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Notiziario Marketpress di
Lunedì 02 Maggio 2005
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RITRATTI E AUTORITRATTI D’ARTISTA GALLERIE DELL’ACCADEMIA 16 MAGGIO – 31 LUGLIO 2005 |
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Venezia 2 maggio 2005 - La cultura del ritratto ha avuto un intenso sviluppo nella civiltà figurativa veneziana ed è ben rappresentata nelle collezioni del museo. A cominciare dalle raffigurazioni dei donatori nelle pale tre e quattrocentesche e a quelle dei confratelli committenti dei grandi teleri dei cicli cinquecenteschi si giunge ai puntuali ritratti di Lorenzo Lotto e di Tintoretto esemplari di una più intensa ricerca fisiognomica e psicologica. Ma è a partire dalla fine del Seicento e nel primissimo Settecento che pittori e scultori si raffigurano, o raffigurano i colleghi, nel loro agire artistico, sottolineando la consapevolezza della propria personalità e la ritrovata autonomia e rilevanza professionale. Sono oggi presentati alcuni capolavori del Sette ed Ottocento, da Giacomo Lazari e Rosalba Carriera, Pier Luigi Crespi e Domenico Pellegrini ad altri autori accademici e non, sino a Maggiotto e Francesco Hayez, tutti di proprietà delle Gallerie dell’Accademia ed eseguiti con diverse tecniche: pittura, scultura, incisione e disegno. Sono opere particolarmente espressive dell’identità e dignità dell’artista, normalmente non fruibili dal pubblico sia per le attuali carenze di spazio espositivo sia perché concessi in deposito esterno ad altri musei o istituzioni pubbliche. Molte le novità di questa iniziativa: innanzitutto il tema proposto molto inusuale, e mai realizzato a Venezia, che pur iniziando dal Settecento presenta un aspetto particolare di un periodo, l’Ottocento, finora poco noto e poco apprezzato; poi gli autori: molto noti alcuni come Rosalba Carriera, Alessandro Longhi, Domenico Pellegrini, Francesco Maggiotto, Francesco Hayez, Tranquillo Cremona, ma anche altri meno noti al grande pubblico: Ludovico Lipparini, Antonio Zona, Giacomo Lazari, Pietro Bagatti Valsecchi, Antonio d’Este, Rinaldo Rinaldi, la baronessa Emilia Rieger; infine per le particolari opere in mostra, alcune visibili al grande pubblico per la prima volta, come il brioso, quasi sbarazzino, autoritratto di quest’ultima pittrice, dilettante socia dell’Accademia alla quale lo donò, o le sculture di D’este e Rinaldi, in marmo e gesso, recentemente restaurate.
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