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Notiziario Marketpress di Lunedì 25 Ottobre 2004
 
   
  Pagina5  
  LA CERTIFICAZIONE DELLE CONOSCENZE INFORMATICHE IN ITALIA  
   
  Milano, 25 ottobre 2004 - Le nuove tecnologie possono rappresentare un formidabile strumento in grado di favorire lo sviluppo e, per questa via, anche la democratizzazione di tutto il pianeta, tramite la trasformazione e la moltiplicazione dei flussi di comunicazione e di informazione. Negli ultimi anni, l’impiego delle innovazioni tecnologiche digitali coinvolgono dispositivi ormai “familiari”, quali il cosiddetto home entartiment o i telefoni portatili. D’altra parte, verificando alcuni degli indicatori che segnalano il grado di utilizzo delle potenzialità insite nell’Ict, è possibile individuare alcuni segnali contradditori concernenti il nostro Paese. Si pensi ai dati riguardanti il numero di telefoni portatili confrontato con quello dei personal computer e degli accessi a Internet in Italia, che delineano una società dove si privilegia l’immediatezza dell’accesso (la voce, il contatto diretto con l’interlocutore), ma anche la facilità di utilizzo nonché il costo di gran lunga inferiore di acquisto rispetto al pc. Come evidenziato nella Relazione 2004 dell’Autorità Garante delle Comunicazioni, il mercato italiano dei servizi di rete mobile ha confermato di rivestire un ruolo centrale per la crescita del settore. La prosecuzione della crescita dei ricavi da servizi voce si lega, da un lato, ad un andamento positivo dei volumi di traffico, favorito dal fenomeno di sostituzione fisso-mobile. Dall’altro lato, si è verificata un’ulteriore crescita nel numero delle Sim (Subscriber Identity Module), che a fine 2003 ha toccato la quota di 57 milioni con un aumento del 7,3% rispetto al 2002. A tal proposito, la Relazione evidenzia come il fenomeno delle doppie e triple Sim sia ancora in aumento, in ragione anche alle offerte “bundled”, che con l’acquisto di un nuovo terminale offrono insieme una nuova Sim. Nonostante la crescita – superiore alle attese – registratasi nel 2003, per la fine 2005 si dovrebbero aggiungere circa altre 6 milioni di Sim. Telefonia e utenza. Mercati a confronto. Elemento essenziale alla base dello sviluppo dei servizi mobili innovativi è stato, nel 2003, l’ampliamento della gamma di cellulari avanzati (in particolare quelli dotati di fotocamera) che hanno riscosso un grande successo. Infatti, ad aprile 2004 si contano in Italia oltre mezzo milione di utenti Umts, che, in previsione, dovranno raggiungere 1,7 milioni di utenti al termine del 2004 e 4,5 milioni nel 2005. Anche il numero degli utenti Sms ha registrato un incremento, tra il 2002 e il 2003, pari al 2%, attestandosi intorno ai 33,5 milioni. Utenti Sms in Italia
Anni Utenti (milioni)
2002 32.9
2003 33,5
2004(*) 34,3
2005(*) 35,2
(*)previsione. Fonte: Elaborazione Eurispes su dati Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Relazione annuale 2004. Per quanto riguarda invece il mercato Internet in Italia si registra una crescita costante, seppure con una dinamica più contenuta. Infatti, gli utenti sono passati dai 19,8 milioni di fine 2002 ai 22,7 milioni di fine 2003, con una crescita del 14,5%. Il risultato vede un andamento particolarmente dinamico dell’utenza residenziale (+18,8%): anche il segmento affari ed il settore pubblico hanno tuttavia registrato una crescita significativa, superiore al 10%. Notevoli aspettative sono riposte, inoltre, nello sviluppo dell’eGovernment, che oltre a rappresentare un potente e diretto fattore di crescita per Internet, consentirebbe al Paese di dotarsi di uno strumento essenziale e strategico per la crescita della produttività del sistema. Utenti Internet in Italia (milioni)
Categorie 2001 2002 2003 2004(*)
Utenti effettivi 17,9 19,8 22,7 25,6
Residenziali 12,5 14,4 17,2 20,1
Business 7,1 7,6 8,6 9,6
Scuola ed enti pubblici 3,9 4,1 4,5 5,0
(*)previsione. Fonte: Elaborazione Eurispes su dati Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Relazione annuale 2004. Cresce, conseguentemente, il mercato dei servizi legati ad Internet. Nel 2003, il mercato dei servizi concernenti l’accesso, l’housing e l’hosting si è attestato sulla cifra di 1,9 miliardi di euro, registrando una crescita del 28,1% rispetto al 2002. Per il 2004 si prevede un’ulteriore crescita che condurrà l’intero comparto Internet a 2,6 miliardi di euro, con una crescita in termini percentuali pari al 38,4%. Evoluzione dei ricavi da servizi Internet (miliardi di euro)
