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Notiziario Marketpress di Lunedì 25 Ottobre 2004
 
   
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  ASPETTATIVE POSITIVE PER LE AZIENDE DEL MARMO SECONDO UNA RICERCA CONGIUNTURALE REALIZZATA DALL’INTERNAZIONALE MARMI E MACCHINE CARRARA SU 478 AZIENDE ITALIANE, È IL RISULTATO DI UNA LEGGERA RIPRESA DELL’EXPORT  
   
  Carrara, 22 ottobre 2004 - Il 2004 sta segnando il settore italiano del marmo in maniera forte, dividendo in maniera crescente gli operatori in due segmenti: quelli che escono rafforzati dalle difficoltà e quelli che, ancora coinvolti nel momento difficile, tendono a vedere il futuro in maniera sempre più negativa. E’ il dato di fondo che emerge dal consueto rapporto congiunturale relativo ai primi sei mesi dell’anno, realizzato dall’Internazionale Marmi e Macchine Carrara, che ha raccolto le risposte di 478 aziende italiane, per un totale di circa 9.000 addetti, comprendenti sia il settore della pietra naturale sia quelli della tecnologia e dei servizi. ”Occorrerà comunque attendere la fine dell’anno – ha sottolineato Paris Mazzanti, direttore dell’Imm presentando i risultati dell’indagine - per sapere con maggiore certezza se il trend del primo semestre che vede una leggera ripresa delle esportazioni, e dunque una maggiore fiducia delle imprese, si potrà consolidare sia nelle quantità che nei valori dei prodotti esportati, elemento che interessa particolarmente le aziende del distretto toscano orientate soprattutto nell’export di qualità”. Per comprendere le valutazioni delle imprese è bene ricordare che nei primi sei mesi dell’anno, l’Italia ha esportato pietre naturali, grezze e lavorate, per oltre 849 milioni di Euro, dei quali oltre 813 milioni dovuti a marmi, graniti e travertini, grezzi e lavorati, per un totale di 2milioni e 314 mila tonnellate, con un aumento del +10,99 in quantità e del +3,04 in valore rispetto al primo semestre del 2003. Sulle voci di maggior importanza (marmi e graniti, grezzi e lavorati) l’aumento dell’export è stato significativo è cresciuto del 5,6% sui volumi e del 2,7% sui valori. “Partendo da questi dati statistici rileviamo che i segnali di inversione di tendenza sono stati colti puntualmente, ma in maniera diversa, dalle aziende che hanno risposto all’indagine: con maggiore fiducia a livello nazionale e pessimismo più accentuato nel distretto tosco-ligure” rileva il presidente dell’Imm Giancarlo Tonini, ricordando anche che “alcuni dati sono ricorrenti e vengono riconfermati a livello nazionale, come la tendenza all’accorciamento del portafoglio ordini, con l’area toscana che conta sulla disponibilità di materia prima come elemento di sostegno della filiera, all’interno della quale notiamo segnali di ripresa degli investimenti in alcune importanti realtà aziendali.” Dalla rilevazione semestrale dell’Imm emergono elementi particolari e novità: la prima sta nell’importanza che stanno assumendo in Italia (ma non nel distretto toscano) le forme di lavoro atipico, o comunque a tempo determinato, che caratterizza zone, dove è presente una plurisettorialità produttiva, con una modalità occupazionale diversa dal passato. Un elemento specifico caratterizza il comprensorio apuo versiliese ed è quello relativo alle risposte sull’andamento generale: crescono sia le risposte negative che quelle positive, ma diminuisce la quota di stazionarietà. Il comparto sembra avvertire chiaramente il momento di svolta e la forbice tra le aziende che riescono a migliorare e quelle che non riescono a riposizionarsi è sempre più ampia. Il dato emerge, ma non con la stessa chiarezza anche nel resto d’Italia, e comunque, il profilo delle aziende che dichiarano un miglioramento momentaneo tiene maggior conto, localmente, dei produttori di materia prima. Il ruolo del mercato interno è sempre importante, ma il comprensorio toscano, attualmente non sembra costituire un mercato particolarmente attivo nemmeno per i produttori di tecnologie e di servizi. Per i settori collaterali, invece, le risposte in generale migliorano con più evidenza. Le domande formulate nell’ambito della ricerca congiunturale miravano soprattutto ad ottenere valutazioni e comparazioni sull’andamento del primo semestre 2004 rispetto all’ultimo semestre del 2003. Al quesito relativo alle valutazioni sul livello della domanda nel primo semestre del 2004 il 46% delle aziende italiane ha affermato di considerare stazionario il trend che per il 22% è in aumento mentre il 31% lo ritiene in calo. Il 41% delle aziende del distretto toscano considerano invece il livello della domanda in calo, il 17% in aumento ed un altro 41% stazionario. La domanda dall’estero viene considerata in crescita da oltre il 28% delle imprese italiane, mentre è ritenuta in calo dal 38% delle aziende del lapideo, che per il 32% considerano in leggera crescita la domanda di grezzi. Cresce la fiducia nel futuro perché il 26% delle aziende italiane del marmo vede un trend in miglioramento (erano solo l’11% nel luglio 2003), mentre solo il 19% delle aziende toscane condivide questa valutazione, anche se nel luglio 2003 solo il 5% era di questo parere. Si tratta comunque di valutazioni generali in linea con l’andamento dell’export del distretto toscano che a luglio 2004 ha fatto segnare un export di oltre 464.000 tonnellate di marmi e graniti, grezzi e lavorati per un valore di 232.641.000 Euro con un incremento del 6,3% in quantità e del 5.9% in valore.  
     
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