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Notiziario Marketpress di
Martedì 10 Febbraio 2004
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LA COMMISSIONE EUROPEA CHIEDE L'ABOLIZIONE DELLE RESTRIZIONI DELLA CONCORRENZA INGIUSTIFICATE NEI SERVIZI PROFESSIONALI. |
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Bruxelles, 10 febbraio 2004 - La Commissione europea chiede agli Stati membri, ai liberi professionisti e agli ordini professionali di riformare o eliminare la fissazione dei prezzi e le altre restrizioni che impediscono la concorrenza, in particolare per categorie professionali quali gli avvocati e gli architetti, ad eccezione di quando esse siano chiaramente giustificate da motivi di interesse pubblico. Il commissario Mario Monti ha dichiarato: "Il settore dei servizi è il principale motore di crescita dell'Unione europea e i servizi professionali forniscono un importante contributo a tale settore. L'alleggerimento della regolamentazione permetterebbe di offrire servizi più competitivi alle imprese e ai consumatori e quindi contribuirebbe a far crescere la competitività dell'Europa in linea con l'agenda di Lisbona". In una relazione sulla concorrenza nei servizi professionali adottata oggi la Commissione ha concluso che per la maggior parte delle restrizioni è opportuno intervenire a livello nazionale poiché la loro portata è per lo più nazionale. Tale approccio è anche in linea con l'applicazione decentrata delle regole di concorrenza prevista a partire dal 1° maggio. Attraverso la rete europea della concorrenza la Commissione vigilerà sul lavoro delle autorità nazionali garanti della concorrenza ma continuerà ad intervenire per le violazioni che non possono essere trattate a livello nazionale. Attraverso vaste ricerche sulla situazione della concorrenza nelle professioni degli avvocati, notai, contabili, architetti, ingegneri e farmacisti(1) la Commissione europea è giunta alla conclusione che l'esistenza di restrizioni dei prezzi e della pubblicità e di limitazioni di altro genere impedisce che l'economia e i consumatori in particolare beneficino dei vantaggi della concorrenza. Dato che tali restrizioni hanno soprattutto portata nazionale, la relazione adottata oggi dalla Commissione(2) chiede ai governi nazionali, alle autorità di concorrenza e alle stesse organizzazioni professionali di sottoporre a riforma tali restrizioni o di eliminarle se non sono debitamente giustificate. Tale approccio è in linea con l'entrata in vigore, prevista per il mese di maggio, di nuove regole che decentralizzano l'applicazione delle norme antitrust dell'Ue, attribuendo alle autorità nazionali garanti della concorrenza e agli organi giurisdizionali nazionali un ruolo più importante nella valutazione delle norme e delle regole delle professioni (regolamento n. 1/2003 concernente l'applicazione delle regole di concorrenza di cui agli articoli 81 e 82 del trattato). La Commissione continuerà a svolgere un ruolo essenziale del nuovo sistema garantendo l'applicazione coerente della normativa di concorrenza nella rete europea della concorrenza e svolgendo quando necessario le proprie indagini su scala più ampia. I servizi costituiscono il principale motore di crescita dell'Ue e rappresentano il 54% del Pil e il 67% dell'occupazione, secondo dati forniti da Eurostat. Le libere professioni svolgono un ruolo importante in tale settore e il permanere di restrizioni rallenta la produttività e la crescita(3). Le restrizioni sono ancora numerose Da un accurato esame svolto dalla Commissione lo scorso anno è emerso che le restrizioni sono ancora numerose e spesso non hanno giustificazioni oggettive. In Italia e Germania continuano ad esistere prezzi minimi per le attività di architetti, ingegneri e avvocati, accompagnati in alcuni casi da prezzi massimi. L'esperienza dei paesi che hanno eliminato la regolamentazione dei prezzi, la Francia per quanto riguarda i servizi legali e il Regno Unito per i servizi di registrazione dei passaggi di proprietà e per i servizi offerti dagli architetti, ha dimostrato che il controllo dei prezzi non è uno strumento essenziale per garantire standard qualitativi elevati. Alcuni paesi inoltre continuano a proibire ai liberi professionisti di pubblicizzare i loro servizi cosicché per i consumatori la ricerca della qualità e dei prezzi più adatti alle loro esigenze diventa più difficile e più costosa. È il caso dei revisori dei conti (Francia, Lussemburgo Spagna e Portogallo) o dei notai (Francia, Italia, Spagna e Grecia). Queste ed altre professioni sono anche soggette a notevoli limitazioni per quanto riguarda la pubblicità in altri paesi. Altre restrizioni meno visibili riguardano l'accesso alle professioni stesse e si presentano sotto forma di regolamentazioni eccessive per quanto riguarda le licenze o di limitazioni basate su criteri demografici e geografici imposte ad esempio per i farmacisti e i notai in alcuni paesi. Alcuni rappresentanti delle professioni sostengono talvolta che la regolamentazione restrittiva protegge i consumatori. La Commissione teme che il solo effetto sia di proteggere le professioni stesse da una salutare concorrenza e intende studiare insieme alle associazioni di consumatori quali siano le maniere alternative per aiutare i consumatori a trovare i servizi che desiderano e a valutarne la qualità. La Commissione riconosce che una regolamentazione può essere necessaria, ad esempio per impedire la pubblicità ingannevole, la costruzione di edifici di cattiva qualità o una revisione contabile non accurata. Le restrizioni, tuttavia, devono essere esaminate con molta attenzione per valutare se un obiettivo legittimo di interesse pubblico non possa essere conseguito con mezzi meno restrittivi della concorrenza. La discussione è aperta L'esercizio avviato dalla Commissione nel gennaio 2003 con la pubblicazione di uno studio commissionato all'Istituto per gli studi superiori di Vienna ha già avviato un dibattito in Germania ed Italia. Le autorità garanti della concorrenza di Danimarca, Irlanda, Paesi Bassi, Finlandia e Regno Unito hanno inoltre già adottato o stanno adottando un programma generale di azione per riformare il settore. Quasi tutte le autorità garanti della concorrenza hanno ricevuto notificazioni o denunce. La giurisprudenza recente della Corte di giustizia europea ha inoltre fornito un orientamento per quanto riguarda la compatibilità di alcune pratiche con le regole di concorrenza europee. In particolare in una causa che vedeva l'autorità italiana garante della concorrenza opposta al consorzio italiano di imprese produttrici di fiammiferi la Corte europea ha stabilito che le autorità di concorrenza nazionali hanno l'obbligo di porre termine a una condotta contraria alla concorrenza anche se tale condotta è prescritta o facilitata da misure o leggi dello Stato. La Commissione presenterà una relazione nel 2005 sui progressi conseguiti nell'eliminazione di regole restrittive e ingiustificate nelle libere professioni. Nel frattempo essa continuerà a svolgere un ruolo attivo opponendosi a tali restrizioni quando sarà necessario, verificando le opinioni dei liberi professionisti e dei consumatori, collaborando con le autorità nazionali ed estendendo la sua attività di promozione della concorrenza e di accertamento dei fatti ai 10 nuovi Stati membri. Infolink: http://europa.Eu.int/comm/competition/liberalization/conference/libprofconference.html
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