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Notiziario Marketpress di
Lunedì 09 Maggio 2005
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CONTROLLO DEI BILANCI COME RIPARTIRE I FONDI PHILIP MORRIS PER LA LOTTA AL CONTRABBANDO DI SIGARETTE? |
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Bruxelles, 9 maggio 2005 - Nel ricordare che, a titolo dell'accordo concluso con la Philip Morris International, la multinazionale del tabacco effettuerà pagamenti monetari alla Comunità europea e agli Stati membri per un totale di 1,25 miliardi di Usd nel corso dei prossimi 12 anni, Bart Staes (Verdi/ale, Be) pone una serie di quesiti all'Esecutivo circa l'utilizzo e la ripartizione di tali fondi. Seguirà un dibattito in Aula. Più in particolare, alla Commissione è chiesto se ritiene necessario che l'Autorità di bilancio (Consiglio e Parlamento) avvii consultazioni sulla destinazione e sul possibile impiego di questi fondi, segnatamente nell'ambito della lotta alla frode e al contrabbando di sigarette. Il deputato chiede infine all'Esecutivo di comunicare qual è l'importo che ritiene sarebbe opportuno destinare agli Stati membri e al bilancio dell'Unione europea, nonché quali passi intende effettuare per garantire che «una quota equa di queste entrate sarà iscritta al bilancio comunitario». Background Il 9 luglio 2004, la Commissione europea, dieci Stati membri dell’Unione europea (tra cui l'Italia) e Philip Morris International hanno annunciato la conclusione di un accordo pluriennale che, nel porre fine a tutte le controversie passate, prevede un sistema per combattere il contrabbando e la contraffazione di sigarette. La multinazionale, in particolare, si è impegnata a collaborare con la Commissione europea, con il suo ufficio per la lotta antifrode (l’Olaf) e con le autorità responsabili dell’applicazione della legge, per contribuire alla lotta contro il contrabbando e contro il problema sempre più diffuso della contraffazione di sigarette. L’accordo contempla ingenti pagamenti da parte di Philip Morris International, i quali potrebbero ammontare all’incirca a 1,25 miliardi di dollari su un periodo di dodici anni. Oltre alla politica di conformità alle disposizioni fiscali già messa in atto dalla multinazionale, l’accordo contiene disposizioni rigorose che introducono un meccanismo per la prevenzione a lungo termine del contrabbando su vasta scala di sigarette Philip Morris autentiche nel mercato europeo. L’accordo, infatti, impone al produttore di sigarette di avvalersi del processo di controllo di cui è già dotato per selezionare e controllare i clienti, per migliorare la sua capacità in materia di tracciabilità e rintracciabilità di determinati imballaggi e per offrire maggiore sostegno alle autorità europee responsabili dell’applicazione della legge nella loro lotta contro il commercio illegale di sigarette. Ai termini dell’accordo, Philip Morris ha accettato la richiesta di continuare a limitare i suoi volumi di vendita affinché restino in linea con la domanda del mercato. L’accordo incorpora inoltre le attuali politiche della multinazionale in materia di lotta al riciclaggio di denaro, integrandole in un quadro contrattuale globale. Il produttore di sigarette, inoltre, indicherà su determinati imballaggi informazioni sul mercato previsto per la vendita al dettaglio, apporrà sulle stecche di sigarette etichette con codici a barre leggibili tramite lettore ottico e darà attuazione ad altre procedure utili per tracciare e localizzare i suoi prodotti. L’importo dei pagamenti di Philip Morris ai sensi dell’accordo varierà in funzione di una serie di fattori e potrebbe ammontare complessivamente a circa 1,25 miliardi di dollari. In base all’accordo, la multinazionale ha inoltre acconsentito ad effettuare ulteriori pagamenti qualora, in futuro, vengano sequestrati nella Comunità europea quantitativi di suoi prodotti autentici superiori a quelli fissati. Tali pagamenti saranno effettuati indipendentemente da eventuali colpe o infrazioni del gruppo industriale. Accanto a queste disposizioni, l’accordo prevede anche la composizione di tutte le controversie passate e l'arresto delle azioni legali relative al contrabbando di sigarette che opponevano la Comunità europea e i dieci Stati membri a Philip Morris. Anche la causa intentata dalla multinazionale contro la Commissione europea davanti alla Corte di giustizia europea è stata ritirata.
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