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Notiziario Marketpress di Giovedì 11 Marzo 2004
 
   
  Web alimentazione e benessere  
  SICUREZZA ALIMENTARE: GIRO DI VITE SUI CONTROLLI, A DIFESA DEI CONSUMATORI  
   
  Dopo la mucca pazza, il pollo alla diossina, poi la «lingua blu» e l'influenza aviaria. Sono solo alcune delle emergenze che hanno scosso il settore alimentare in questi ultimi anni provocando anche ingenti danni economici e sociali, oltre che alla salute. Dal punto di vista legislativo, dopo la pubblicazione del Libro bianco del gennaio 2000, è iniziato un ripensamento globale della politica europea sulla sicurezza alimentare con lo scopo di migliorare e rendere coerente il corpus della legislazione concernente tutti gli aspetti dei prodotti alimentari «dai campi alla tavola». Nel quadro di questo ripensamento globale, la commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la politica dei consumatori, si è pronunciata in prima lettura sulla proposta di regolamento relativo ai controlli ufficiali dei mangimi e degli alimenti, adottando la relazione di Marit Paulsen (Eldr, S) ora all'esame della Plenaria. La proposta dell'Esecutivo, mira alla fusione ed alla razionalizzazione dei numerosi atti normativi oggi vigenti e, al contempo, tende a colmare le attuali lacune legislative, in particolare rafforzandone la portata attraverso l'introduzione di meccanismi più rigorosi. La relazione adottata rafforza sensibilmente le proposte della Commissione, tuttavia critica la mancanza di una base giuridica che possa giustificare il dispositivo di sanzioni penali ipotizzato dall'Esecutivo. Più in particolare, i deputati chiedono che i controlli siano effettuati «almeno una volta all'anno per azienda» sulla base «di una valutazione del rischio delle imprese». Inoltre, i controlli, secondo i deputati, possono essere effettuati senza preavviso in qualsiasi fase della produzione, trasformazione o distribuzione dei mangimi e degli alimenti, sia da parte delle autorità degli Stati membri, sia da parte degli esperti della Commissione o da essa designati. Inoltre, i deputati prevedono che dei controlli «sistematici», quindi supplementari, debbano essere condotti sull'intera filiera della produzione biologica, oltre che sul prodotto finale. L'esecutivo, secondo i deputati, potrebbe vietare la commercializzazione di prodotti o ingredienti originari da uno Stato membro che non dispone di un programma di controllo nazionale, fatta salva la possibilità di concedere delle deroghe a singole aziende per le quali sia stato appurato il rispetto delle norme. Anche tutti gli alimenti e i mangimi importati da paesi terzi debbono essere soggetti a controlli ufficiali e, qualora non risultassero conformi alla normativa comunitaria, dovrebbero essere sequestrati e distrutti. Le relazioni annuali stilate dagli Stati membri sui controlli effettuati, secondo i deputati, dovranno essere rese pubbliche e comprendere anche un elenco di tutti gli operatori «che sono stati ritenuti responsabili di violazioni o irregolarità», cosicché i consumatori, avendo accesso a queste informazioni, possano effettuare scelte consapevoli al momento dell'acquisto. La Commissione, in seguito, sulla base delle relazioni nazionali, dovrà provvedere a stilare una relazione di sintesi da presentare al Parlamento e al Consiglio, per poi essere resa disponibile al pubblico. Riguardo ai costi di questi controlli, i deputati hanno optato per un sistema di tasse a carico dei singoli operatori del settore, calcolate in base a una categorizzazione del rischio, al fatturato delle imprese e al costo per l'autorità competente. Tali tasse, tuttavia, in uno Stato membro non possono discostarsi di più del 10% rispetto alla media comunitaria. Inoltre, quelle aziende che investono nella sicurezza alimentare sono premiate «mediante tasse più basse». La Commissione, d'altra parte, dovrà adottare i provvedimenti necessari per «garantire che l'imposizione delle tasse non provochi distorsioni del commercio o non sia altrimenti incompatibile con il mercato interno». Va notato che il relatore sta negoziando con il Consiglio una serie di emendamenti di compromesso che portano, in particolare, sulla trasparenza delle ispezioni, sul ruolo delle Pme e sul benessere degli animali.  
     
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