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Notiziario Marketpress di Giovedì 14 Ottobre 2004
 
   
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  MONTE ROSSA, E’ OPERATIVA LA NUOVA CANTINA L’AZIENDA DI BORNATO PRODURRÀ SOLO FRANCIACORTA NELL’INNOVATIVA STRUTTURA  
   
  Inaugurata con l’ultima vendemmia la nuova cantina di Monte Rossa, costata due anni di lavori e un considerevole investimento economico. Si tratta di una struttura avveniristica, pensata appositamente per il Franciacorta: l’azienda di Bornato, tra le prime sul territorio a specializzarsi nel metodo classico, non produrrà più vini fermi, Curtefranca bianco e rosso, scegliendo con decisione la strada delle bollicine. “Ritengo giusto concentrarmi sul Franciacorta, vino-simbolo del territorio”, racconta Emanuele Rabotti, patron di Monte Rossa, “e per fare questo ho voluto creare una cantina unica, ispirata alle aziende del vino più moderne del mondo, visitate negli ultimi anni per apprendere i segreti dell’eccellenza”. Strutturata per essere utilizzata 24 ore su 24, la nuova cantina, che sorge vicino alla storica residenza di famiglia, può accogliere 800 quintali d’uva al giorno. Chardonnay, Pinot bianco e Pinot nero, provenienti dai cinquanta ettari governati direttamente, arrivano in azienda in cassette e sono custoditi in una sala climatizzata alla temperatura costante di 18 gradi, in attesa della spremitura. Dopo la cernita manuale, le uve passano sul nastro trasportatore, che le dirige alle presse sopraelevate, spremitrici Coquard orizzontali inclinate, un’esclusiva Monte Rossa per l’Italia, che operano una pressatura soffice dei grappoli. Il mosto fiore, pari al 70 per cento, arriva per caduta, tramite tubazioni, alle vasche di chiarifica e in seguito ai fusti di rovere da 500 litri, dove avviene la fermentazione. Tutti i vini base Franciacorta di Monte Rossa sono fermentati in legno, capace di conferire personalità e “rotondità” a quello che, dopo la lunga rifermentazione in bottiglia, diventerà il “re” delle bollicine italiane. All’interno della struttura non passa inosservato l’enolift, un originale “ascensore del vino” che sfrutta il principio dei vasi comunicanti. Questa particolare vasca può essere movimentata verticalmente sui tre livelli della cantina, evitando l’impiego di pompe. E’ noto che i dispositivi di pompaggio abbiamo pesanti controindicazioni: il vino è “scaldato”, subisce uno shock meccanico ed è pesantemente attaccato dai batteri, ai quali, come qualsiasi alimento, è sensibilissimo. Anche la sala delle botticelle presenta un’interessante innovazione: tutti i piccoli fusti di rovere sono collocati su speciali appoggi metallici che permettono di eseguire il “batonnage” semplicemente inclinando con una leggera pressione il recipiente. In questo modo, l’operazione di “rimescolamento” dei lieviti naturali, tanto utili alla “grassezza” del vino, può essere effettuata senza l’apertura del contenitore, riducendo sensibilmente il contatto con l’aria. All’esterno della cantina, sul piazzale che offre una vista magnifica delle colline fino al parco naturale delle torbiere, verrà a breve sistemata una cuve da mille ettolitri, necessaria per l’assemblaggio delle basi Franciacorta nel corso della primavera seguente alla vendemmia. “Questa nuova cantina multi-livello sfrutta la sapienza del passato, rivisitata in chiave moderna, e ci permette di lavorare in modo efficiente e razionale, curando nel dettaglio ogni aspetto produttivo”, dice Emanuele Rabotti, che continua: “Nonostante la notevole capienza, non intendiamo aumentare in modo sostanziale la produzione annua dei nostri Franciacorta, attualmente intorno alle 250 mila bottiglie”. Bollicine che, nel caso del Cabochon millesimato, hanno conquistato l’empireo - migliori d’Italia per Gambero Rosso e Slow Food nella Guida vini 2004 - anche se, confessa Rabotti “tutto il nostro impegno in realtà si concentra sulla Prima Cuvée, il nostro Brut senza annata”.  
     
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