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Notiziario Marketpress di Lunedì 25 Ottobre 2004
 
   
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  CERTIFICAZIONE INFORMATICA IN ITALIA: NON PIU’SOLO PATENTE EUROPEA  
   
  Milano, 25 ottobre 2004 - In Italia, l’Eurispes stima che dal 2000 fino al 2003 almeno 500mila persone hanno conseguito una certificazione relativa alle loro conoscenze informatiche. È questo uno degli aspetti significativi che emerge dal Rapporto Eurispes sulla Certificazione della Formazione informatica in Italia, che è stato presentato nell’ambito di Smau 2004, presso la Fiera di Milano, (Salone Ambasciatori, Palazzo Cisi, 2°Piano – Iii Salone). Hanno presentato il Rapporto: il prof. Gian Maria Fara , Presidente dell’Eurispes, il prof. Italo Saverio Trento, Direttore dell’Eurispes, il dott. Domenico Repetto, coordiantore del Rapporto, la dr.Ssa Maria Pia Caruso, Dirigente Servizio Relazioni Esterne dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ed, infine, il prof. Daniele Barca del Miur. Il Rapporto mette in luce che in Italia occorre maggiore chiarezza nell’ambito della formazione informatica, per quanto attiene al valore delle certificazioni erogate dai diversi soggetti che operano in questo particolare mercato. Infatti, dal 1999 nel nostro Paese grazie alla diffusione della Patente Europea del Computer si è ormai radicata nell’opinone pubblica la conoscenza dell’esistenza di criteri di certificazione riconosciuti validi anche all’atto delle selezioni per l’accesso al pubblico impiego. Tuttavia la Patente Europea non rappresenta la sola certificazione delle conoscenze di base, così come affermato dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e dal Tar del Lazio. La formazione informatica certificata. Per poter accedere alla società dell’informazione, all’eEurope delineata nei programmi di azione comunitari, occorre mettere i cittadini nelle condizioni di apprendere l’uso del computer in una fase ancora anteriore a quella che caratterizza l’eLearning. In pratica, occorre apprendere la conoscenza dei software alla base del funzionamento pratico dei personal computer, software che rappresentano gli strumenti applicativi la cui conoscenza è richiesta dalle imprese e dalle Pubbliche amministrazioni all’atto della selezione del personale. Non solo: la conoscenza dell’uso del computer deve, spesso ma non sempre, essere certificata, soprattutto quando tale conoscenza è richiesta per accedere ad un concorso presso una Pubblica amministrazione. Infatti, l’articolo 37 (“Accertamento delle conoscenze informatiche e di lingue straniere nei concorsi pubblici”) del decreto legislativo n.165/2001 prevede che a partire dal 1° gennaio 2000, per gli aspiranti ad un posto pubblico, è necessario l’accertamento delle competenze informatiche più diffuse. L’emanazione di questa norma rappresenta l’avvio ufficiale del mercato delle certificazioni informatiche nel nostro Paese. Le certificazioni informatiche in Italia: l’Ecdl. La International/european Computer Driving License (Ecdl in Europa e Icdl nel resto del mondo), meglio conosciuta come Patente europea, ha assunto nel linguaggio comune il significato di certificazione informatica per antonomasia. Unica licenziataria in Italia per il rilascio della certificazione dello standard Ecdl e dell’accreditamento dei soggetti (privati o pubblici) idonei alla organizzazione delle prove per il conseguimento della certificazione è l’Aica (Associazione Italiana per l’Informatica), un’associazione senza scopo di lucro istituita nel 1961. Le certificazioni informatiche in Italia: Microsoft Office Specialist, l’Ic3 e Bulats. In Italia il distributore unico dei programmi di formazione e certificazione Microsoft Office Specialist & Ic3 è la società Tesi Automazione srl, con sede a Catania. Le certificazioni Microsoft in Italia erogate da Tesi Automazione Valori assoluti
