|
|
|
|
|
|
|
Notiziario Marketpress di
Lunedì 02 Maggio 2005
|
|
|
|
|
|
Pagina3 |
|
|
RADIO 1 RAI: ALESSANDRA MUSSOLINI AL “CONFESSIONALE DEL COMUNICATTIVO” ALESSANDRA MUSSOLINI: “LA POLITICA ERA IL NOSTRO PANE QUOTIDIANO” |
|
|
|
|
|
Roma, 2 maggio 2005 - Venerdì 29 aprile su Radio 1 Rai Alessandra Mussolini è stata l’ospite del “Confessionale del Comunicattivo”, laboratorio dei linguaggi della comunicazione ideato e condotto da Igor Righetti. Ecco un estratto dell’intervista realizzata da Igor Righetti. Lei appare come una donna moderna. Soffre mai di nostalgia? Appaio; in fondo lo sono. Possono esserci momenti in cui si è nostalgici però raramente, devo dire la verità. Come vive il tempo che passa? Pensando di sfruttarlo, di essere a mio agio, di riuscire a cogliere il meglio che c’è se possibile. Delle volte è molto difficile. Quali sono i programmi radiofonici e televisivi che preferisce? Preferisco i programmi di approfondimento e, ormai, ce ne sono davvero molto pochi. C’è più una televisione spettacolo, una televisione di demenziali che non mi appassiona molto. Che rapporto ha con i mass media? Ottimo, devo dire perché mi trovo a mio agio, soprattutto il mezzo che preferisco è la televisione. È diretto, immediato e non c’è filtro: o ti bruci o vai avanti. Di che cosa non può fare a meno? Della mia famiglia. Crede nel destino? Sì, credo nel destino però che può essere anche condizionato e modificato dalla volontà. Ha rimpianti? Rimpianti devo dire no. Da piccola che cosa sognava di fare da grande? Quand’ero piccola, avendo avuto una zia che vedevo come un mito e andando spesso con lei sul set e facendo delle particine, volevo fare l’attrice. È chiaro, è il sogno di tutte le bambine o quasi tutte. Con nonno, padre e zia tanto famosi, pur se in strade diverse, ha mai avuto complessi? Il rischio c’era tutto perché di fronte a delle parentele così forti la possibilità di rimanere schiacciata era notevole. Invece io ho colto e ho preso, soprattutto dalle esperienze negative, una grande forza. Quelle positive mi scivolano addosso mentre da quelle negative traggo la forza di andare avanti Perché gli studi in medicina? Perché io mi appassionai di filosofia e mi iscrissi a Villa Mirafiori, poi in quel periodo di forte politica c’erano molti corsi autogestiti. E allora, invece, mi iscrissi a Medicina che trovavo più seria e poi mi piaceva. Le piaceva vivisezionare qualcuno? Non vivisezionare, mi piaceva soprattutto la ricerca e infatti sono stata due anni interna a Patologia generale all’università La Sapienza. Allora c’era qualcosa… Eh sì, di cellule. A un certo punto del suo percorso d’attrice lei si è sentita trascurata da sua zia Sofia Loren. È stata illusa e poi delusa? No devo dire che è un ambiente che non mi piaceva assolutamente e non mi ci riconoscevo. O troppo alta o troppo bassa, o troppo bella o troppo brutta: l’effimero insomma. Poi alla fine ho detto basta, ho concluso i miei studi in medicina e ci sono state altre situazioni. Quand’è che ha pensato di dedicarsi alla politica? È stata una scelta naturale perché nella mia famiglia mio padre Romano ci faceva leggere il quotidiano. La politica faceva già parte della nostra famiglia, era un po’ il nostro pane quotidiano. Non assolutamente la politica attiva perché mio padre non ne ha mai avuto l’interesse. E poi decisi di candidarmi nel ’92 senza aver fatto militanza e andai nel Msi, allora c’era Fini. Mi mise al numero 31 a Napoli e anche a Bologna e andò bene. Il numero 31 le porta fortuna… Sì è un numero che certamente è molto basso come ingresso perché c’erano moltissimi altri prima di me. Pensavano di farmi fare solo la portavoti, invece sono balzata al primo posto con uno stacco enorme rispetto a tutti gli altri. E lì è iniziata la mia vita politica. E da quel giorno il numero 31 lo gioca sempre al Lotto? Non solo, io ho questa caratteristica. Feci vincere un terno a mia nonna Rachele. Nell’ultima campagna elettorale in un quartiere popolare