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Notiziario Marketpress di
Lunedì 02 Maggio 2005
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“VOCI MUSICA AUDIOTATTILE” RASSEGNA DI SUONI E RACCONTI, TUTTI I LUNEDÌ, ALL’OSTERIA SOTTOVENTO DI PAVIA PRIMO CONCERTO, IL 2 MAGGIO CON ANGELO CONTINI E GIORGIO MANCINI |
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Pavia, 2 maggio 2005 - La musica come rito, come tempo e movimento, la musica come atto di partecipazione. Sono tanti i “manifesti” che hanno accompagnato gli aspetti sociali e comunitari della musica e ne hanno costruito l’immagine collettiva e, a volte, anche politica. Sulla scorta di questo modo di vivere la musica, sul gioco cioè che si crea in una condivisione tra performance e pubblico, stretto in uno spazio ravvicinato, nasce la rassegna “Voci Musica Audiotattile”, che si svolge all’Osteria Sottovento di Pavia, tutti i lunedì di maggio, alle ore 19. Al centro del programma c’è al voce, nelle sue diverse espressioni: narrazione, canto, stravolgimento elettronico, puro suono e puro significato, ma in una veste sempre accattivante, proprio per creare quella interazione corporea e gestuale, e quindi espressiva, che passa sotto il nome di “audiotattile”. Quattro concerti, quattro performance all’ora dell’aperitivo, quell’ora che sta dopo qualcosa e prima di qualcos’altro, a cavallo su un tempo ormai codificato, ancora una volta, nel rito del bere insieme. Così, tra i tavoli del locale di via Siro Comi si alterneranno storie raccontate, storie lette, storie cantate e suonate. Frasi o rumori, tutto per giocare con ciò che passa tra le mani (o tra le orecchie) in un istante. La prima serata, quella di lunedì 2 maggio, ci porterà tra le parole dell’Oriente, con il Lao-tse, il vecchio maestro. E’ questo anche il nome di un antico trattato del V secolo a.C., che sta alla base della filosofia taoista. Conosciuto anche come il Tao, il libro classico della via e della virtù, probabilmente è opera di un certo Li Er (o Lao Dan), ed è un testo tra i più influenti nella storia culturale della Cina e di tutto l'estremo Oriente. La sinteticità delle sue espressioni e l'alto contenuto etico ne fanno un testo eccezionale per chiunque, una vera luce per i tempi bui. A leggerne alcuni passi sarà, nella prima delle serate dedicate alla voce e alla musica, Giorgio Mancini, filosofo e contrabbassista, in un delicatissimo duo con il trombone di Angelo Contini. Ed è proprio l’equilibrio il fulcro di questa performance: equilibrio tra un testo antichissimo e la libera improvvisazione, equilibrio tra i suoni gravi del contrabbasso e le fluide dinamiche del trombone, equilibrio tra la musica e i silenzi del pensiero. All’osteria Sottovento di Pavia tel 038226350) si apre così la rassegna “Voci Musica Audiotattile” (tutti i lunedì di maggio, alle ore 19,00). Gli altri appuntamenti sono: lunedì 9 maggio, con un trio composto da Lorenzo Dal Rì live electronics, Giampaolo Albasini, voce recitante e cantante, e Guido Bosticco, basso elettrico (suoni e rumori, canti e sberleffi intorno alle poesie di Bertolt Brecht); lunedì 16, con Sergio “Tamboo” Tamburelli, voce, e Nicola Arata al contrabbasso (storie di uomini e storie di jazz, un racconto letto, parlato, cantato e suonato); lunedì 23 con Gianni Mimmo al sax soprano e Chandra Livia Candiani alla voce (dialogo tra sassofono, lettura poetica e canto sulle Lettere mai scritte); lunedì 30 maggio, chiuderanno la rassegna Filippo Monico alle percussioni e Paolo, voce recitante (parole e ritmo, in un dialogo asciutto su vari testi). Angelo Contini Strumentista e ricercatore “nato” con il trombone, strumento nel quale ha riconosciuto la propria voce artistica attivo nel campo del jazz e della musica sperimentale, vanta collaborazioni prestigiose. Giovanissimo negli anni 70 inizia a tenere concerti col trombettista Guido Mazzon e il percussionista Toni Rusconi, frequentando l’inquieto mondo della musica improvvisata. Con Mazzon e altri musicisti italiani e stranieri esegue l’opera “Dressoir” composta dall’olandese M. Mengelberg al Teatro Arsenale di Milano. Dopo vari altri concerti collabora al quartetto Lodati-robbins entrando nella “Cooperativa Musica Creativa” mentre suona anche nel ‘Gruppo Contemporaneo” e incide I’ L.p. “Aspettando i dinosauri”. In vari teatri italiani esegue dal vivo le musiche del balletto ‘Dressoir” che la Compagnia di Danza Contemporanea di Milano. Irresistibilmente attratto dalla contaminazione artistica è protagonista di “contatti”, come lui stesso li definisce, fra musica e pittura collaborando con artisti direttamente nei loro studi. Lo scrittore Umberto Lucarelli lo vuole sempre alle presentazioni dei suoi libri e gli fa incidere le colonne sonore dei suoi films. Dal 1983 e per un decennio è primo trombone della Big-band “The Swingers” di Cremona. Ha affinato una sensibilità particolare che lo ha condotto alla profonda conoscenza dello strumento e allo studio di tecniche alternative tipiche del repertorio contemporaneo. Respirazione circolare, multiphonics, esplorazione di ogni recondito angoilo del proprio strumento ne fanno uno stilista efficace e raffinato. Esplora il rapporto con il silenzio in performance in solo e in gruppo, ma non disdegna collaborazioni solistiche e di sezione in ambiti più convenzionali. Tiene stage e master sulla tecniche alternative dello strumento e sulla musica improvvisata, ma è anche un esperto di dijeridoo. Nel più recente incontro con Gianni Mimmo apre una collaborazione fresca e sincera, un interplay interessante e quasi cameristico che è la cifra stessa di questo duo. Giorgio Mancini Nato il 3/9/1944, ha compiuto a Milano studi conclusisi con la Laurea in Filosofia. Per più di trent’anni ha insegnato questa materia, da ultimo nel liceo scientifico milanese ‘F. Severi’. Ha collaborato alla stesura del manuale di storia della filosofia del prof. Salvatore Veca. A questa attività professionale ha sempre affiancato la passione per la musica. Dai cinque ai dieci anni aveva studiato pianoforte classico sotto la guida di un maestro privato; a diciassette aveva iniziato lo studio autodidattico del contrabbasso. E’ appunto come contrabbassista che dal 1969, ispirandosi alla lezione dei grandi maestri del jazz contemporaneo, da Monk a Coltrane, da Coleman a Taylor, ha lavorato ad un progetto in seguito mai abbandonato: la libera improvvisazione e la sperimentazione musicale su frammenti tematici propri o d’autore. Sempre dal 1969 ha organizzato piccoli gruppi musicali, trii o quartetti, la cui dimensione essenziale poteva meglio prestarsi alla realizzazione di tale progetto. Attraverso un lavoro di studio, ma anche esibendosi in pubblico, ha incontrato musicisti diversi: fra questi e da ultimo, il trombonista Angelo Contini, la forte affinità con il quale ha permesso l’instaurarsi d’una stimolante e proficua collaborazione.
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