Esami sostenuti Nord Centro Sud Totale
Anno 2000 168 197 260 625
Anno 2001 1.420 1.153 2.152 4.725
Anno 2002 1.443 4.895 16.317 22.655
Anno 2003 1.752 6.162 55.126 63.040
Totale 4.783 12.407 73.855 91.045
Candidati che hanno sostenuto almeno un esame Nord Centro Sud Totale
Anno 2000 108 136 169 413
Anno 2001 643 557 1.147 2.347
Anno 2002 573 1.824 5.625 8.022
Anno 2003 767 2.465 18.126 21.358
Totale 2.091 4.982 25.067 32.140
Candidati certificati Nord Centro Sud Totale
Anno 2000 89 103 118 310
Anno 2001 545 493 1.030 2.068
Anno 2002 483 1.708 5.365 7.556
Anno 2003 426 1.944 14.775 17.145
Totale 1.543 4.248 21.288 27.079
Intervalli di età dei candidati (anno 2003) Numero candidati
Da 0 a 21 1.598
Da 22 a 35 18.229
Da 36 in poi 1.531
Totale 21.358
Fonte: Certiport Inc. (Usa). Quanto siamo informatizzati in Italia? Una lente di ingrandimento sulle nostre scuole. Negli ultimi anni sono state numerose le iniziative che il nostro Paese ha intrapreso per superare il ritardo accumulato nello sviluppo della dotazione infrastrutturale e dell’alfabetizzazione digitale. Il Programma di Sviluppo delle Tecnologie Didattiche 1997-2000 rappresenta una tappa importante della strategia italiana e fissa tre obiettivi prioritari: la promozione della padronanza della multimedialità tra gli studenti, intesa sia come capacità di usare i nuovi strumenti, sia come adozione di nuovi stili cognitivi nello studio e nella comunicazione; il miglioramento dei processi di insegnamento-apprendimento e dell’organizzazione della didattica; l’aumento della professionalità degli insegnanti. Al fine di tener conto e di rispondere adeguatamente alle diverse esigenze delle istituzioni scolastiche – caratterizzate, ad esempio, da differenti livelli di motivazione e di preparazione o dotazione informatica – il programma di sviluppo è stato articolato su macro-categorie di progetti, ognuna caratterizzata da propri obiettivi, risorse e modalità organizzative. Per garantire una strategia unitaria ai diversi progetti promossi sul territorio nazionale e fissare alcuni standard comuni, il programma è stato attuato attraverso i progetti “pilota”, promossi dal Ministero dell’Istruzione e dalle direzioni didattiche, insieme o singolarmente. La formazione degli insegnanti e le risorse tecnologiche nelle scuole italiane. Il primo passo è rappresentato, ovviamente, dall’aggiornamento degli insegnanti oggetto di un Piano nazionale di formazione degli insegnanti sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, che costituisce la prosecuzione dell’intervento previsto nel Piano di sviluppo delle nuove tecnologie 1997-2000. Sono previsti tre percorsi formativi: il primo, di livello base, rivolto a docenti con scarsa o nessuna competenza informatica; il secondo che mira al coordinamento e all’orientamento nell’uso delle risorse tecnologiche e multimediali nella didattica; e il terzo, finalizzato a formare responsabili delle infrastrutture tecnologiche delle scuole o reti di scuole. Il budget previsto è di 66 milioni di euro. Nella tabella seguente sono riportati nel dettaglio i finanziamenti erogati per singola regione e tipo di percorso formativo previsto. Finaziamenti per il Piano nazionale di formazione insegnanti sulle tecnologie informatiche, per regione
Regioni Finanziamenti stanziati (in euro) Totale docenti da formare
Percorso 1 Percorso 2 Percorso 3
Abruzzo 1.655.057 3.997 337 112
Basilicata 983.850 2.331 198 66
Calabria 3.362.134 8.139 687 229
Campania 8.495.200 21.029 1.774 591
Emilia Romagna 3.533.082 8.702 734 245
Friuli V.giulia 1.171.841 2.962 250 83
Lazio 5.989.454 14.659 1.237 412
Liguria 1.423.872 3.466 292 97
Lombardia 8.458.015 20.774 1.753 584
Marche 1.694.495 4.203 355 188
Molise 470.492 1.070 90 30
Piemonte 4.250.440 10.321 871 290
Puglia 5.524.023 13.470 1.137 379
Sardegna 2.368.988 5.535 467 156
Sicilia 7.124.006 17.396 1.468 489
Toscana 3.432.889 8.564 722 241
Umbria 977.136 2.350 198 67