di Napoli andai in una ricevitoria diedi tre numeri e uscirono. Che cosa vuol dire essere alternativi in politica? Essere un po’ anche una sorta di garanzia per i cittadini italiani. Io dico sempre che tra squali, cioè il centro-destra e il centro-sinistra, non si attaccano. Ed è essere fuori da un sistema, anche consociativo, dal fatto che, per esempio, adesso cambiano le leggi elettorali e c’è un filo che lega il Polo e l’Ulivo. Ed essere fuori significa fare anche battaglie sociali dove non ci sono gli interessi specifici tipo poltrone o altro, e farle come una missione. Così viviamo noi. Quali sono i rischi della personalizzazione della politica? La personalizzazione della politica è una conseguenza di personaggi, di leadership, di persone che hanno la capacità di attrarre, di affascinare nel senso positivo anche la gente. Io non la vedo come un fatto negativo. Ora che le luci sull’effimero successo della Lecciso sembrano essersi spente è sempre dell’opinione di candidarla nel suo partito Libertà di azione? No, no questo non l’ho mai fatto. Ho fatto invece una provocazione. Ho assistito una volta a una trasmissione e Loredana Lecciso è stata attaccata anche da molte persone, da sedicenti intellettuali e francamente non mi è piaciuto perché non accade ad altri. È accaduto a lei e mi sono sentita di difendere fino alla fine delle posizioni. Ma lei è ancora dell’opinione di candidarla? No, non l’ho mai voluta candidare. L’ho detto provocatoriamente. Al di là della solidarietà con Loredana Lecciso, vede qualche altro punto in comune con lei? No, assolutamente. Neanche il chirurgo plastico? In comune che cosa si può avere… È una donna che vuole emergere in qualche campo, ce la sta mettendo tutta quindi auguri. Qual è il suo rapporto con la tecnologia e Internet in particolare? Pessimo. Mia figlia Caterina è molto più brava di me, riesce subito a collegarsi a Internet. Io, invece, devo chiedere consigli. Però questo è un limite. Lei ha proposto di bombardare di virus i siti pedofili ma le è stato fatto presente che, al di là che sarebbe un reato, è impossibile da attuare perché i virus infettano i computer ma transitano sui siti. Come ha risposto a queste osservazioni? No, non era così. Bisognava cancellare alla fonte e soprattutto per quanto riguarda i provider, sono loro che non hanno un controllo. C’era una proposta di legge e dicevano che si violava la sovranità della nazione dalla quale venivano questi siti. Ma quale violazione quando entrano dei siti che sono orrendi? Bisognava invece farlo tant’è che i problemi ci sono perché fioriscono questi siti e non c’è alcuna possibilità di controllarli e di oscurarli. Tra l’altro io vedo che quando si va in Internet escono fuori delle pubblicità, adesso non so come si chiamano, che sono sempre a sfondo sessuale. Allora si è sottovalutata. Vede che è un’esperta del mondo Internet? Mi sono applicata soprattutto quando approvammo la legge contro la pedofilia. Allora l’argomento era soprattutto Internet e i computer che, ormai, sono nelle scuole, nelle case e a cui possono avere facile accesso i bambini. Su molti indirizzi di siti loro mettono dei richiami. Per esempio cassazione.It è in realtà un sito pedo-pornografico. Quindi mascherano in realtà questi siti sotto altri indirizzi che non vengono poi bloccati da dei filtri che ci sono perché non esistono le parole chiave. Questi sono trucchi che ormai usano e lo sanno perfettamente. E poi ci sono veramente organizzazioni criminali sotto. Si sente più mamma o più Giovanna d’Arco? No, più madre. Ha mai paura? Beh quello sì. Io credo che sia un sentimento che bisogna provare perché, altrimenti, si è quasi irresponsabili. Quale sogno vorrebbe realizzare? Il sogno è di vivere in una società serena dove non si vedano dei fatti e delle violenze così gravi. Avendo tre figli, due femmine e un maschio, io già penso con terrore tra quindici anni come sarà la società. Quindi le paure ci sono.
|
|
|
|
|
|
<<BACK
|
|
|
|
|
|
|
|