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Notiziario Marketpress di Giovedì 21 Aprile 2005
 
   
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  CANCRO COLO-RETTALE: LA PREVENZIONE PUO' SALVARE LA VITA A ROMA UN CONVEGNO PER METTERE A CONFRONTO MEDICI DI FAMIGLIA, SPECIALISTI E ISTITUZIONI  
   
  Roma, 21 aprile 2005 - Di cancro si può morire, ma di cancro del colon-retto si può anche guarire, se si interviene tempestivamente. E' il tumore più facilmente prevenibile. Il 75% dei soggetti colpiti da questa patologia ha, infatti, buone possibilità di guarire, se questa è stata diagnosticata precocemente. Con l'obiettivo di informare la popolazione a rischio sui pericoli legati al Cancro Colo-rettale e sulle reali possibilità di prevenire la malattia e ridurre il rischio di decessi per tumore grazie ad una prevenzione tempestiva, la Federazione Italiana delle Malattie Digestive (composta da Aigo, Sied e Sige), insieme alla Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, con il supporto della Fondazione Johnson & Johnson, ha promosso una campagna di sensibilizzazione nazionale sul Ccr. Nell'ambito di tale campagna, organizza il convegno "ll Cancro Colo-rettale: ruolo dello specialista e del medico di medicina generale", che si tiene sabato 30 aprile 2005 presso l'Aula dell'ospedale Idi - Istituto Dermopatico dell'Immacolata Irccs di Roma. Il Convegno, il quinto di una serie di workshop che coinvolgono varie regioni italiane, e che è stato inserito nel Programma Nazionale di Educazione Continua in Medicina, nel Lazio è coordinato dal professor Ercole De Masi, Primario dell'U.o. Di Gastroenterologia dell'ospedale San Carlo - Idi di Roma. Quando la prevenzione può salvare la vita - Lo scopo del convegno è quello di svolgere un'azione capillare di formazione/informazione verso i medici di medicina generale circa le modalità di prevenzione del cancro colo-rettale. La riduzione dell'incidenza e della mortalità che costituisce il principale obiettivo della campagna nazionale, è possibile solo se i medici di medicina generale saranno ben consapevoli delle reali potenzialità delle metodologie di screening e diventeranno protagonisti della prevenzione, indirizzando i loro pazienti verso gli esami più idonei. Si discute di... - Il workshop, articolato in due sessioni, verrà moderato nella prima sessione da Livio Cipolletta, Presidente Sied e da Francesco Paolo Rossini, Primario Emerito di Gastroenterologia Ospedale S. Giovanni Battista - Molinette di Torino e nella seconda sessione da Lucio Capurso, Primario del Servizio Gastroenterologia & Endoscopia Digestiva dell'Ospedale "San Filippo Neri e da Giovanni Gasbarrini, direttore dell'Istituto di Medicina Interna e Geriatria dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. La serie di relazioni prevede, nella prima sessione l'intervento del professor Mercello Anti, direttore dell'U.o. Di Gastroenterologia dell'ospedale Belcolle di Viterbo, che introdurrà il profilo epidemiologico e la storia naturale della patologia, seguito dal professor Massimo Crespi, Primario Emerito dell'Istituto "Regina Elena" per lo Studio e la Cura dei Tumori di Roma che parlerà dell'importanza del test di screening nei soggetti a rischio. Il tema verrà infine approfondito, con focus sulla colonscopia nello screening, da Sergio Crotta, dell'Ospedale Beau Regard di Aosta. La seconda parte del convegno, prevede la partecipazione del dottor Christopher Williams del St. Mark's Hospital di Londra che svilupperà gli aspetti della polipectomia endoscopica, al quale seguirà la presentazione, da parte del professor Franco Pacini, Direttore dell'Unità di Gastroenterologia dell'Ospedale di Careggi - dei risultati ottenuti fino ad oggi da questa grande iniziativa a livello nazionale. La professoressa Paola Muti, proveniente dall'Università di Buffalo (Usa) e Capo del Dipartimento di Epidemiologia dell'Istituto "Regina Elena" per lo Studio e la Cura dei Tumori di Roma, affronta il tema della qualità alimentare nella prevenzione di questa patologia. A seguire, interverrà Elda Melaragno, Direttore della Direzione Regionale Programmazione Sanitaria della Regione Lazio che esporrà il Piano Sanitario Regionale e le Politiche di Prevenzione. L'incontro si concluderà con l'analisi di due esperienze di screening svolte nel Lazio e in Veneto e con l'intervento di Gianni Cirilli, della Simg Lazio, che illustrerà l'importanza del ruolo del medico di medicina generale nello screening e nella gestione del paziente affetto da cancro del colon-retto. I numeri di un nemico silenzioso - Il cancro colo-rettale si manifesta con frequenza pressoché uguale in entrambi i sessi. Il 90% dei casi diagnosticati su base clinica riguarda individui sopra i 55 anni. La sopravvivenza a 5 anni dipende dallo stadio della diagnosi: è del 90% quando la malattia è identificata nella sua fase iniziale mentre scende a circa il 15-20% se la diagnosi è tardiva. La popolazione a rischio per familiarità e le persone che hanno superato i cinquant'anni dovrebbero sottoporsi ad un programma preventivo specifico: il test del sangue occulto nelle feci da effettuare ogni anno e periodicamente la colonscopia, eseguita in sedazione. Questi esami, se prescritti dal medico, sono esenti dal ticket e possono essere eseguiti presso i Centri di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva. L'elenco dei centri è disponibile sul sito www.Cancrocolon.it  
     
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