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Notiziario Marketpress di
Martedì 06 Luglio 2004
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LA CLONAZIONE RIPRODUTTIVA GENERA MAGGIORI ANOMALIE, AVVERTONO GLI SCIENZIATI |
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Bruxelles, 6 luglio 2004 - Rispetto ai metodi più tradizionali di riproduzione assistita, l'uso delle tecniche di clonazione riproduttiva nei topi ha molte più probabilità di generare anomalie, hanno affermato gli scienziati presenti a una conferenza in Germania. La scoperta rafforza le prove secondo cui la clonazione riproduttiva può avere pericolosi effetti collaterali, e ha portato a una reiterata richiesta di bandire l'uso di questa tecnica sugli esseri umani. Lo studio è stato condotto da ricercatori della Cornell University di New York (Usa); che hanno fertilizzato 68 ovuli di topo usando sia la clonazione che le più tradizionali tecniche di riproduzione assistita (Art). I risultati hanno mostrato che una percentuale molto più bassa di embrioni clonati era giunta allo stadio di blastocita, e che quelli che vi erano arrivati mostravano segni di anomalie nello sviluppo genetico. Nel presentare i risultati del suo team alla conferenza di Berlino dell'Eshre (European society on human reproduction and embryology, la Società europea di riproduzione umana ed embriologia); il dottor Takumi Takeuchi ha detto: 'Abbiamo riscontrato negli embrioni clonati uno sviluppo significativamente alterato rispetto agli embrioni trattati con le più convenzionali Art [...] e questo ci ha convinto ancora di più che la clonazione riproduttiva non è sicura e non dovrebbe essere applicata agli esseri umani'. Il dottor Andre van Steirteghem, direttore esecutivo dell'Esher, ha detto alla Bbc: 'Vi è un accordo assoluto sul fatto che la clonazione riproduttiva dovrebbe essere bandita. Da tutti gli esperimenti risulta chiaramente che è troppo pericolosa'. Nel frattempo, la conferenza ha ascoltato un gruppo di scienziati che riferivano apparenti progressi nel trattamento del morbo di Parkinson nei topi grazie all'uso di cellule staminali di embrioni umani. Il team dello Hadassah University Hospital di Gerusalemme ha manipolato cellule staminali di un embrione clonato per creare speciali neuroni assenti nei pazienti che soffrono di malattie cerebrali degenerative. I neuroni sono stati impiantati nel cervello dei topi affetti da morbo di Parkinson, ed è stata la prima volta che cellule staminali umane venivano usate in animali. I ricercatori hanno constatato che i sintomi del morbo di Parkinson nei topi, ad esempio la tendenza a girare costantemente quando si muovono, si era significativamente ridotta dopo il trapianto. Nel corso della conferenza, Benjamin Reubinoff ha affermato: 'Lo studio dimostra per la prima volta che i precursori neurali embrionici sviluppati a partire cellule staminali possono portare a un parziale recupero funzionale in un modello sperimentale di morbo di Parkinson. Pensiamo che si tratti di una constatazione incoraggiante, e che sia la premessa per futuri sviluppi che potrebbero eventualmente permettere l'uso di cellule staminali embrionali nel trattamento del morbo di Parkinson'. Anche se molti esperti presenti alla conferenza hanno accolto con favore i risultati, altri hanno tuttavia messo in guardia sul fatto che gli effetti a lungo termine della procedura sui topi debbono essere ulteriormente studiati. Infolink: http://www.Eshre.com/ecm/mainm.asp?ns=1
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