|
|
|
|
|
|
|
Notiziario Marketpress di
Mercoledì 30 Giugno 2004
|
|
|
|
|
|
Pagina1 |
|
|
LE SCUOLE NON PREPARANO GLI STUDENTI ALLE CARRIERE SCIENTIFICHE, METTE IN GUARDIA L'ACCADEMIA INGLESE |
|
|
|
|
|
Bruxelles, 30 giugno 2004 - Nel Regno Unito, gli esami scolastici di scienza non riescono a preparare i giovani alle future carriere e studi, avverte la Royal Society, l'accademia nazionale inglese per le scienze. La messa in guardia segue la pubblicazione di un rapporto del King's College di Londra sulla valutazione delle conoscenze di scienze dei giovani tra i 14 e i 19 anni. Il rapporto afferma che la scienza delle scuole secondarie e dei college non fornisce un'ampia gamma di conoscenze specifiche, ma si concentra invece sulla preparazione degli studenti agli esami e sull'esecuzione di esperimenti classici e prevedibili. Le conoscenze specifiche richieste dai datori di lavoro e dalle università vengono quindi ignorate. 'Insegnare agli allievi a svolgere esperimenti scientifici pratici di estrema semplicità, che non falliscono mai, non permette loro di percepire il dinamismo della vera ricerca scientifica', afferma il professor Mick Brown, capo del gruppo direttivo della Royal Society per la valutazione delle scienze nelle scuole. 'Abbiamo bisogno di un sistema di valutazione che accenda l'entusiasmo dell'allievo per la materia, schiudendogli un eccitante mondo di problemi da risolvere, scoperte e innovazioni e favorendo al tempo stesso le sue conoscenze fattuali'. Nel breve termine, la Royal Society raccomanda dunque che l'organismo governativo preposto al controllo degli esami e gli organismi che li organizzano incoraggino la valutazione di una più ampia gamma di conoscenze specifiche nei corsi di scienza delle scuole secondarie. L'accademia ritiene che si può ottenere tale risultato ridimensionando gli esami a favore di valutazioni evolutive. 'Conoscenze professionali [dei docenti] e tempo potrebbero essere meglio utilizzati per insegnare e valutare la scienza in un modo che aiuti gli allievi non solo a superare gli esami, ma anche ad avere successo nelle carriere scientifiche e come membri informati della società', ha detto Brown. 'In pratica, questo significa incoraggiare le conoscenze analitiche e l'uso degli esami come strumento per aiutare gli allievi a imparare e a entusiasmarsi, piuttosto che come semplice mezzo per superare le prove'. Nelle sue raccomandazioni, la Royal Society ha l'appoggio della comunità d'insegnanti di materie scientifiche: 'L'insegnamento delle scienze dovrebbe da un lato permettere agli allievi di capire l'argomento trattato, in modo da potersi intelligentemente impegnare in temi difficili quali il riscaldamento globale, la ricerca sulle cellule staminali e gli alimenti Gm (geneticamente modificati); e dall'altro lato stimolare quelli che hanno attitudine per le scienze a persistere negli studi e nella carriera', ha detto Michael Terry, un insegnante di scienze londinese. Lo studio sulla valutazione nelle materie scientifiche è stato condotto in un contesto in cui si assiste al crollo del numero di giovani che scelgono la carriera scientifica. 'In un momento in cui un numero pericolosamente ristretto di giovani di 16 anni scelgono di continuare i propri studi in aree scientifiche, e in cui le strutture hanno sempre più difficoltà ad assumere e conservare gli insegnanti di materie scientifiche, il ruolo della valutazione nell'insegnamento delle scienze non può essere ignorato, e meno ancora si può permettere che continui ad essere assurdamente distorta da numerose differenti priorità pubbliche e politiche che la condizionano', avverte la Royal Society. Per consultare la dichiarazione della Royal Society sulla valutazione nell'insegnamento delle scienze: http://www.Royalsoc.ac.uk/education/assessment/
|
|
|
|
|
|
<<BACK
|
|
|
|
|
|
|
|