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Notiziario Marketpress di
Giovedì 28 Aprile 2005
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Web alimentazione e benessere |
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IL VIALONE NANO MANTOVANO VERSO IL MARCHIO DI INDICAZIONE GEOGRAFICA PROTETTA |
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La domanda presentata in Regione Lombardia. L’assessore provinciale all’Agricoltura, Carlo Orlandini, è cauto: «Tutto dipenderà dal nuovo assessore regionale». Il Consorzio del Vialone Nano Mantovano, presieduto da Bruno Fattori, incrocia le dita e rimane in attesa. I 30 soci dell’ente consortile mantovano possono contare su una produzione di circa 35mila quintali di riso, pari a oltre il 60% del Vialone Nano della provincia di Mantova. La domanda per il riconoscimento del marchio europeo di Indicazione Geografica Protetta è stata inoltrata agli uffici competenti della Regione Lombardia lo scorso settembre. «Vediamo cosa succederà. Non dovrebbero esserci problemi, i requisiti li abbiamo, ma i tempi per queste pratiche burocratiche sono piuttosto lunghi», commenta Bruno Fattori. Una valutazione all’insegna della prudenza anche per l’assessore all’Agricoltura della Provincia di Mantova, Carlo Orlandini: «Bisognerà vedere chi sarà e come avrà intenzione di muoversi il nuovo assessore regionale». Vialone Nano Mantovano in stand-by, dunque, nell’attesa del via libera del Pirellone. Ad accelerare la pratica, tuttavia, potrebbe esserci una soluzione presa in esame in tempi recenti. È Orlandini a spiegare di cosa si tratta. «Si era fatta avanti l’ipotesi – ricorda l’assessore provinciale mantovano - di unificare la realtà mantovana con quella di Pavia, altra area “forte” nell’ambito della coltivazione del riso, per avere un marchio lombardo. Ma non era stata nemmeno esclusa l’ipotesi di “aprire” al Piemonte, come aveva suggerito l’assessore regionale alla partita, Viviana Beccalossi. Staremo a vedere». Proprio Orlandini non esclude queste ultime due ipotesi: un Igp sul Vialone Nano della Lombardia o di una macro-area che guarda ad ovest, abbracciando anche la zona risicola del Piemonte. «Bisogna essere realisti – commenta Orlandini – e in quest’ottica è bene sottolineare che un marchio Igp, sia pure non esclusivamente mantovano, è meglio di niente. Una volta ottenuto l’Igp, allora i produttori mantovani, il Consorzio del Vialone Nano Mantovano e tutti gli enti locali dovranno promuovere azioni mirate a valorizzare la peculiarità del nostro territorio».
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