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Notiziario Marketpress di Lunedì 25 Ottobre 2004
 
   
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  LA REGIONE BASILICATA CONTRO LA MORTE CARDIACA IMPROVVISA  
   
  Matera, 25 ottobre 2004 - Domenica 24 ottobre, nella Sala Congressi del Palazzo dell’Annunziata in Piazza Vittorio Veneto a Matera si è parlato di “Morte Improvvisa: ricaduta sul territorio di una corretta politica di prevenzione”. Affronterà il tema della morte cardiaca improvvisa Giuseppe Troito, cardiologo dell’ospedale Madonna delle grazie di Matera. E’ seguita, poi, una tavola rotonda cui hanno partecipato Luciano Veglia, Tommaso Scandiffio e Giancarlo Calculli, della Divisione cardiologia dell’Utic del nosocomio materano e Luciano Tantalo, presidente del comitato tecnico-scientifico dell’Associazione materana degli Amici del cuore. “ La nostra associazione che, tra le primissime in Italia, ha sentito il bisogno di donare due defibrillatori ai Vigili del fuoco materani, è convinta dell’assoluta necessità di potenziare l’attività locale e dare vita quanto prima a un servizio di prevenzione della morte cardiaca improvvisa tramite la creazione di una rete di defibrillazione precoce sul territorio. Questo significa inevitabilmente intensificare i corsi di formazione per personale non sanitario affinché, nonostante le difficoltà geografiche, sia possibile effettuare le manovre di soccorso prima dell’arrivo del 118”. Questo è quanto sostiene Luigi Bradascio, presidente provinciale e responsabile dell’area meridionale dell’Associazione Amici del Cuore, promotrice degli incontri Cuore Vivo in territorio lucano Queste iniziative rientrano nelle attività Cuore Vivo (www.Cuorevivo.org), una campagna di informazione volta a sensibilizzare popolazione, comunità medica e Istituzioni sulla tematica della Morte Cardiaca Improvvisa, patologia che ogni anno in Italia colpisce 57.000 persone. La Morte Cardiaca Improvvisa, che rappresenta il 40% di tutti i decessi per causa cardiaca, non è, però, una patologia imprevedibile. Attraverso uno stile di vita adeguato, semplici esami, come elettrocardiogramma ed ecocardiogramma e una giusta terapia preventiva, che va dai farmaci ai defibrillatori impiantabili, circa il 50% dei decessi dovuti a Morte Cardiaca Improvvisa si potrebbero evitare. Questa attività nasce per volontà di Conacuore (Coordinamento Nazionale Associazioni di volontariato del cuore), Aiac (Associazione Italiana di Aritmologia e Cardiostimolazione) e Simeu (Società Italiana Medicina Emergenza Urgenza) e rientra nei progetti previsti dal Ministero della Sanità per il “2004, Anno del cuore” Testimonial nazionale della campagna Cuore Vivo Domenico Fioravanti oro olimpico di nuoto a Sydney che ha dovuto interrompere l’attività agonistica a causa di un difetto cardiaco scoperto proprio grazie a un ecocardiogramma e un Ecg dinamico, “All’inizio il mondo mi è crollato addosso” dice Domenico. “Ho avuto, però, il tempo di metabolizzare l’accaduto e arrivare a pensare che questi esami che hanno fermato la mia attività agonistica hanno messo comunque al riparo la salute del mio cuore proteggendomi da possibili aritmie, e non c’è niente di più importante. Partendo dalla mia esperienza – continua Fioravanti - voglio spingere quindi la popolazione a controllare il proprio cuore, per mantenerlo sempre vivo e in salute, proprio come dice la Campagna che ho accettato di sostenere. Credo fermamente che l’informazione e la prevenzione possano realmente salvare tante vite”. Mci: le terapie più efficaci - La Morte Cardiaca Improvvisa è un evento prevedibile. Attraverso esami quali elettrocardiogramma ed ecocardiogramma è possibile, infatti, individuare le persone a rischio reale. Tali soggetti possono essere adeguatamente protetti con una serie di misure terapeutiche che vanno dai trattamenti farmacologici all’impianto di un defibrillatore. Quest’ultimo dispositivo è in grado di riconoscere la comparsa di un’aritimia grave e di interromperla mediante l’invio di una scarica elettrica al cuore. Molti studi condotti finora su questa nuova tecnica terapeutica hanno dimostrato un’efficacia superiore rispetto alle cure farmacologiche nella prevenzione della Mci.  
     
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