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Notiziario Marketpress di
Martedì 10 Maggio 2005
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PER UN COMMERCIO MONDIALE A BENEFICIO DI TUTTI |
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Bruxelles, 10 maggio 2005 - La Plenaria è chiamata a pronunciarsi sulla relazione di Javier Moreno Sánchez (Pse, Es) in merito alla valutazione del ciclo di negoziati di Doha a seguito dell'accordo raggiunto in seno all'Omc il 1° agosto 2004. Un sistema di scambi commerciali «giusto ed equo» che porti ad una globalizzazione a vantaggio di tutti, la conservazione del modello agricolo europeo e la difesa della produzioni alimentari tipiche dalla contraffazione, una prudente liberalizzazione del settore dei servizi e maggiore attenzione al rispetto dei diritti della proprietà intellettuale. Sono questi i principali temi affrontati dalla relazione d'iniziativa adottata all'unanimità dalla commissione per il commercio internazionale che, inoltre, chiede una riforma dell'Organizzazione Mondiale del Commercio (Omc) e il maggiore coinvolgimento del Parlamento europeo in tale materia. In generale, nell'esprimere soddisfazione per l'Accordo quadro raggiunto il 1° agosto 2004 dal Consiglio generale dell'Omc e per il modo in cui la Commissione ha portato avanti con successo i negoziati, i deputati ribadiscono il proprio risoluto sostegno ad un sistema di scambi commerciali multilaterali «giusto ed equo», al fine di promuovere il commercio e «contribuire allo sviluppo sostenibile e all'efficace gestione della globalizzazione a beneficio di tutti». Priorità allo Sviluppo Sottolineando poi i vantaggi procurati ai Paesi in Via di Sviluppo (Pvs) da un approccio multilaterale alla politica commerciale, contrariamente agli accordi bilaterali, la relazione chiede alla Commissione di continuare a propugnare un progresso rapido in tutti i settori coperti dall'Accordo, allo scopo di arrivare alla Conferenza di Hong Kong con una proposta «equilibrata e ambiziosa», in cui «lo sviluppo sia collocato al primo posto tra i temi della discussione». Per i deputati, inoltre, i futuri negoziati dovranno produrre risultati in tutti i settori che favoriscono effettivamente l'integrazione dei Pvs, «tenendo pienamente conto delle loro preoccupazioni» e affrontando in particolare i problemi specifici dei paesi meno sviluppati, «alle cui esportazioni deve essere concesso un accesso senza aggravi e quote». Il risultato dei negoziati dovrà inoltre contribuire al conseguimento degli Obiettivi di sviluppo del Millennio, «favorendo la crescita economica a livello mondiale». La relazione chiede poi che si esplori il modo di ottenere «la flessibilità necessaria in funzione del profilo di ciascun Pvs» e che il Fondo monetario internazionale sviluppi un meccanismo di integrazione commerciale «che consenta di compensare le perdite eventualmente generate dalla liberalizzazione degli scambi». D'altra parte, la Commissione è esortata ad esaminare la possibilità di introdurre nei negoziati concernenti l'agricoltura un «capitolo sullo sviluppo» per i paesi meno avanzati, «affinché possano affrontare le questioni della sicurezza alimentare e dell'occupazione rurale, che sono i principali problemi per l'eliminazione della povertà». Nel ricordare poi la necessità di estendere l'assistenza tecnica finalizzata e la costruzione di capacità ai Pvs, i deputati chiedono che sia dato un impulso al commercio Sud-sud anche istituendo un trattamento speciale e differenziato, «che consenta il rafforzamento della capacità di approvvigionamento dei paesi meno avanzati e promuovendo il libero accesso ai mercati dei paesi emergenti». Alla Commissione, infine, è chiesto di prendere in considerazione le erosioni dei margini preferenziali che i negoziati potrebbero provocare nell'ambito dell'accordo di Cotonou, del sistema di preferenze generalizzate e di altri sistemi di preferenze commerciali, nonché di studiare le misure da adottare per garantire l'efficacia delle preferenze accordate dall'Unione europea ai paesi in via di sviluppo, segnatamente ai più poveri tra loro. Agricoltura e prodotti tipici Nell'accogliere con favore l'accordo sull'agricoltura, la relazione