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Notiziario Marketpress di
Giovedì 11 Marzo 2004
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MAGGIORE ATTENZIONE ALLA COMUNICAZIONE INTERCULTURALE: L’IMPEGNO DEI COMUNICATORI |
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Torino, 11 marzo 2004 - Il 3 marzo è partito con successo da Torino il ciclo di eventi dedicati alla Comunicazione Interculturale, promosso da Ferpi (Federazione Relazioni Pubbliche Italiana), Unicom (Unione Nazionale Imprese di Comunicazione) ed Etnica (la Scuola per l’Economia interculturale). L’incontro torinese - aperto da Enzo Cucco, che ha portato il saluto del Segretariato Sociale Rai - è stato caratterizzato da una maratona di esperienze di migranti oggi inseriti con successo nel nostro Paese: Sued Benkdhim (Marocco – Associazione Diafa El Maghreb), Mohamed Ba (Senegal – Terre di mezzo), Viorica Nechifor (Romania – Mondo Notizie), Alvaro Duque (Colombia - Migranews), Flor Vidaurre (Perù – Associazione Alma Terra). Obiettivo centrale della giornata era approfondire linguaggi, campagne, strategie da proporre a imprese ed enti pubblici che intendono comunicare con questo articolato target. Da un marketing monoculturale a un marketing interculturale: questa la proposta di Enzo Napolitano di Etnica-profetica, che ha evidenziato il pericolo di un’ondata di social responsability più colorata e speziata e di pubblicità “united colors” buoniste. Ma allora come evitare che il welcome marketing diventi la nuova e vuota parola d’ordine di manager e consulenti? Secondo Napolitano, va data particolare attenzione a prodotti, servizi e progetti welcome, che debbono dare ai bisogni di integrazione risposte efficaci, rispettose e coerenti con le realtà migranti. A conferma dell’importanza che il mondo migrante ha assunto oggi nel nostro Paese sono i risultati di una ricerca illustrata da Carlo Santucci di Assirm (Associazione Istituti di Ricerca di Mercato). I migranti con regolare permesso di soggiorno sono ormai il 3 % della popolazione e di questi oltre l’88 % ha un lavoro, di cui si ritiene mediamente abbastanza soddisfatto. A livello di consumi, sembra emergere che il campo alimentare sia quello in cui avviene l’integrazione più rapida con le abitudini italiane. Nella scelta dei prodotti, convenienza e qualità del prodotto superano di gran lunga l’importanza della marca, e ancora scarsa è l’influenza della pubblicità (solo il 14% dichiara di seguire i suoi suggerimenti). L’intervento di Rossella Sobrero, Amministratore Delegato di Koinètica e Vice Presidente Unicom, ha invece portato l’attenzione sulle modalità per comunicare con le realtà migranti. Presentando alcune campagne realizzate da aziende ed enti pubblici, Rossella Sobrero ha ricordato che ancora troppo poca attenzione viene data dai pubblicitari alla necessità di adottare messaggi e canali diversi per comunicare con chi ha culture, tradizioni, religioni tanto differenti. Una proposta concreta è l’inserimento di mediatori culturali nella fase di elaborazione dei progetti. Parlando di responsabilità sociale dei comunicatori, Toni Muzi Falconi, Presidente di Methodos e past president di Ferpi, ha messo in luce il dato inquietante, scaturito dall’annuale ricerca condotta dall’Università di Berkeley, secondo il quale ogni individuo del pianeta riceve e ritrasmette 800 milioni di bit informativi all’anno, con un incremento annuale del 30%. Di fronte a questa forma di “pollution” informativa, la responsabilità di chi comunica per professione è quella di riuscire a governare il flusso sproporzionato di notizie anche per arginare l’eccessivo dispendio di risorse economiche. Ottimizzare gli investimenti significa incrementare il lavoro “a monte” per risparmiare “a valle”. In altri termini vuol dire dedicare maggiore impegno alle fasi dell’ascolto e della progettazione, spesso trascurate a fronte di una messa in atto troppo affrettata. Significa anche applicare una selezione molto accurata degli interlocutori attraverso una corretta segmentazione. Muzi Falconi ha quindi invitato la platea a considerare il caso della comunicazione interculturale, nuova frontiera da esplorare, come una nuova leva di riflessione in questi termini. Sono state inoltre presentate alcune interessanti case history aziendali. Amedeo Piva, Direttore Politiche Sociali di Ferrovie dello Stato - che ha contribuito alla realizzazione dell’iniziativa - ha illustrato l’impegno dell’azienda nei confronti dei migranti, ricordando alcuni progetti attivati per l’accoglienza e l’ospitalità. Giulio Zanaboni, di Banca Popolare Milano, ha presentato il caso del progetto Extrà, un prodotto per le realtà migranti realizzato qualche anno fa e ora in fase di restyling. Tutti i presenti hanno concordato sulla carenza di strumenti per dialogare con questi soggetti, aggravata da un contesto in cui i media tendono ancora ad offrire uno stereotipo negativo del migrante. Per questo è necessario promuovere azioni finalizzate a elevare il livello di qualità della comunicazione relativa al dialogo interculturale e a diffondere presso aziende e organizzazioni una nuova cultura del rispetto, della tutela e della valorizzazione delle identità. Comunicazione Interculturale intende proseguire il discorso nel prossimo incontro che si terrà a Padova il 24 marzo. Per adesioni: Ferpi: comunicazione-interculturale@ferpi.It
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