4-8 anni, mentre già ora si stanno superando i limiti del 4,5%. Se l’Italia volesse rispettare i limiti fissati dal protocollo dovrebbe ridurre del 5/6% le emissioni di Co2. In realtà oggi il nostro Paese già supera tali limiti del 6%.” “Discriminare il nucleare è masochistico” - ha quindi concluso Ricci – "non diciamo di eliminare le altri fonti di energia ma riteniamo sia indispensabile un utilizzo più adeguato e razionale del nucleare”.  
     
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