esorta i membri dell'Omc «a proseguire i propri lavori in modo equilibrato» nell'ambito dei tre pilastri (sussidi all'esportazione, aiuti interni e accesso ai mercati) le cui misure dovranno essere applicate parallelamente da tutti i paesi industrializzati aderenti all'Omc, «al fine di evitare un disarmo unilaterale da parte dell'Ue», applicando nel contempo un trattamento speciale e differenziato ai Pvs. Ciò vale, in particolare, per i sussidi all'esportazione che, secondo i deputati, dovranno essere gradualmente eliminati «di pari passo con tutte le forme di concorrenza all'esportazione dei partner commerciali industrializzati». La Commissione è esortata poi a portare avanti la progettata riforma della Pac e, per quanto concerne il sostegno interno, la relazione nota con soddisfazione che l'Accordo «non rimette in causa né il modello agricolo europeo nè l'accordo di Lussemburgo sulla riforma della politica agricola comune». D'altra parte, i deputati, insistono sulla necessità di una definizione delle misure contenute nella «green box», compresi gli aiuti disaccoppiati, «consentendo così di mantenere il carattere multifunzionale dell'attività agricola e sostenere il modo di vita e l'occupazione nelle zone agricole». Nell'accesso ai mercati va inoltre «mantenuto un equilibrio giusto ed equo tra le richieste dei Pvs e la stabilità e vitalità dei mercati comunitari», pertanto è sollecitata una definizione adeguata e rigorosa del concetto di prodotti sensibili nonché la possibilità di mantenere gli impegni in materia di diritti doganali nella forma ad valorem o sotto forma di diritti specifici. D'altra parte, è anche sottolineato l'elevato livello dell'accesso al mercato Ue per i prodotti agricoli provenienti da paesi in via di sviluppo e, in tale contesto, i partner sviluppati e i paesi emergenti sono invitati «a procedere sulla strada di un'ulteriore apertura dei loro mercati ai paesi meno avanzati». Per i deputati, infine, le indicazioni geografiche dei prodotti agroalimentari «costituiscono un elemento importante per l'orientamento verso una produzione agricola di qualità e la sua valorizzazione». Pertanto, i negoziati in tale materia vanno presi pienamente in considerazione nel quadro delle discussioni sull'accesso al mercato dei prodotti agricoli. Le Denominazioni d'Origine (Dop) e le Indicazioni Geografiche Protette (Igp), sono anche trattate nell'ambito dell'Accordo sulle proprietà intellettuali, in merito al quale i deputati, sollecitano «un progresso pragmatico e graduale» sugli aspetti connessi con «l'estensione della loro protezione a prodotti diversi da vini e alcolici, conformemente al mandato di Doha». Attualmente, infatti, ai vini e agli alcolici è garantita una protezione internazionale contro le contraffazioni di gran lunga superiore agli altri prodotti, compresi quelli agroalimentari. Altri prodotti, servizi e proprietà intellettuali Alla Commissione è chiesto di intensificare i negoziati in materia di accesso ai mercati per i prodotti non agricoli (Nama), «definendo una formula per eliminare o ridurre le tariffe elevate, i picchi delle tariffe e la spirale tariffaria», nonché di studiare la possibilità di una reciprocità parziale dei Pvs, «tenendo presente la flessibilità di cui essi hanno bisogno» e applicando loro il principio del trattamento speciale e differenziato. I deputati, inoltre, sottolineano gli importanti benefici per il commercio e lo sviluppo che può garantire l'apertura del mercato Sud-sud, nonché la necessità dell'eliminazione delle barriere non tariffarie, ove giustificato, da parte di tutti i partner commerciali. Pur accogliendo con favore le raccomandazioni adottate, i deputati deplorano la mancata istituzione di un quadro specifico nell'ambito dei servizi. Tutti i membri sono quindi esortati a presentare «offerte di qualità rivedute entro la scadenza prevista di maggio 2005», in particolare relativamente ai settori e ai modi di approvvigionamento interessanti per le esportazioni dei Pvs. D'altra parte, chiedono che si abbordi con prudenza la liberalizzazione dei servizi d'interesse pubblico e che si eccettuino i servizi connessi alla sanità, all'istruzione e al settore audiovisivo nonché quelli che rispondono