Anno Ricavi
2002 1,5
2003 1,9
2004(*) 2,6
(*)previsione. Fonte: Elaborazione Eurispes su dati Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Relazione annuale 2004. Quanto siamo informatizzati in Italia? Una lente di ingrandimento sulle nostre scuole. Negli ultimi anni sono state numerose le iniziative che il nostro Paese ha intrapreso per superare il ritardo accumulato nello sviluppo della dotazione infrastrutturale e dell’alfabetizzazione digitale. Il Programma di Sviluppo delle Tecnologie Didattiche 1997-2000 rappresenta una tappa importante della strategia italiana e fissa tre obiettivi prioritari: la promozione della padronanza della multimedialità tra gli studenti, intesa sia come capacità di usare i nuovi strumenti, sia come adozione di nuovi stili cognitivi nello studio e nella comunicazione; il miglioramento dei processi di insegnamento-apprendimento e dell’organizzazione della didattica; l’aumento della professionalità degli insegnanti. Al fine di tener conto e di rispondere adeguatamente alle diverse esigenze delle istituzioni scolastiche – caratterizzate, ad esempio, da differenti livelli di motivazione e di preparazione o dotazione informatica – il programma di sviluppo è stato articolato su macro-categorie di progetti, ognuna caratterizzata da propri obiettivi, risorse e modalità organizzative. Per garantire una strategia unitaria ai diversi progetti promossi sul territorio nazionale e fissare alcuni standard comuni, il programma è stato attuato attraverso i progetti “pilota”, promossi dal Ministero dell’Istruzione e dalle direzioni didattiche, insieme o singolarmente. La formazione degli insegnanti e le risorse tecnologiche nelle scuole italiane. Il primo passo è rappresentato, ovviamente, dall’aggiornamento degli insegnanti oggetto di un Piano nazionale di formazione degli insegnanti sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, che costituisce la prosecuzione dell’intervento previsto nel Piano di sviluppo delle nuove tecnologie 1997-2000. Sono previsti tre percorsi formativi: il primo, di livello base, rivolto a docenti con scarsa o nessuna competenza informatica; il secondo che mira al coordinamento e all’orientamento nell’uso delle risorse tecnologiche e multimediali nella didattica; e il terzo, finalizzato a formare responsabili delle infrastrutture tecnologiche delle scuole o reti di scuole. Il budget previsto è di 66 milioni di euro. Nella tabella seguente sono riportati nel dettaglio i finanziamenti erogati per singola regione e tipo di percorso formativo previsto. Finaziamenti per il Piano nazionale di formazione insegnanti sulle tecnologie informatiche, per regione
regioni finanziamenti stanziati (in euro) totale docenti da formare
Percorso 1 Percorso 2 Percorso 3
Abruzzo 1.655.057 3.997 337 112
Basilicata 983.850 2.331 198 66
Calabria 3.362.134 8.139 687 229
Campania 8.495.200 21.029 1.774 591
Emilia Romagna 3.533.082 8.702 734 245
Friuli V.giulia 1.171.841 2.962 250 83
Lazio 5.989.454 14.659 1.237 412
Liguria 1.423.872 3.466 292 97
Lombardia 8.458.015 20.774 1.753 584
Marche 1.694.495 4.203 355 188
Molise 470.492 1.070 90 30
Piemonte 4.250.440 10.321 871 290
Puglia 5.524.023 13.470 1.137 379
Sardegna 2.368.988 5.535 467 156
Sicilia 7.124.006 17.396 1.468 489
Toscana 3.432.889 8.564 722 241
Umbria 977.136 2.350 198 67
Veneto 4.497.823 11.033 931 310
Italia 65.331798 160.000 13.500 4.500
fonte: Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Per quanto riguarda, invece, le azioni di monitoraggio del grado di sviluppo delle tecnologie informatiche, nel mese di settembre del 2004 il Miur ha pubblicato un’indagine sulle risorse tecnologiche nella scuola. Un dato utile a “misurare” il livello di tecnologia informatica presente nelle scuole è il numero dei computer a disposizione, con la precisazione che sono stati censiti solo i computer più recenti, in grado di supportare programmi multimediali. A livello nazionale, il rapporto medio di studenti per computer è di 10,9. In particolare, la situazione che risulta essere più svantaggiata si registra nelle Marche con un rapporto studenti/computer di 7,8, seguita dalla Basilicata (8). Mentre un rapporto migliore, anche rispetto a quella che la media nazionale, si registra in Campania e nel Lazio (tabella 5). Rapporto studenti/computer, per regione Anno 2004
