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Notiziario Marketpress di Giovedì 14 Ottobre 2004
 
   
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  LEYLA ZANA RICEVE L'OMAGGIO DEL PARLAMENTO EUROPEO  
   
  Bruxelles, 14 ottobre 2004 - Leyla Zana riceverà l'omaggio della Plenaria, dove si recherà con nove anni di ritardo. Prima donna curda eletta al parlamento turco, aveva vinto il Premio Sacharov nel 1995, ma non aveva potuto andare a ritirarlo, in quanto si trovava in carcere, a seguito di una condanna a 15 anni di carcere per appartenenza ad un'organizzazione illegale. Nel gennaio 1996 il premio era stato ritirato dal marito. Nata nel 1961 a Bahcekoyu, un villaggio del Kurdistan turco, a 14 anni era stata data in sposa ad un uomo di 34 anni, Mehdi Zana, un attivista dei diritti umani, più volte in carcere e poi liberato. Nel 1991 era stata eletta al parlamento turco nelle liste del partito Dep (partito filocurdo). Al giuramento si era presentata vestita dei colori della bandiera curda e aveva pronunciato delle parole in curdo, auspicando la fratellanza tra il popolo turco e quello curdo. L'immunità parlamentare l'aveva protetta, ma nel 1994 si era iscritta al neonato Partito democratico che era stato sciolto, mentre Leyla Zana era stata arrestata e condannata a 15 anni di carcere insieme a Orthan Dogan, Selim Sadak et Hatip Dicle. Dopo numerose pressioni internazionali e a seguito di una sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo sul processo, la Corte di sicurezza turca aveva riconfermato nel mese di aprile la condanna a 15 anni di detenzione. A giugno, invece, la Corte d'appello ha annullato la sentenza e ha fissato un nuovo processo a partire da luglio, rimettendo in libertà Leyla Zana e i gli altri tre detenuti, che saranno presenti in Aula. Il Parlamento europeo conferisce ogni anno il Premio Sacharov per «la libertà dello spirito». Il Premio rappresenta un riconoscimento per un'azione o un'opera eccezionale in uno dei settori seguenti: difesa dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, in particolare del diritto alla libertà di espressione; tutela dei diritti delle minoranze; rispetto del diritto internazionale; sviluppo della democrazia e affermazione del principio dello stato di diritto. I tre finalisti del Premio per quest'anno, che sarà consegnato nel corso della sessione plenaria di dicembre, sono: l'associazione bielorussa della stampa; Natalya Estemirova et Sergey Kovalev, militanti per i diritti umani in Russia; Ingrid Betancourt, deputata colombiana tuttora in mano alle Farc.  
     
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