alle esigenze fondamentali dei cittadini, «poiché non conviene esigere dai Pvs una liberalizzazione» dei servizi «tali servizi tale da causarne lo smantellamento». Più in generale, la relazione rileva che i progressi conseguiti nei negoziati sul capitolo agricolo - definito «il più importante» - devono essere utilizzati «come incentivo e base negoziale per conseguire progressi anche in altri settori», segnatamente in relazione al commercio nei servizi e a un migliore accesso ai beni industriali per tutti i membri dell'Omc, «grazie ad una riduzione reale dei dazi sulle importazioni e di altri ostacoli agli scambi». Nel valutare poi favorevolmente l'Accordo raggiunto in vista dell'avvio di negoziati nell'ambito dell'agevolazione degli scambi commerciali, la relazione riconosce che la cancellazione dei restanti temi di Singapore dal ciclo di negoziati «è stata un gesto dell'Ue a favore dei Pvs». Tuttavia è anche sottolineata la possibilità di negoziare questi temi nell'ambito di un quadro multilaterale, «nell'interesse sia dei paesi industrializzati sia di quelli in via di sviluppo». In tale contesto, si chiede che siano rispettati i principi relativi al trattamento speciale e differenziato per i Pvs, «tenendo presenti i periodi di transizione concessi per l'esecuzione degli impegni nonché la compatibilità con le loro capacità amministrative e istituzionali». I deputati sollecitano anche «un progresso pragmatico e graduale» negli ambiti non contemplati dall'Accordo, come le misure concernenti l'antidumping e le sovvenzioni, gli aspetti dei diritti di proprietà intellettuale attinenti al commercio (Trips), la dimensione ambientale del commercio internazionale e, come già accennato, le indicazioni geografiche. In merito all'accordo Trips, inoltre, la relazione sottolinea che, nel quadro dei negoziati dell'Omc, «un'attenzione maggiore deve essere accordata alla protezione e al rispetto dei diritti della proprietà intellettuale» e deplora che molti membri dell'Omc «ancora non combattono sufficientemente la contraffazione o la pirateria commerciale». Riforma dell'Omc e ruolo del Parlamento europeo Nel sollecitare il massimo impegno da parte di tutti gli interessati per conseguire un accordo sulla nomina di un nuovo Direttore generale dell'Omc per la data prevista di maggio 2005, i deputati sottolineano la necessità di una «profonda riforma dell'Omc» al fine di creare un'organizzazione «più efficace, aperta, democratica e trasparente» che preveda anche «un più profondo coinvolgimento politico nei negoziati». Le ulteriori riforme istituzionali richieste sono anche volte alla valorizzazione del ruolo delle istituzioni dell'Omc e al miglioramento del processo decisionale, del meccanismo di composizione delle controversie e del dialogo con la società civile. Nel ricordare poi la necessità di istituire relazioni più strette tra l'Omc ed altre organizzazioni internazionali, «come tappa essenziale del processo verso un modello diverso e più sostenibile di globalizzazione», i deputati ritengono che tutti i membri dovrebbero necessariamente rispettare le norme dell'Organizzazione internazionale del lavoro. Pur sostenendo che sia «assolutamente indispensabile» una stretta collaborazione tra l'Ue e gli Stati Uniti la relazione insiste tuttavia affinché continui ad essere di massima importanza l'inclusione nel processo decisionale di tutti gli Stati membri dell'Omc, in particolare i gruppi G-20 e G-90. Infine, nel perorare «l'istituzionalizzazione dei parlamenti nell'ambito dell'Omc» al fine di «potenziare la legittimità democratica e la trasparenza nell'ambito dei negoziati», i deputati ritengono necessaria una stretta collaborazione tra tutte le istituzioni europee per ottenere risultati soddisfacenti. Pertanto, al Consiglio e alla Commissione, è chiesto di continuare ad informare puntualmente il Parlamento, anche nel corso dei negoziati del ciclo di Doha e durante la Conferenza ministeriale a Hong-kong, nonché «di associarlo alle future discussioni e di assicurargli l'accesso ai documenti del Comitato 133» (comitato sulla politica commerciale, cui partecipano rappresentanti della Commissione e degli Stati membri).
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