Veneto 4.497.823 11.033 931 310
Italia 65.331798 160.000 13.500 4.500
Fonte: Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Per quanto riguarda, invece, le azioni di monitoraggio del grado di sviluppo delle tecnologie informatiche, nel mese di settembre del 2004 il Miur ha pubblicato un’indagine sulle risorse tecnologiche nella scuola. Un dato utile a “misurare” il livello di tecnologia informatica presente nelle scuole è il numero dei computer a disposizione, con la precisazione che sono stati censiti solo i computer più recenti, in grado di supportare programmi multimediali. A livello nazionale, il rapporto medio di studenti per computer è di 10,9. In particolare, la situazione che risulta essere più svantaggiata si registra nelle Marche con un rapporto studenti/computer di 7,8, seguita dalla Basilicata (8). Mentre un rapporto migliore, anche rispetto a quella che la media nazionale, si registra in Campania e nel Lazio. Rapporto studenti/computer, per regione Anno 2004
Regioni Totale studenti(*) Rapporto studenti/computer
Abruzzo 136.231 10,1
Basilicata 70.128 8,0
Calabria 253.223 10,2
Campania 815.272 16,1
Emilia Romagna 340.668 9,0
Friuli Ven. G. 101.422 8.4
Lazio 534.860 13,5
Liguria 132.893 11,4
Lombardia 772.089 10.4
Marche 148.481 7,8
Molise 36.423 8,9
Piemonte 324.621 9,2
Puglia 549.136 13,1
Sardegna 179.668 9,1
Sicilia 622.022 11,3
Toscana 307.545 9,9
Umbria 87.816 9,2
Veneto 433.806 9,6
Totale 5.846.304 10,9
(*)Il dato è la somma degli alunni delle scuole elemantari e di 1° e 2° grado. Fonte: Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. L’indagine evidenzia come, dal punto di vista geografico rispetto alla rilevazione svolta nel 2001, la distribuzione sia oggi più omogenea: nel 2001 il rapporto studenti/computer nelle regioni del Mezzogiorno era i 1 a 33, mentre oggi è di 1 a 12,4. Rapporto studenti/computer. Regioni del Sud Anno 2004
Regioni Totale studenti(*) Numero computer Rapporto studenti/computer
Basilicata 70.128 8.773 8,0
Calabria 253.223 24.915 10,2
Campania 815.272 50.547 16,1
Puglia 549.136 42.338 13,1
Sardegna 179.668 19.890 9,1
Sicilia 622.022 55.245 11,3
Totale 2.489.499 201.508 12,4
(*)Il dato è la somma degli alunni delle scuole elemantari e di 1° e 2° grado. Fonte: Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Il raffronto fra i dati relativi al 2001 e quelli del 2004 mostrano un trend di sviluppo nella diffusione dei pc nelle scuole, passato da una media di 1 pc ogni 28 studenti a 1 pc ogni 10,9. Rapporto studenti/computer Anni 2001 e 2004
Regioni Rapporto studenti/computer 2001 Rapporto studenti/computer 2004
Abruzzo 30 10,1
Basilicata 28 8,0
Calabria 32 10,2
Campania 44 16,1
Emilia Romagna 23 9,0
Friuli Ven. G. 20 8,4
Lazio 31 13,5
Liguria 27 11,4
Lombardia 26 10.4
Marche 22 7,8
Molise 22 8,9
Piemonte 26 9,2
Puglia 29 13,1
Sardegna 24 9,1
Sicilia 39 11,3
Toscana 26 9,9
Umbria 22 9,2
Veneto 25 9,6
Totale 28 10,9
Fonte: Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Le “Indicazioni nazionali per i piani personalizzati delle attività educative nelle scuole dell’infanzia” prevedono, come obiettivi specifici di apprendimento, l’uso di strumenti e materiali anche multimediali, al fine di «sperimentare forme di espressione artistica del mondo interno ed esterno». Per questa ragione, sono presenti nelle scuole materne 3.355 pc a fronte di 871.665 alunni: 1 pc ogni 260 bambini. Studenti e nuove tecnologie. Le nuove tecnologie sono considerate valide se utilizzate come strumenti complementari e non alternativi agli strumenti didattici tradizionali: appena il 19% degli insegnanti che ne fanno uso e il 12% di coloro che non le utilizzano ritengono infatti che esse possano sostituire efficacemente i libri di testo mentre una quota significativa del campione (il 68,5%) valuta positivamente l’utilità dei cd-rom allegati ai libri di testo. Come dire che le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, da sole, non costituiscono strumenti pedagogici efficaci ma possono apportare un contributo valido alla didattica se utilizzati come strumenti di approfondimento: sebbene, infatti, il 30% del campione ritenga che il multimedia offra una conoscenza superficiale, la stragrande maggioranza del campione (l’82%) lo ritiene un valido strumento di approfondimento individuale per gli studenti. Uso delle nuove tecnologie da parte degli studenti Anno 2002 Valori percentuali
