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Notiziario Marketpress di Giovedì 28 Aprile 2005
 
   
  Web alimentazione e benessere  
  PARMIGIANO-REGGIANO IN ASSEMBLEA CON L’ATTENZIONE AL MERCATO - NEL 2004 PRODOTTE 3.080.502 FORME (+3% SUL 2003) PER UN TOTALE DI CIRCA 117.000 TONNELLATE. IN FLESSIONE I CONSUMI  
   
  Sono state 3.080.502 (+3% rispetto all’anno precedente) le forme di Parmigiano-reggiano prodotte nel 2004, ottenute in 511 caseifici (erano 524 nel 2003), a cui fanno riferimento oltre 5.000 allevatori, per una produzione complessiva di circa 117.000 tonnellate (113.400 nel 2003). Questi dati sono stati presentati oggi a Reggio Emilia nel corso dell’annuale Assemblea dei Delegati del Consorzio, eletti nelle Assemblee delle Sezioni provinciali. “A fronte di questo incremento produttivo – ha dichiarato il presidente del Consorzio del Parmigiano-reggiano, Andrea Bonati – nel 2004 si è purtroppo registrata una flessione dei consumi. Un fenomeno che, seppur con proporzioni diverse, ha interessato tutto il settore alimentare (e non solo quello) ed è stato provocato dalla difficile congiuntura economica, che ha spinto i consumatori a privilegiare il prezzo rispetto alla qualità”. “Alla luce di questi fattori – ha proseguito Bonati – il prezzo all’origine del ‘re dei formaggi’ è diminuito progressivamente, perdendo addirittura il 20% in poco più di un anno (da novembre 2003 a gennaio 2005) e passando così da 9,80 a 7,80 euro al chilo. I prezzi al consumo, però, non hanno mostrato lo stesso trend e nel periodo considerato sono calati complessivamente soltanto del 3,7%. L’auspicio è che questa tendenza al ribasso dei prezzi al dettaglio possa consolidarsi per contribuire, insieme ad una maggiore valorizzazione di un prodotto di alta qualità come è il Parmigiano-reggiano, alla ripresa dei consumi”. Per ciò che riguarda i diversi canali commerciali, nel 2004 si è registrata una sostanziale tenuta di supermercati ed ipermercati, che hanno visto diminuire dello 0,8% i volumi di vendita, mentre nel piccolo dettaglio la flessione ha superato il 12%. Per quanto riguarda le esportazioni, i segnali sono positivi e la domanda dai mercati esteri è aumentata (+7%). Questo fenomeno ha interessato in particolare i mercati francese, tedesco e spagnolo. Fra i paesi extra Ue, quelli più importanti per il Parmigiano-reggiano sono Giappone, Stati Uniti e Canada, anche se nel 2004 nel mercato del Nord America si è risentito della rivalutazione dell’Euro sul Dollaro. “Per tentare di risolvere la difficile situazione di mercato che da oltre un anno caratterizza il Parmigiano-reggiano – ha dichiarato Bonati – insieme alle organizzazioni dei caseifici e dei produttori abbiamo recentemente indicato al ministro Alemanno alcuni urgenti provvedimenti da adottare per dare maggiore certezza a tutto il comparto: è necessario innanzitutto rispettare il sistema delle quote latte, minacciato dal comma 551 della Finanziaria, che attribuisce alla Magistratura ordinaria le competenze del Tar; inoltre, abbiamo fortemente sollecitato l’emanazione dei regolamenti applicativi del decreto sul potere sanzionatorio dei consorzi e degli organismi autorizzati per dare forza all’azione di vigilanza e di controllo; infine, è indispensabile poter gestire la produzione per adeguarla alla domanda. A questo proposito, i tentativi condotti negli ultimi tempi sono stati bloccati dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, contrariamente a quanto accade in altri paesi dell’Ue. Oltre ad analizzare l’andamento produttivo e commerciale, l’Assemblea è stata anche l’occasione per approvare il bilancio 2004, chiuso con oltre 21 milioni di euro per i servizi offerti ai soci, dei quali il 64% (circa 13 milioni di Euro) è rappresentato dall’attività di comunicazione e quasi il 15% dai costi complessivi per le attività istituzionali di marchiatura, vigilanza e controllo. L’assemblea ha anche approvato alcune modifiche dello Statuto del Consorzio, la più importante delle quali riguarda l’incompatibilità ad essere eletto nel Consiglio di Amministrazione per chi produce o commercializza formaggi concorrenti al Parmigiano-reggiano per oltre un terzo del proprio fatturato complessivo al fine di assicurare l’autonomia nelle scelte strategiche del Consorzio.  
     
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