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Notiziario Marketpress di
Martedì 29 Giugno 2004
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IL GIORNALISTA-MASSMEDIOLOGO IGOR RIGHETTI È INTERVENUTO QUESTA MATTINA A OMNIBUS SU LA 7 “LA COMUNICAZIONE POLITICA ITALIANA HA TEMPI E MODI SBAGLIATI” |
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Roma, 29 giugno 2004 - “Bisogna arrivare a fare una campagna di comunicazione politica e non una di comunicazione elettorale. Soltanto in questo modo si può evitare che gli elettori vadano al voto sentendosi come mosche in un villaggio di stitici”. E’ quanto ha affermato questa mattina il giornalista-massmediologo Igor Righetti intervenuto al programma Omnibus su La7 condotto da Andrea Pancani. “Nell’ultima campagna elettorale - ha affermato Igor Righetti - è stato molto interessante osservare i manifesti. Perché è chiaro ormai che la propaganda politica è trattata al pari di una qualunque pubblicità per un qualunque prodotto commerciale. Ma la comunicazione politica italiana ha tempi e modi sbagliati. Questi grandi manifesti che appaiono in prossimità delle campagne elettorali dimostrano che la comunicazione politica si attiva soltanto in alcuni momenti, proprio in quelli che rendono meno credibili le loro proposte dei politici. In quanto poi alla qualità del messaggio politico, la fantasia è così poca che ci si affida alle grandi facce degli eleggibili che si trovano nel periodo elettorale appiccicate un po’ dappertutto, anche sui cassonetti dei rifiuti, riducendo la comunicazione politica a un fotomontaggio fatto da autori di fotoromanzi preistorici, più falso dei reality show televisivi. Niente argomenti e programmi politici a confronto. Soltanto slogan al minimo sindacale, nobile sublimazione del trash, spesso irritanti come una rettoscopia per la loro evidente falsità. Tutto si basa sull’apparire. Al contrario di quanto avviene in altri paesi dove sono i programmi politici al centro del dibattito. La disaffezione alla politica colpisce strati sempre più ampi di popolazione e quindi è interesse di tutti, politici e non, trovare un modo di riavvicinare alla politica e alla partecipazione quanta più popolazione è possibile, soprattutto i giovani che non avendo punti di riferimento costituzionali idealistici ne vanno disperatamente alla ricerca trovandoli nelle frange più estreme. L’astensione intellettuale dalla vita politica preme perché si mettano a punto strategie mirate di coinvolgimento costante e continuo della popolazione per offrire nuovi consensi e nuove energie.
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