Nell’ultimo anno ha chiesto ai suoi studenti di…. Abitualmente Saltuariamente Mai
Fare con le nuove tecnologie ricerche di approfondimento oltre il testo di adozione 32,0 49,0 19,0
Usare software comuni (Word, Excel…) per scrivere relazioni 24,0 41,0 35,0
Usare software specialistici per scrivere relazioni 9,0 32,0 59,0
Fare test di autoverifica con appositi programmi di software 3,0 22,0 75,0
Fonte: Elaborazione Eurispes su dati Aie-iard. Prevale tra gli insegnanti, soprattutto tra coloro che utilizzano le Ict a fini didattici, un giudizio piuttosto positivo sulle nuove tecnologie. Il 90% degli insegnanti che usano le nuove tecnologie e 2/3 di quelli che non li utilizzano ritengono che esse migliorino l’attenzione e l’efficacia in aula. Opinioni degli insegnanti sulle nuove tecnologie Anno 2002 Valori percentuali
Item Insegnanti che hanno risposto di essere abbastanza o molto d’accordo con gli item proposti
Insegnanti che usano le nuove tecnologie Insegnanti che non usano le nuove tecnologie Totale
Le nuove tecnologie migliorano l’attenzione in aula 90,0 66,0 78,0
Le nuove tecnologie migliorano l’efficacia in aula 88,0 65,0 76,5
Le nuove tecnologie possono sostituire efficacemente i libri di testo 19,0 12,0 15,5
I cd-rom allegati ai libri di testo sono utili 82,0 55,0 68,5
Il multimedia offre una conoscenza superficiale 31,0 29,0 30,0
Il multimedia è un valido strumento di approfondimento individuale per gli studenti 90,0 74,0 82,0
Fonte: Elaborazione Eurispes su dati Aie-iard. Un’interrogazione al Parlamento Europeo. I primi dubbi circa la valenza dello standard Ecdl cominciano ad emergere già sul finire del 2000, se è vero che nel febbraio del 2001 un parlamentare europeo, Francesco Musotto[1], presenta un’interrogazione scritta alla Commissione Europea, chiedendo che sia fatta «chiarezza sulla veridicità e/o sul riconoscimento della Patente europea per l’uso del computer come standard europeo di competenza». Nella risposta, formulata dal Commissario europeo Viviane Reding, si sottolinea che «iniziative come l’Ecdl sono destinate a promuovere la conoscenza delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Attualmente (la risposta è stata fornita il 24 aprile 2001, ndr) non esiste però alcun sistema di certificazione o di qualificazione europea». La posizione dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Il Garante della concorrenza evidenzia come la Pubblica amministrazione abbia attribuito, a partire dal 1999, un crescente riconoscimento della certificazione Ecdl. Lo spunto viene ricondotto ad un protocollo d’intesa fra il Ministero della Pubblica Istruzione e l’associazione Aica, che rilascia la certificazione Ecdl in Italia. Tale certificazione «non si distingue in maniera sostanziale da altre certificazioni diffuse a livello nazionale e internazionale. Essa si caratterizza per un’offerta indipendente da specifici prodotti e fornitori e non legata alla prestazione di un servizio anche di formazione. I “test center” accreditati, tuttavia, offrono normalmente anche i servizi di formazione finalizzati al conseguimento della certificazione Ecdl e spesso si propongono fondamentalmente per la certificazione della conoscenza specifica del sistema operativo e dei programmi applicativi di ambiente Windows. Per quanto riguarda, infatti, il riconoscimento di un’unica certificazione in relazione all’acquisto da parte della Pubblica amministrazione dei servizi di formazione e di certificazione delle conoscenze