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Notiziario Marketpress di
Venerdì 19 Marzo 2004
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AL TEATRO CARCANO DI MILANO "LA BOTTEGA DEL CAFFÈ" DI CARLO GOLDONI |
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Milano, 19 marzo 2004 - "La bottega del caffè" va in scena a Mantova nella primavera del 1750 ed è la prima di quel gruppo di sedici commedie nuove scritte da Goldoni fra il 1750 e il 1751 fra le quali spicca per validità di risultati e carica innovativa. Il centro dell'azione è una piazzetta di Venezia, sulla quale si affacciano tre botteghe, il laboratorio del barbiere, la bisca di Pandolfo e il caffè di Ridolfo. Uomo dabbene, il caffettiere si rammarica perché Eugenio, figlio del suo defunto padrone, è soggetto alla passione del gioco che lo sta portando inesorabilmente alla rovina. Uno dei primi avventori a presentarsi è Don Marzio, gentiluomo napoletano indiscreto e maldicente: egli rivela subito che Eugenio ha impegnato con lui gli orecchini della moglie e che Lisaura, la ballerina protetta dal conte Leandro, riceve segretamente visite per la porta di dietro. Una modesta vincita, provocata ad arte da Leandro, esalta Eugenio al punto da spingerlo ad offrire una cena nelle stanze della bisca. Dalla strada, Vittoria, in maschera, scorge il marito allegro e gaudente; Placida, una pellegrina giunta a Venezia in cerca del marito, lo riconosce tra i commensali, nonostante egli si faccia chiamare Leandro anziché Flaminio. Ne segue una grande confusione che degenera in un duello fra Eugenio e il falso conte, mentre Vittoria vuol togliersi la vita e Lisaura si commisera per essere stata ingannata. Don Marzio suggerisce a Leandro di fuggire, ma non esita a rivelarlo a Placida; si intromette nel litigio fra Eugenio e Vittoria; riferisce involontariamente al capitano dei birri che Pandolfo nasconde nella sua bisca della carte truccate. Svelate, alfine, le macchinazioni del maldicente, le coppie si ricompongono ed Eugenio promette di non giocare più. Mentre trionfa la lealtà, Don Marzio se ne parte da Venezia tra la riprovazione generale. In questo testo il grande scrittore veneziano ritrae con acuta crudeltà una comunità in cui non ci sono "buoni", salvo il malinconico caffettiere Ridolfo che continuamente prova a rattoppare i buchi creati dalla miserie umane che lo circondano. Al suo opposto c'è il geniale personaggio di Don Marzio che non determina la malvagità altrui, ma la registra con perfida precisione. Si ride, ma si ride amaro ne "La bottega del caffè", una risata che ha il sapore non troppo diverso dalla crudele satira della commedia italiana degli anni '60. Con Ugo Pagliai (Don Marzio), Paola Gassman (Placida), Stefano Lescovelli (Ridolfo), Daniele Salvo (Eugenio) e con Alberto Fasoli (Pandolfo), Massimo Cimaglia (Flaminio), Piera Formenti (Vittoria), Frida Bruno (Lisaura), Roberto Milani (Trappola), Dely De Majo (Capitano dei birri). Scene di Antonio Fiorentino. Costumi di Giuseppe Crisolini Malatesta. Musiche di Antonio Di Pofi. Luci di Emidio Benezzi. Maestro d'armi Renzo Musumeci Greco. Regia di Luca De Fusco. Da mercoledì 24 marzo a domenica 4 aprile è in scena al Teatro Carcano di Milano (Corso di Porta Romana 63). Orari degli spettacoli: da martedì a sabato ore 20,45, domenica ore 15,30, lunedì riposo. Infolink: www.Teatrocarcano.com
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