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Notiziario Marketpress di
Giovedì 18 Marzo 2004
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INCORAGGIANDO GLI INVESTIMENTI E IL TRASFERIMENTO TECNOLOGICO L'EUROPA PUÒ RECUPERARE LA SUA FORZA COMPETITIVA, AFFERMANO GLI INDUSTRIALI |
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Bruxelles, 18 marzo 2004 - I rappresentanti del mondo industriale all'European Business Summit hanno avvertito che una quota crescente di ricerca e sviluppo (R&s) ad alto valore aggiunto si sta spostando al di fuori dell'Ue e hanno quindi sollecitato l'Ue a seguire il modello americano, dando un forte impulso agli investimenti e aumentando il trasferimento tecnologico. 'Il grande paradosso nell'Ue - ha detto Paul van Grevenstein, direttore operativo della Sti Management - è che produciamo conoscenza di elevata qualità che non viene poi usata. Dobbiamo sbloccare il valore socioeconomico della conoscenza'. L'europa ha bisogno di favorire il trasferimento dal mondo accademico a quello industriale e di professionalizzare quest'attività, ha aggiunto. Anche se la R&s rappresenta la più importante fonte singola di ricchezza nell'Ue, negli ultimi dieci anni molti posti di lavoro nel settore sono stati persi a tutto vantaggio degli Usa. Un buon esempio è quello dell'industria farmaceutica: nel 1992 sei tra i primi dieci medicinali erano stati sviluppati nell'Ue e quattro negli Usa. Nel 2000 gli Usa avevano raddoppiato la loro presenza ed erano saldamente al primo posto. 'In Europa c'è una chiara mancanza di investimenti', dice Didier de Chaffoy, vicepresidente senior della Drug Discovery Europe presso la Johnson and Johnson. 'Si è registrato un importante slittamento d'investimenti dall'Ue agli Usa. Nel 1990 il 73% dei fondi per la R&s farmaceutica delle aziende europee era speso in Europa, nel 1999 la percentuale è precipitata al 59% e il resto è andato agli Usa'. L'innovazione europea è ora caratterizzata da un basso rischio e da un basso valore aggiunto, e poiché crea poche innovazioni di trasformazione riduce la capacità competitiva europea sulla scena mondiale. Se l'Europa vuole recuperare la sua capacità competitiva deve fare in modo da rendere gli investimenti più interessanti, hanno sottolineato i rappresentanti del mondo industriale. Le aziende europee debbono trasformare i costi esterni in investimenti interni e passare dall'innovazione di ottimizzazione a quella di trasformazione, come avviene negli Usa. Per arrivare a un tale risultato le aziende debbono poter legare gli sforzi innovativi alla creazione di valore economico. Debbono quindi innovare in una prospettiva strategica chiara e offrire un valore aggiunto sostanziale ai propri clienti. Per ultimo, ma non meno importante, debbono essere pilotate da una leadership con esperienza nel trasformare i 'risultati' in 'valore'. È inoltre indispensabile dar vita a un efficace partenariato tra mondo accademico e mondo industriale, e le due parti debbono condividere la stessa visione a lungo termine, con rischi e guadagni. Anche nel caso degli organismi di ricerca con finanziamento pubblico è necessaria una buona capacità gestionale a livello dirigenziale, hanno concordemente ammesso i partecipanti. I responsabili della gestione debbono essere più responsabili, avere una maggior esperienza d'affari, e essere capaci di mantenere un contatto diretto con le richieste dell'industria. Al tempo stesso le autorità pubbliche dovrebbero ridurre le tasse sugli investimenti per la R&s e sugli investimenti industriali, e le imposte sul reddito dei ricercatori, incoraggiando parallelamente il passaggio dal finanziamento su base di progetti agli incentivi strutturali a lungo termine e alla creazione di conoscenza.
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