Regioni Totale studenti(*) Rapporto studenti/computer
Abruzzo 136.231 10,1
Basilicata 70.128 8,0
Calabria 253.223 10,2
Campania 815.272 16,1
Emilia Romagna 340.668 9,0
Friuli Ven. G. 101.422 8.4
Lazio 534.860 13,5
Liguria 132.893 11,4
Lombardia 772.089 10.4
Marche 148.481 7,8
Molise 36.423 8,9
Piemonte 324.621 9,2
Puglia 549.136 13,1
Sardegna 179.668 9,1
Sicilia 622.022 11,3
Toscana 307.545 9,9
Umbria 87.816 9,2
Veneto 433.806 9,6
Totale 5.846.304 10,9
(*)il dato è la somma degli alunni delle scuole elemantari e di 1° e 2° grado. Fonte: Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. L’indagine rileva come, dal punto di vista geografico rispetto alla rilevazione svolta nel 2001, la distribuzione sia oggi più omogenea: nel 2001 il rapporto studenti/computer nelle regioni del Mezzogiorno era i 1 a 33, mentre oggi è di 1 a 12,4. Rapporto studenti/computer. Regioni del Sud Anno 2004
Regioni Totale studenti(*) Numero computer Rapporto studenti/computer
Basilicata 70.128 8.773 8,0
Calabria 253.223 24.915 10,2
Campania 815.272 50.547 16,1
Puglia 549.136 42.338 13,1
Sardegna 179.668 19.890 9,1
Sicilia 622.022 55.245 11,3
Totale 2.489.499 201.508 12,4
(*)il dato è la somma degli alunni delle scuole elemantari e di 1° e 2° grado. Fonte: Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Il raffronto fra i dati relativi al 2001 e quelli del 2004 dimostrano un trend di sviluppo nella diffusione dei pc nelle scuole, passato da una media di 1 pc ogni 28 studenti a 1 pc ogni 10,9. Rapporto studenti/computer Anni 2001 e 2004
Regioni Rapporto studenti/computer 2001 Rapporto studenti/computer 2004
Abruzzo 30 10,1
Basilicata 28 8,0
Calabria 32 10,2
Campania 44 16,1
Emilia Romagna 23 9,0
Friuli Ven. G. 20 8,4
Lazio 31 13,5
Liguria 27 11,4
Lombardia 26 10.4
Marche 22 7,8
Molise 22 8,9
Piemonte 26 9,2
Puglia 29 13,1
Sardegna 24 9,1
Sicilia 39 11,3
Toscana 26 9,9
Umbria 22 9,2
Veneto 25 9,6
Totale 28 10,9
fonte: Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Le “Indicazioni nazionali per i piani personalizzati delle attività educative nelle scuole dell’infanzia” prevedono, come obiettivi specifici di apprendimento, l’uso di strumenti e materiali anche multimediali, al fine di «sperimentare forme di espressione artistica del mondo interno ed esterno». Per questa ragione, sono presenti nelle scuole materne 3.355 pc a fronte di 871.665 alunni: 1 pc ogni 260 bambini. La multimedialità nella didattica. Un’indagine realizzata dall’Associazione italiana editori e dall’Istituto di ricerca Iard sull’uso delle nuove tecnologie nella didattica, condotta nel 2002 su un campione di 1.408 insegnanti di ogni ordine e grado, si è proposta di indagare in che modo le tecnologie dell’informazione e della comunicazione hanno apportato cambiamenti nell’attività didattica. È stato chiesto al campione se, e con quale frequenza, sono stati utilizzati materiali multimediali durante lo svolgimento delle lezioni in classe. Lo strumento multimediale maggiormente diffuso è il cd-rom allegato al libro di testo, utilizzato dal 40,6% degli insegnanti, seguito dai software didattici (38,9%) e da cd-rom tematici (36,2%). Una discreta diffusione risultano avere anche i materiali multimediali predisposti dai colleghi (31,7%) mentre decisamente minoritario appare l’uso a fini didattici dei siti web (14,1%). Lo scorporo delle risposte in base alla frequenza con cui questi strumenti sono utilizzati a fini didattici (tabella 8) consente tuttavia di evidenziare come l’integrazione delle Ict nel processo educativo è ancora piuttosto lontana dal divenire pratica abituale. Lo strumento multimediale maggiormente utilizzato è il software didattico: il 10% degli insegnanti lo usa abitualmente per le proprie lezioni, il 17,4% lo fa saltuariamente e l’11,5% solo di rado. Prevale, in generale, un uso saltuario degli strumenti o materiali multimediali mentre l’utilizzo già poco diffuso dei siti web si configura come raro per il 6,5% del campione. Materiali e strumenti multimediali utilizzati nella didattica Anno 2002 Valori percentuali
