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Notiziario Marketpress di Martedì 12 Ottobre 2004
 
   
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  CONOSCERE PER PREVENIRE : NASCE "LINEA 65" PER OFFRIRE AGLI ANZIANI L'OPPORTUNITÀ DI INFORMARSI SUL VACCINO ANTIPNEUMOCOCCICO  
   
  Milano, 12 ottobre 2004 - Dal 10 - basta una telefonata all'199.444.155 per sapere tutto della vaccinazione antipneumococcica, un intervento di prevenzione che trova continue conferme, ma che in Italia è ancora troppo scarsamente utilizzato. Rivolta in primo luogo all'anziano, per il quale d'altra parte il vaccino risulta particolarmente utile, "Linea 65" nasce su iniziativa dell'A.n.p.as. (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze). Il servizio sarà attivo fino al 30 novembre 2004 ogni Lunedì, Mercoledì e Venerdì dalle 16.00 alle 20.00. "Si tratta di una linea telefonica dedicata alla quale l'anziano, o un suo familiare, potrà rivolgersi per ricevere informazioni sulla vaccinazione antipneumococcica, sulle sue indicazioni, sull'opportunità di consultare il proprio medico affinché valuti se eseguirla, magari in occasione della vaccinazione antinfluenzale, ma che fornisce anche indicazioni più pratiche, per esempio dove recarsi per effettuarla" spiega Luigi Bulleri Presidente dell'A.n.p.as. Un intervento che ha l'obiettivo di favorire la conoscenza e la diffusione della vaccinazione antipneucomoccica, il cui utilizzo si traduce nella tutela della salute della popolazione si sposa molto bene con la filosofia che ispira l'associazione. "A maggior ragione se si tratta come in questo caso della popolazione anziana visto che anche la nostra associazione può a pieno titolo essere definita "anziana" : quest'anno siamo infatti arrivati a spegnere le cento candeline". L'iniziativa cerca di rispondere a una carenza di informazione su questa vaccinazione. Pochi la conoscono infatti e ancora meno la fanno. I dati emersi da un'indagine condotta da Maha Ricerche in un campione della popolazione ultrasessantacinquenne lo dimostrano molto chiaramente: "Rispetto per esempio all'antinfluenzale, che non solo è largamente conosciuta, ma viene effettuata da oltre il 50 % degli intervistati, l'antipneumococcica è nota solo al 13 % della popolazione anziana - commenta Gregorio Pulcher Direttore di Maha Ricerche -. Analogamente, mentre il 59% promuove il livello di informazione sui vaccini in generale e ben l'86,5% considera adeguata quella sul vaccino antinfluenzale, solo il 5,5% reputa sufficiente l'informazione che viene fornita sul vaccino antipneumococcico. Ma emerge anche un desiderio di informazione che viene manifestato da circa i tre quarti degli intervistati". C'è molta strada da fare dunque, anche perché la scarsa conoscenza si traduce in un basso ricorso a un presidio la cui utilità è confermata da innumerevoli studi. "Solo il 23,1 % di coloro che avevano sentito in qualche modo parlare di questo vaccino lo hanno eseguito, nella maggior parte dei casi su indicazione del proprio medico" precisa Gregorio Pulcher. Tutto ciò nonostante le raccomandazioni degli esperti sull'utilità della vaccinazione antipneumococcica. Non sorprende dunque che nel nostro paese questa vaccinazione sia diffusa un po' a macchia di leopardo. "Ben venga un'iniziativa che si propone di migliorare la conoscenza di questo vaccino da parte della popolazione - commenta il professor Fabrizio Pregliasco, dell'Istituto di Virologia dell'Università di Milano -. A maggior ragione se ciò avviene in un momento come questo che precede l'appuntamento annuale con la campagna di vaccinazione antinfluenzale che, come emerge ancora una volta anche dagli studi più recenti, può essere tranquillamente associata alla antipneumococcica, in termini sia di efficacia, sia di sicurezza". E non è un caso che anche quest'anno dal Ministero della Salute arrivi un'indicazione all'impiego di entrambi i vaccini. Il loro utilizzo in associazione permette infatti di ridurre sensibilmente i ricoveri e di migliorare la sopravvivenza: una ricerca in cui sono stati seguiti oltre 100000 individui vaccinati ha permesso di dimostrare come l'utilizzo dei due vaccini in associazione consentisse di ottenere un calo del 32% dei ricoveri per influenza, del 22% di quelli per polmonite e del 54% di quelli per infezioni invasive da pneumococco, cui si accompagnava una riduzione del 45% della mortalità per polmonite, del 47 % di quella per Bpco e del 28% di quella per scompenso cardiaco. Con ovvi benefici per la popolazione e sensibile risparmio per la collettività. "Evitare infezioni invasive significa anche limitare l'utilizzo degli antibiotici e quindi di limitare il problema delle resistenze - aggiunge Pregliasco -. È importante tenere pronte delle armi efficaci che possano essere utilizzate al momento giusto, evitando il rischio di trovarsi, quando occorre, con un'arma spuntata". A differenza dell'antinfluenzale la vaccinazione antipneumococcica non richiede la ripetizione annuale dell'iniezione, dato che una dose garantisce una copertura di cinque anni. "Ciò significa che l'anziano potrebbe davvero cogliere l'occasione della campagna di vaccinazione antinfluenzale per vaccinarsi almeno una volta, considerando che è proprio colui che può trarne i maggiori benefici - ribadisce il virologo -, soprattutto per quanto riguarda la protezione nei confronti delle forme più impegnative".  
     
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