informatiche, esso si inquadra in un filone che ha già costituito oggetto di numerosi interventi da parte dell’Autorità (…) in materia di bandi per l’acquisto di servizi da parte della Pubblica amministrazione, nei quali si è raccomandato, fra l’altro, di evitare le prescrizioni che abbiano l’effetto di favorire alcuni operatori a scapito di altri e che non siano correlate alle effettive capacità tecniche dei soggetti partecipanti, quali i riferimenti a determinati marchi di prodotti o l’obbligo per le imprese partecipanti di avere già svolto per l’amministrazione attività analoghe a quelle oggetto della gare. Per quanto riguarda, poi, il riconoscimento di un’unica certificazione nei confronti dei singoli privati che si rivolgono alla pubblica amministrazione, anch’esso è atto a produrre effetti restrittivi della concorrenza fra gli operatori del settore, in quanto influisce, indirettamente, attraverso una discriminazione della clientela degli uni rispetto a quella degli altri, sulla posizione concorrenziale delle imprese che operano nella offerta ai privati di servizi di certificazione delle conoscenze informatiche. L’individuazione da parte delle pubbliche amministrazioni di una determinata certificazione delle conoscenze informatiche di base quale standard di riferimento, peraltro, non dovrebbe comportare di per sé l’esclusione di certificazioni equipollenti, proprio in considerazione del livello comunque “minimo” delle conoscenze che tali certificazioni dovrebbero attestare» L’autorità esprime, quindi, l’auspicio che si ponga la massima attenzione per ricondurre al valore di mera individuazione di uno standard di riferimento gli atti con i quali viene riconosciuta la certificazione Ecdl ai fini della attestazione del possesso delle conoscenze informatiche di base, evitando in futuro di accordare univocamente una preferenza assoluta per tale sola certificazione. La pronuncia del Tar Lazio sul progetto “Vola con Internet”. Il Tar Lazio, Sezione Iii, con la sentenza n.5632/04. Del 14.06.2004, su iniziativa di Tesi Automazione Srl, ha accolto ricorso volto ad ottenere annullamento del progetto “Vola con Internet”, promosso e finanziato dal Ministero per l’Innovazione e le Tecnologie (Mit), sancendo l’illegittimità dei provvedimenti adottati per l’affidamento diretto ad Aica del servizio di certificazione informatica di base dei beneficiari dell’iniziativa. Secondo il Tar, la cosiddetta “patente europea del computer” non rappresenta un titolo di studio o abilitazione riconosciuta dall’Unione europea, ma esclusivamente un marchio industriale, tutelato da brevetto comunitario (n.655274) registrato anche in Italia. Il Tar Lazio, peraltro, ha anche chiarito che il preteso riconoscimento che alla Ecdl deriverebbe dall’Europe 2002 action line, operata dall’High Level Group on the Employment and Social Dimension of the Information Society (Esdis), è un una mera raccomandazione, del tutto generica, priva di qualsivoglia rilevanza pubblicistica, che «opera senza pregiudizio per altri schemi nazionali esistenti, ovvero della possibilità di includere anche altri schemi di accreditamento». Esempi di buone pratiche. Il caso della Regione Toscana. La questione della valenza della certificazione delle competenze informatiche ha ingenerato alcune “correzioni di rotta” ad opera di alcune Amministrazioni, le quali, nel confermare la validità della certificazione Ecdl, hanno assunto la decisione di riconoscere eguale valore ad altre certificazioni. La Regione Toscana, perseguendo l’obiettivo di promuovere la diffusione delle competenze relative all’Itc, anche attraverso l’identificazione degli standard di certificazione delle stesse, ha individuato nell’Ecdl uno di questi sistemi. In tal senso, con la delibera n.742 del 28 luglio 2003, la Giunta regionale ha approvato uno schema di protocollo con l’Aica. La stessa delibera sottolinea, comunque, che la Regione Toscana intende «mantenere la disponibilità al raggiungimento di intese analoghe a quella oggetto del citato protocollo, con soggetti titolari di sistemi di certificazione delle competenze di base nell’utilizzo di personal computer a condizione che tali sistemi siano riconosciuti a livello europeo e dimostrino la propria coerenza con i criteri e gli standard, nonché le indicazioni comunitarie in materia». La Regione ha, quindi, provveduto a modificare le direttive impartite agli organismi intermedi per l’emanazione dei bandi con una precedente delibera della Giunta regionale. Il caso del Ministero dell’Istruzione. Nell’ambito delle procedure di riqualificazione del personale Ata del Ministero dell’Istruzione, questa amministrazione aveva stabilito che con riferimento alla valutazione di certificazioni di addestramento professionale per la dattilografia o per i servizi meccanografici, la certificazione rilasciata dall’Aica valesse un punto. Ma nel mese di luglio del 2004, con una nota inviata a tutti i direttori regionali del Ministero, la Direzione generale per il personale della scuola ha comunicato le necessarie rettifiche alla valutazione delle certificazioni di addestramento professionale: «alla luce soprattutto della pronuncia dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, l’Ecdl non può essere considerata come unica certificazione valida delle conoscenze informatiche, negando ogni valore ad altra forma di certificazione delle stesse conoscenze. In dirittura di arrivo. In conclusione, l’effetto distorsivo indotto dall’equivoco concernente la qualificazione della certificazione Ecdl è, con ogni probabilità, destinato ad attenuarsi in conseguenza dell’emanazione del parere del Garante della Concorrenza e della sentenza del Tar del Lazio. Tuttavia, i tentativi di giungere ad un monopolio riconosciuto ex lege, tramite la presentazione di due disegni di legge al Senato e alla Camera, evidenziano non solo lo svolgimento di un’intensa attività di lobbing da parte dell’Aica, ma anche una sostanziale ignoranza (trasversale agli schieramenti politici) dei princìpi stessi che sono alla base della società dell’informazione, della cosiddetta open society che dovrebbe (o meglio potrebbe) sorgere dall’applicazione virtuosa di tutte le opportunità rese disponibili dalle nuove tecnologie. Su alcuni aspetti riteniamo non vi siano dubbi: 1. Il diritto dell’Ecdl di utilizzare la bandiera europea ha contribuito a accrescere la convinzione di quanti erano interessati a conseguire una certificazione di trovarsi di fronte ad una certificazione avente una valenza continentale, spendibile, quindi, in tutti i Paesi della Comunità e rispondente ad uno standard ufficiale fissato come unico per tutti i Paesi dell’Unione. 2. L’autorità Garante per la Concorrenza ha evidenziato che «nella pratica attuazione di tali atti è stato attribuito alla certificazione Ecdl un valore che appare andare oltre il mero riconoscimento quale standard, con riferimento al quale valutare, nell’ambito della discrezionalità amministrativa, anche ogni altra certificazione equipollente». 3. La sentenza del Tar ha statuito che Ecdl non è l’unica e sola certificazione informatica esistente in Italia, valida per accertare le competenze nell’utilizzo del personal computer ma che, al contrario, competono con essa, a pieno titolo e con pari dignità, tutte le altre esistenti sul mercato, quali la “Certificazione Microsoft Office Specialist e Ic3”. 4. La scelta, da parte delle Pubbliche amministrazioni, di utilizzare lo standard Ecdl è assolutamente legittima in quanto coerente con le raccomandazioni e gli indirizzi espressi a livello comunitario e nazionale, ma deve avvenire nell’ambito dello svolgimento di regolari bandi di gara, che consentano la partecipazione di tutti i soggetti che operano nel settore della certificazione delle conoscenze informatiche.
 
     
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