Materiali e strumenti multimediali utilizzati nella didattica Abitualmente Saltuariamente Raramente Mai Non risponde Totale
Cd-rom allegati ai libri di testo 8,7 18,3 13,6 50,1 9,4 100,0
Altri cd-rom tematici 5,9 16,7 13,6 54,1 9,7 100,0
Software didattici 10,0 17,4 11,5 51,9 9,2 100,0
Materiali multimediali predisposti dai colleghi 3,8 13,0 14,9 68,3 9,4 100,0
Siti web 1,3 6,3 6,5 76,3 9,6 100,0
Siti web in lingua diversa dall’italiano 0,8 3,7 4,9 80,6 9,9 100,0
fonte: Elaborazione Eurispes su dati Aie-iard. In che modo gli studenti vengono sollecitati all’utilizzo delle nuove tecnologie? Accanto allo studio dell’informatica come materia a sé stante, si sta affermando lentamente un uso funzionale delle nuove tecnologie: sia per la realizzazione di ricerche di approfondimento, oltre il testo di adozione o la redazione di relazioni, sia come strumento di autoverifica. L’indagine Aie-iard ha rilevato che l’81% degli insegnanti (il 32% in modo abituale) nel corso dell’anno accademico ha chiesto ai propri studenti di utilizzare le nuove tecnologie per fare ricerche di approfondimento oltre il testo di adozione; il 65% ha chiesto di utilizzare software come Word o Excel per scrivere relazioni (ma si tratta di una richiesta abituale solo nel 24% dei casi). L’utilizzo da parte degli studenti di software più specialistici per la redazione di relazioni o come strumento di autoverifica risulta invece scarsamente diffuso: appena il 9% degli insegnanti domanda abitualmente ai propri studenti di utilizzare software specialistici per scrivere relazioni mentre una quota assolutamente minoritaria del campione sollecita i propri studenti all’utilizzo di appositi programmi di software per test di autoverifica (3%). Uso delle nuove tecnologie da parte degli studenti Anno 2002 Valori percentuali
Nell’ultimo anno ha chiesto ai suoi studenti di…. Abitualmente Saltuariamente Mai
Fare con le nuove tecnologie ricerche di approfondimento oltre il testo di adozione 32,0 49,0 19,0
Usare software comuni (Word, Excel…) per scrivere relazioni 24,0 41,0 35,0
Usare software specialistici per scrivere relazioni 9,0 32,0 59,0
Fare test di autoverifica con appositi programmi di software 3,0 22,0 75,0
fonte: Elaborazione Eurispes su dati Aie-iard. Prevale tra gli insegnanti, soprattutto tra coloro che utilizzano le Ict a fini didattici, un giudizio piuttosto positivo sulle nuove tecnologie (tabella 10). Il 90% degli insegnanti che usano le nuove tecnologie e 2/3 di quelli che non li utilizzano ritengono che esse migliorino l’attenzione e l’efficacia in aula. Le nuove tecnologie sono considerate valide se utilizzate come strumenti complementari e non alternativi agli strumenti didattici tradizionali: appena il 19% degli insegnanti che ne fanno uso e il 12% di coloro che non le utilizzano ritengono infatti che esse possano sostituire efficacemente i libri di testo mentre una quota significativa del campione (il 68,5%) valuta positivamente l’utilità dei cd-rom allegati ai libri di testo. Come dire che le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, da sole, non costituiscono strumenti pedagogici efficaci ma possono apportare un contributo valido alla didattica se utilizzati come strumenti di approfondimento: sebbene, infatti, il 30% del campione ritenga che il multimedia offra una conoscenza superficiale, la stragrande maggioranza del campione (l’82%) lo ritiene un valido strumento di approfondimento individuale per gli studenti. Opinioni degli insegnanti sulle nuove tecnologie Anno 2002 Valori percentuali
item insegnanti che hanno risposto di essere abbastanza o molto d’accordo con gli item proposti
Insegnanti che usano le nuove tecnologie Insegnanti che non usano le nuove tecnologie Totale
Le nuove tecnologie migliorano l’attenzione in aula 90,0 66,0 78,0
Le nuove tecnologie migliorano l’efficacia in aula 88,0 65,0 76,5
Le nuove tecnologie possono sostituire efficacemente i libri di testo 19,0 12,0 15,5
I cd-rom allegati ai libri di testo sono utili 82,0 55,0 68,5
