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Notiziario Marketpress di
Martedì 10 Maggio 2005
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MASCALZONE LATINO- CAPITALIA TEAM: HAMISH PEPPER SI RACCONTA |
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Milano, 10 maggio 2005 - Mascalzone Latino-capitalia Team in questa nuova sfida all'America's Cup può contare sulla grinta e la determinazione di Hamish Pepper, 34enne neozelandese, laserista e già tattico di Team New Zealand nel 2003. Hamish si affianca, nel ruolo di stratega, al timoniere Flavio Favini ed al tattico Vasco Vascotto. E’ stato incontrato al termine dell'Elba Cup, dove il team ha fatto il suo esordio contro i migliori talenti del mondo del match racing. Ml: Ci fai un bilancio di queste prime tre giornate di match racing? Hp: "Mi sento bene. Sono davvero convinto che questo team abbia un grande potenziale. Noi siamo un nuovo team, stiamo cominciando a lavorare insieme, e stiamo imparando e provando ogni giorno nuove cose. Per quanto mi riguarda personalmente, anche per me si è trattato di un ritorno al match racing dopo tanto tempo, perché l'ultimo anno l'avevo passato a prepararmi per i Giochi Olimpici. In realtà sono stato assente dal circuito di match racing negli ultimi tre anni. E sono contento di ricominciare a praticare tutte le sue regole". Ml: Quanto sono veramente importanti questi eventi nella preparazione di un'America's Cup? Hp: "È differente. La Coppa America si corre con grosse barche molto potenti. Diciamo che questo tipo di circuiti possono servire per costruire il sistema di comunicazione nell'equipaggio, o comunque fra alcuni membri del team. Questo tipo di prove sono anche utili per la coesione di un team". Ml: Com'è la vita con gli italiani? Hp: "Mi trovo bene, molto bene. Sarà divertente con Vasco, che è un personaggio nel mondo dello yachting, sa anche ridere. Mi piace lavorare con Flavio, è un serio professionista. E Vincenzo è un bravo timoniere e ama tanto questo sport". Ml: Cosa ne pensi della passione degli italiani per l'America's Cup? Hp: "È incredibile. Ed è così da tempo. Mi ricordo anch'io di come l'evento fosse già seguito ai tempi del Moro. E poi c'è stata tutta l'esperienza di Aokland. E adesso il fatto che ci siano ben tre challenger dimostra la passione degli italiani per lo sport. Nel 2003, quando già sapevo che non volevo tornare con Team New Zealand, ho espresso il mio desiderio di lavorare con Mascalzone Latino e adesso sono veramente felice che questo sfida stia diventando seria". Ml: Fra tre settimane sarete a Valencia. Cos'è la cosa più importante che dovete affrontare subito? Hp: "Il fatto vero è che abbiamo lavorato sulle barche di Coppa America per meno di un mese. Dobbiamo continuare a cercare di capire le barche e cercare di capire come portarle al meglio. Per noi ci vuole solo tanto tempo in acqua, regatare, far partenze, manovre, e ancora regatare. Siamo una campagna giovane, abbiamo molto da fare. Sappiamo che non saremo forti come altri team, ma cercheremo di essere ragionevoli e di non pretendere troppo da noi stessi. Comunque qualche regata ci piacerebbe vincerla...". Ml: Cosa ne pensi delle vostre due barche? Hp: " È ovvio che se dovessimo costruirle in questo momento le faremmo in un modo diverso. Questo anche perché il nostro team ora integra molte esperienze che vengono da altri teams. Non solo da Mascalzone Latino, ma anche da Team New Zealand, da Oracle, da Alinghi, da Luna Rossa e da Gbr". Ml: Allora possiamo dire che questa è una specie di America's Cup "melting pot"... Hp: "Sì, se parliamo in termini di competenze e professionalità. Però la nostra radice resta comunque molto italiana. E' una sfida italiana. L'equipaggio è essenzialmente italiano. È una cosa alla quale Vincenzo Onorato tiene moltissimo. E noi tutti stranieri stiamo seriamente cercando di imparare l'italiano". Ml: Qual è la cosa che più ti ha impressionato arrivando in questo team? Hp: "L'atmosfera. È forte, unita e anche divertente. E quando il team lavorando continua a divertirsi, è molto più che facile che resti unito. È capace di dare di più perché vive in un ambiente positivo. Una campagna di Coppa America è sempre molto lunga, e se l'atmosfera è buona e divertente, riesce a superare molto meglio anche i momenti difficili che si trova ad affrontare. Fatemelo dire: l'atmosfera con Mascalzone Latino è molto, molto migliore che quella che vivevamo con Team New Zealand...".
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