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Notiziario Marketpress di
Martedì 26 Ottobre 2004
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L'UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DELL'AQUILA RICEVE L'IBM SHARED UNIVERSITY RESEARCH AWARD PER UN INNOVATIVO PROGETTO DI RICERCA SULLA PROGETTAZIONE DEI PRODOTTI OBIETTIVO DELLA RICERCA È RIDURRE ALMENO DEL 15% I TEMPI DI PROGETTAZIONE |
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Segrate, 26 Ottobre 2004 - E’ “L’aquila”, dopo “Roma Tre” e “La Sapienza” il terzo ateneo in Italia ad aggiudicarsi lo Shared University Research (Sur) Award, il prestigioso riconoscimento che Ibm assegna alle migliori università in tutto il mondo, sostenendo con risorse e competenze i progetti di ricerca più innovativi. Il progetto di studio, presentato dal gruppo coordinato dai Professori Antonio Orlandi e Giulio Antonini del Uaq Emc Laboratory del Dipartimento di Ingegneria Elettrica dell’Università, si propone di sviluppare una metodologia per ridurre i tempi di prototipazione dei prodotti. La ricerca, intitolata “Modelli Peec per materiali dielettrici dissipativi e dispersivi”, riceverà da Ibm una donazione in infrastruttura tecnologica basata su sistemi Ibm eServer xSeries. Il progetto sarà sviluppato da un gruppo di lavoro internazionale, con la partecipazione diretta di ricercatori Ibm. Le attività di studio prevedono, infatti, una stretta collaborazione tra il Dipartimento di Ingegneria Elettrica dell’Università degli Studi dell’Aquila e il laboratorio di ricerca Ibm T.j. Watson, Yorktown. Il progetto di ricerca Le attuali esigenze di produzione necessitano di tempi di prototipazione sempre più brevi, con margini di errore sempre più ridotti, per ridurre i tempi di immissione sul mercato di nuovi prodotti. Per fornire risultati affidabili, accurati e in tempi compatibili con i sempre più accelerati processi di produzione, prima della costruzione del prototipo viene realizzata una simulazione a livello di modelli equivalenti. In questo contesto, l’odierna evoluzione dei sistemi ha determinato una sempre maggiore velocità di scambio di dati, che rende necessaria l’analisi sempre più accurata delle prestazioni dei sistemi digitali, attraverso strumenti di simulazione numerica. La simulazione deve tenere conto di tutti i fenomeni, tra i quali la non linearità del comportamento dei materiali dielettrici che può essere valutato attraverso appositi strumenti di calcolo che tengano conto dell’attenuazione introdotta dalle proprietà dissipative e dispersive di questi materiali sulla propagazione del campo elettromagnetico. Il progetto di ricerca si propone di perfezionare il metodo di studio della propagazione dei segnali sulle interconnessioni Peec (Partial Element Equivalent Circuit) sviluppato dai laboratori Ibm di T.j. Watson Research Center di Yorktown, negli Stati Uniti. In particolare, gli studi porteranno allo sviluppo di un modello Peec stabile e passivo per la modellizzazione dei materiali dielettrici dissipativi e dispersivi. “La costante evoluzione del metodo Peec a cui il nostro laboratorio si dedica è frutto sia della versatilità di questa metodologia di calcolo che della costante richiesta da parte dell’industria Hi-tech di poter disporre di strumenti perfezionati ed affidabili” commenta il Prof. Giulio Antonini, Ricercatore del Dipartimento di Ingegneria Elettrica dell’Università dell’Aquila. “Grazie al perfezionamento del modello Peec, - afferma Antonio Orlandi, Professore Ordinario del Dipartimento di Ingegneria Elettrica dell’Università dell’Aquila -è possibile ipotizzare un aumento della precisione della fase di simulazione di circa il 30% ed una conseguente riduzione dei tempi di progettazione del 15% almeno. Con le opportune applicazioni, questo potrebbe tradursi in una riduzione del time-to-market dei prodotti fino al 10-15%”. Ibm e la ricerca universitaria Ibm crede fortemente nella ricerca, come testimoniano gli otto laboratori presenti a livello mondiale, le oltre 3000 persone dedicate e gli ingenti investimenti in Ricerca & Sviluppo, pari a 5,1 miliardi di dollari nel 2003. Oltre a sviluppare le attività di studio al proprio interno, Ibm ha avviato progetti di collaborazione con istituti di ricerca e con il mondo accademico. In particolare, la ricerca universitaria viene sostenuta attraverso programmi e iniziative specifiche, tra cui gli Shared University Research Award (Sur). Attraverso i Sur, Ibm mira ad instaurare una partnership con gli atenei impegnati in progetti di ricerca innovativi nelle aree tematiche individuate come strategiche. I progetti selezionati ricevono un finanziamento sotto forma di dotazione tecnologica in base alle specifiche esigenze di ciascuna ricerca. Le attività di studio vengono svolte con il supporto del team internazionale di ricerca Ibm. Nel 2003, Ibm ha premiato con questo riconoscimento 65 progetti di ricerca nel mondo. In Italia, oltre all’Università dell’Aquila, sono state premiate “La Sapienza” e “Roma Tre”, mentre in Europa, tra le altre, il Cern di Ginevra e l’Università di Oxford. “Lo Shared University Research Award assegnato all’Università dell’Aquila conferma come la ricerca di Ibm si svolga attraverso un network di relazioni che coinvolge i centri di eccellenza a livello mondiale, raggiungendo gli atenei più innovativi, ovunque questi si trovino” afferma Gianfranco Bazzigaluppi, Responsabile delle Relazioni con le Università per Ibm nel Sud Europa.
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