Il multimedia offre una conoscenza superficiale 31,0 29,0 30,0
Il multimedia è un valido strumento di approfondimento individuale per gli studenti 90,0 74,0 82,0
fonte: Elaborazione Eurispes su dati Aie-iard. Alcune considerazioni. L’italia sembra essere ancora ben lontana dal raggiungimento di una condizione ottimale in termini non solo di adeguata dotazione infrastrutturale ma anche sul piano dell’utilizzo delle Ict nella didattica. Modesta è la percentuale di insegnanti che utilizzano il computer off-line o Internet per insegnare, modesto il monte ore destinato al loro utilizzo, e abbastanza limitato l’uso dei mezzi e delle tecnologie multimediali a fini didattici. Ad esempio, l’utilizzo di programmi informatici, anche non specialistici (come Word o Excel), da parte degli studenti per la scrittura di relazioni, è richiesto dagli insegnanti in maniera piuttosto saltuaria. L’introduzione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione nei sistemi educativi è guardata piuttosto positivamente dagli insegnanti che, in maggioranza, ritengono che esse possano apportare – ad integrazione e rafforzamento dei mezzi e delle metodologie tradizionali – un miglioramento sul piano dell’efficacia didattica. Una distorsione del ruolo delle scuole nel sistema delle certificazioni informatiche. Quanto fin qui detto trova in questi ultimi tempi nel nostro Paese un sempre maggiore interesse laddove le scuole si sono avvicinate con rinnovato interesse all’utilizzo delle nuove tecnologie e al mondo delle certificazioni informatiche apprezzandone le potenzialità sia in termini tecnici che in termini di possibilità di business. La legge Berlinguer (legge n. 30 del 2000), che riconosce alle scuole la possibilità di organizzare attività di natura extrascolastica come corsi di certificazioni informatica, corsi di pittura, ecc., ha comportato che nel breve volgere di pochi anni le istituzioni scolastiche hanno coperto larghi strati del mercato della formazione e certificazione informatica divenendo di fatto sul territorio centri di riferimento non solo per gli studenti ma per l’intera comunità. L’avvio di questo processo “degenerativo” ha visto coinvolta la certificazione Ecdl che si è proposta subito come valido strumento per l’organizzazione di simili attività. In pratica, le scuole una volta adottato a larga maggioranza lo standard Ecdl, hanno intrapreso l’attività di erogare formazione e certificazione, ma rivolgendo le loro offerte non solo agli studenti interni ma anche al privato cittadino. Questo, se da un lato può sembrare un fattore positivo, nella realtà ha creato non poche criticità nel settore della formazione informatica, poiché le scuole si sono sostituite velocemente agli operatori privati e hanno invaso un mercato che fino a quel momento non era stato di loro pertinenza. La scuola che eroga formazione a pagamento a terze parti private, avvalendosi di aule gratuite, di computer scolastici, di personale interno quali docenti si pone come un operatore di mercato in concorrenza con un qualsiasi centro di formazione privato costretto a sostenere tutti i costi di gestione. Ciò ha fortemente danneggiato gli operatori privati, che si sono trovati a dover concorrere con le Istituzioni scolastiche che, oltretutto, hanno attuato una politica di prezzi al ribasso al di sotto dei normali costi di esercizio. Tutto ciò è stato possibile soprattutto perché l’Aica ha concesso alle Istituzioni scolastiche di rivolgersi al mercato privato riservando loro prezzi e condizioni di vantaggio che hanno agevolato un posizionamento concorrente sul mercato. Da qui si evince il perchè degli oltre 2.000 centri di test Ecdl, 900 sono scuole pubbliche che lavorano sul territorio come vere e proprie società private. L’aica senza preoccuparsi di distinguere i due mercati, ossia quello educational e quello commercial, ha determinato una saturazione del mercato della certificazione informatica oltre che una destabilizzazione della libera concorrenza di mercato. I centri di test privati vedono nelle scuole italiane il loro concorrente peggiore e spesso si trovano a dover vendere sottocosto per continuare a lavorare.
 
     
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