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Notiziario Marketpress di Mercoledì 04 Maggio 2005
 
   
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  A MANTOVA DAL 21 MAGGIO AL 30 GIUGNO 2005 UNA MOSTRA RICORDA GOLIARDO PADOVA (1909-1979)  
   
  Mantova, 4 maggio 2005 - Dal 21 maggio al 30 giugno 2005, è in programma alla galleria B&b Arte a Mantova la mostra Goliardo Padova 1909 – 1979, curata da Gianfranco Bruno, che documenta, attraverso trenta opere, il percorso creativo di una figura rilevante nell’arte del Novecento. Dopo gli anni Trenta, vissuti come figura di punta del movimento chiarista, Padova si è rinnovato nel confronto dell’arte europea. Il suo è un “naturalismo padano” che riprende le tracce del “naturalismo informale”; i suoi paesaggi sono energia pura risolta in una forte tensione espressiva. Nella terra d’origine l’artista attinge un patrimonio che, a partire dalle umili radici, viene elevato a mito. E proprio nella figura mitica del Grande Fiume, Padova costruisce tutto il suo universo poetico, vissuto in un costante rimando tra fantasia e realtà, che il Po manifesta in quel tratto sinuoso che bagna le province di Piacenza, Parma e Reggio Emilia. Padova vive queste esperienze figurative sulla scia della propria storia personale, con le cicatrici di una vicenda sofferta, dai risvolti drammatici della guerra e di tutto quello che è venuto dopo la sua fine: una storia in cui si alternano le dissociazioni e le fughe dalla realtà. Tutte queste suggestioni lo portano anche a mutare il corso della propria arte, distaccandosi da un discorso legato al Chiarismo, per fare propria una poetica dell’Informale, e in cui l’impasto cromatico si intesse di una tonalità più complessa. È questo il caso de La Lanca, 1959, una delle opere più importanti di Padova, che definisce i confini su cui spendere la propria vita, e dove si individuano in maniera forte, i segni di quella dedizione tonale che faranno da cifra espressiva più caratteristica del suo lavoro. L’esposizione è accompagnata da un catalogo (Publipaolini Editore). Goliardo Padova nasce a Casalmaggiore nel 1909; negli anni Venti ha frequentato l’Istituto d’Arte a Parma sotto la direzione di Guido Marussig, Piero Berzolla e Gino Robuschi; conosce e frequenta il più giovane Carlo Mattioli. Nel 1930 si iscrive all’Accademia di Brera. Le opere di quegli anni lo vedono vicino ai chiaristi lombardi, parallelamente si dedica all’Arte applicata, ottenendo importanti riconoscimenti. Espone a Milano, Cremona, Firenze, Bergamo e nel 1935 partecipa alla Seconda Quadriennale d’Arte al Palazzo delle Esposizioni di Roma con il dipinto Lido Po in provincia. Nel dopoguerra si trasferisce a Casalmaggiore. Dal 1947 al 1955 smette di dipingere, quando riprende, incoraggiato da Giuseppe Tonna, la sua pittura, i suoi paesaggi (con un ruolo considerevole di quelli dedicati al Po), sono radicalmente cambiati. Nel 1962 si trasferisce a Parma; nel 1965 è presente in Avvio per una Galleria d’Arte Moderna al Palazzo della Pilotta (Parma) a cura di Augusta Ghidiglia Quintavalle. Muore a Parma nel 1979 www.Bebarte.com  
     
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