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Notiziario Marketpress di Martedì 19 Aprile 2005
 
   
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  VALUTAZIONE DELLE ESIGENZE DI ISTRUZIONE E DI FORMAZIONE NELLA NANOSCIENZA E NELLA NANOTECNOLOGIA  
   
  Bruxelles, 19 aprile 2005 - Le nanoscienze sono una disciplina scientifica relativamente nuova, e pertanto in molti istituti accademici e organismi pubblici si stanno ancora valutando le esigenze di istruzione e formazione. Quali sono le competenze di cui si dispone, e quali sono le richieste effettive in termini di nuove conoscenze che la comunità di utenti pone nei confronti dei nuovi laureati? I partecipanti a un seminario tenutosi a Bruxelles il 14 aprile hanno cercato di dare una risposta a questi interrogativi. Individuare le esigenze di formazione nel campo della nanoscienza e della nanotecnologia è complicato dal fatto che non si tratta di una disciplina scientifica a se stante, bensì di una disciplina che ne taglia trasversalmente molte altre. Pertanto, gli atenei devono adottare un approccio completamente nuovo. La struttura tradizionale delle università in cui, per esempio, uno studente di fisica frequenta la facoltà di fisica e raramente, o mai, ha contatti con gli studenti di biologia, deve necessariamente cambiare. Questo è anche il tipo di approccio più gradito al settore, puntualizza Tim Harper, presidente e direttore generale di Científica e amministratore della European Nanobusiness Association. "I datori di lavoro non sono alla ricerca di laureati con una prima laurea in nanoscienza. Preferiscono una base solida in scienze corredata di un corso di specializzazione - un master o un dottorato - conseguito successivamente", ha dichiarato. Anche la Commissione europea è favorevole a un approccio meno specializzato. Se l'approccio tradizionale all'istruzione può essere raffigurato utilizzando l'immagine di piramide rovesciata, con la base ampia di studio che si restringe progressivamente mano a mano che il ricercatore progredisce, il capo dell'unità della Commissione Reti di formazione attraverso la ricerca Bruno Schmitz ha evidenziato la necessità di un approccio alla formazione nelle nanoscienze strutturato ispirandosi alla forma della clessidra, con l'ampiezza degli studi che ricomincia ad allargarsi con l'acquisizione di maggiore esperienza da parte del ricercatore. Benché il numero dei laureati in scienze stia diminuendo, e paradossalmente proprio quando la tecnologia sta assumendo un ruolo sempre più importante nella nostra vita, come ha osservato il dottor Harper, sta nascendo una molteplicità di corsi nelle aree della nanoscienza e della nanotecnologia. Mark Morrison, dell'Institute of Nanotechnology del Regno Unito, ha riferito ai partecipanti che, benché la maggior parte dei paesi membri stia istituendo corsi specializzati in queste discipline, il mercato è tuttavia dominato da Regno Unito, Germania, Francia e Danimarca. Si stanno inoltre moltiplicando i corsi di apprendimento per via elettronica (e-learning) sulla nanoscienza e sulla nanotecnologia, anche se la loro diffusione è frenata da ostacoli quali i timori riguardo alle norme, la carenza di sostegno finanziario e la resistenza interna opposta da alcuni atenei. Non si tratta solo di produrre più laureati, bensì di produrne di migliori, ha affermato il dottor Harper. Alla luce di ciò, all'inizio di quest'anno la European Nanobusiness Association ha condotto un sondaggio tra le società che utilizzano la nanoscienza o la nanotecnologia, allo scopo di valutare le loro esigenze. La maggior parte delle imprese ha dichiarato che è difficile assumere personale con le competenze adeguate, e molte hanno affermato che si tratta di un problema urgente - il 33 per cento degli intervistati ha dichiarato che entro l'anno prossimo la nanotecnologia avrà verosimilmente ripercussioni sulle loro attività. Il dottor Harper ha anche sottolineato il divario che sussiste tra il mondo accademico e l'industria, un altro fattore che si ripercuoterà sulle imprese. "L'europa non denota una carenza di istituti accademici che operano nel campo della nanoscienza, e allora perché siamo tuttora meno competitivi? Manca ancora qualcosa. La maggior parte delle università dispone di uffici per il trasferimento delle tecnologie, ma quante possono contare su competenze imprenditoriali di base? Dobbiamo ripristinare i legami tra le università e l'industria", ha ribadito. Per gli accademici non è facile individuare le opportunità commerciali se non conoscono il mondo aziendale, ha osservato il dottor Harper, e ha avvertito: "Il problema è urgente e non potrà che peggiorare se non iniziamo ad affrontarlo". Lattenzione non dovrebbe tuttavia essere spostata completamente sull'aspetto applicato della scienza, vale a dire dalla nanoscienza alla nanotecnologia. La ricerca di opportunità commerciali non deve tradursi nella fine della ricerca di base, ha dichiarato il dottor Harper. Il sostegno comunitario alla nanoscienza e alla nanotecnologia è destinato a proseguire. A titolo del Sesto programma quadro (6Pq) era disponibile uno stanziamento di 1,492 miliardi di euro a favore delle nanotecnologie e delle nanoscienze, dei materiali multifunzionali basati sulla conoscenza, e dei nuovi processi e dispositivi di produzione, e questo importo è destinato ad aumentare nel 7Pq. "Le nanoscienze, le nanotecnologie, i materiali e le nuove tecnologie di produzione" sono già state inserite come una priorità della ricerca nelle proposte della Commissione per il programma. Inoltre, proseguirà anche il sostegno alla formazione nella nanoscienza e nella nanotecnologia nell'ambito del programma comunitario Marie Curie. Dal 1994 la Commissione ha già investito 61,9 milioni di euro in quest'area e ha finanziato 1379 anni-persona. Queste cifre sono destinate indubbiamente ad aumentare prima della fine del 6Pq, in quanto fino a questo momento i piani sono stati finanziati solo nell'ambito del primo invito a presentare proposte. Http://www.cordis.lu/nanotechnology/  http://www.Cordis.lu/nmp/home.html  
     
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