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Notiziario Marketpress di Martedì 16 Marzo 2004
 
   
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  RICHARD LONG - JIVYA SOMA MASHE UN INCONTRO IN INDIA  
   
  Milano, 16 marzo 2004 - Dopo la multimedialità di Laurie Anderson, l’attività espositiva del Pac di Milano prosegue con la mostra Richard Long - Jivya Soma Mashe. Un incontro in India, quarto appuntamento della programmazione artistica curata per il Pac da Jean-hubert Martin. Il progetto, nato da un incontro in India fra il celebre esponente della land art Richard Long e il maestro dell’arte tradizionale della tribù warli, Jivya Soma Mashe, è curato dallo scrittore e critico d’arte Hervé Perdriolle, vissuto in India per molti anni, e ribadisce l’interesse di Jean-hubert Martin per l’arte non occidentale e per il dialogo interculturale. Richard Long, nel febbraio del 2003, ha soggiornato nello stato di Maharashtra, ha visitato diversi villaggi e conosciuto Jivya Soma Mashe e la gente della tribù warli. Durante questo soggiorno, ha realizzato sul territorio indiano diversi interventi documentati in una serie di fotografie esposte nella mostra. I due artisti, altamente apprezzati nelle rispettive culture, non hanno però potuto comunicare con le parole, in quanto Mashe parla solo la lingua warli, e lo hanno fatto soprattutto attraverso la loro arte. Il dialogo artistico instauratosi fra le opere create in India da Richard Long – che ha utilizzato materiali naturali quali riso, cenere, acqua, spezie o disegnato con la terra forme archetipiche – e i dipinti narrativi di Mashe eseguiti con sterco di mucca e acrilici, continua nella mostra allestita nelle sale del Pac. Nonostante le loro differenze, le opere dei due artisti rivelano al visitatore un linguaggio formale affine. Per esempio, cerchi e spirali ricorrono costantemente sia nei dipinti di Mashe che nelle installazioni di Long. Mashe e Long sono inoltre accomunati da un senso di rispetto e da una sensibilità estremi nei confronti della Terra, del paesaggio e della natura. E c’è un altro elemento che questi due artisti appartenenti a culture così diverse condividono: usando i mezzi dell’arte, essi gettano un ponte fra il tempo e lo spazio, fra il passato e il presente. A partire dai primi anni settanta, quando il governo indiano ha iniziato a interessarsi maggiormente all’arte tradizionale delle varie comunità tribali, l’arte warli e con essa lo straordinario talento di Jivya Soma Mashe sono andati acquistando una crescente visibilità, per quanto Mashe sia ancora poco conosciuto in Occidente. La tribù warli vive a circa 150 chilometri da Mumbai (ex Bombay) e ancora oggi parla una lingua di cui non esiste forma scritta. È famosa per le sue pitture murali, raffiguranti sia spiriti soprannaturali che scene di vita quotidiana. Sono dipinti eseguiti interamente in bianco, applicando una miscela di pasta di riso, acqua e gommoresina, che funge da legante, sulle pareti color terracotta delle capanne, anch’esse costruite con i materiali più semplici: rami, argilla e sterco di mucca. Un bastoncino di bambù viene usato come “pennello” per tracciare i motivi, basati soprattutto sulle figure del cerchio, del triangolo o del quadrato. Di regola questi dipinti vengono eseguiti esclusivamente in occasioni cerimoniali: la celebrazione di un matrimonio, la festa del raccolto... Jivya Soma Mashe è stato il primo a uscire dai confini di questa pratica rituale, non solo dipingendo ogni giorno, ma tracciando i suoi motivi anche su tela. La mostra presenta, di Jivya Soma Mashe, una serie di opere su carta e dipinti su tela, datati fra il 1997 e il 2003, realizzati con pittura acrilica bianca e sterco. Di Richard Long sono esposti lavori di ampie dimensioni, realizzati con fango e pittura acrilica su pannelli di legno, datati 2003, e una serie di opere fotografiche legate al lavoro realizzato dall’artista durante il soggiorno in India. Long, inoltre, esegue per lo spazio milanese alcune opere ad hoc. Accanto alle opere citate viene proiettato il film/documentario “Stones and Flies. Richard Long in the Sahara” girato nel 1988 dal regista Philippe Haas. L’esposizione è accompagnata da un catalogo riccamente illustrato, con testi in italiano e francese, edito da Edizioni Gabriele Mazzotta. In occasione della mostra la Sezione Didattica del Pac, accanto alle visite guidate per il pubblico, organizza laboratori e attività per i bambini, le famiglie e le scuole con un programma di iniziative intitolato Fango, sentieri e cerchi magici! realizzato con il sostegno del Gruppo Coop Lombardia. Si terrà inoltre la terza edizione della rassegna Pacinconcerto, appuntamenti fra arte e musica contemporanea, imperniata sulla musica indiana e sul suo rapporto con la musica occidentale, e Appuntamenti contemporanei, un ciclo di conferenze sull’arte contemporanea con particolare riferimento alla land art . Pac Via Palestro 14 Milano tel 02 76009085 fax 02 783330 – segreteria@pac-milano.Org  
     
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