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Notiziario Marketpress di Mercoledì 11 Maggio 2005
 
   
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  PROGETTO ANTISTAX BENESSERE DELLE GAMBE PREVENZIONE, IL PRIMO PASSO PER LA SALUTE E LA BELLEZZA DELLE GAMBE  
   
  Teleangectasie, varicosità extrasafeniche e varici safeniche sono le principali patologie legate all’insufficienza venosa degli arti inferiori. L'universo femminile risulta esserne quello maggiormente colpito con un rischio circa 4 volte superiore rispetto a quello maschile. La possibilità aumenta in caso di gravidanza con un’incidenza 1,3 volte superiore per chi ha avuto 1 gravidanza e 1,5 volte superiore in caso di 2 o più gravidanze. Questi alcuni dati dell’indagine epidemiologica presentata dal Professor Roberto Chiesa, Direttore della Cattedra di Chirurgia Vascolare dell'Università Vita e Salute San Raffaele di Milano, durante la conferenza stampa svoltasi a Milano in occasione dell'avvio della quarta edizione del Progetto Antistax Benessere delle Gambe, promosso da Boehringer Ingelheim Italia e finalizzato a sensibilizzare la popolazione verso una corretta prevenzione delle patologie vascolari, in particolar modo dell’insufficienza venosa agli arti inferiori. Lo studio ha coinvolto un campione di circa 19.000 persone che si sono sottoposte spontaneamente ad una visita flebologica gratuita durante la primavera-estate 2004, nel corso della 3^ edizione del Progetto Antistax Benessere delle Gambe. “Lo studio conferma, dandone anche il grado d’incidenza, che ad aumentare il rischio di sviluppare la patologia intervengono diversi fattori quali la familiarità, l’età ed il tipo di attività fisica svolto.” – ha spiegato Chiesa – “In particolare l’indagine ha messo in evidenza come la patologia colpisca le giovani donne (già a partire dai 30 anni), un problema di salute ed estetico che può essere ovviato attraverso un’accurata prevenzione.” Un dato in controtendenza rispetto a quanto emerso da studi realizzati negli anni precedenti riguarda la provenienza geografica: rispetto al passato, infatti, vivere al nord secondo questi ultimi dati rappresenta un fattore di rischio 1,4 volte superiore rispetto alle donne del sud Italia. Nonostante l'insufficienza venosa sia un problema molto diffuso, tende, tuttavia, ad essere sottovalutato. “I sintomi soggettivi sono rappresentati in primo luogo dal senso di pesantezza, dalla presenza di crampi notturni e dal prurito.” – ha spiegato il Professor Giancarlo Bracale, Direttore della Cattedra di Chirurgia Vascolare dell’Università degli Studi di Napoli “Federico Ii” – “Da un punto di vista obiettivo è facile rilevare a fine giornata la presenza di edema, localizzato al terzo inferiore di gamba, o di teleangectasie e varici reticolari più evidenti nelle persone di pelle chiara.” “Uno stato di insufficienza venosa non curato – ha continuato il Prof. Bracale - può portare alla stasi venosa che, nel tempo, determina una serie di alterazioni cutanee che vanno dall’atrofia bianca all’ipodermite cronica fino alla più grave ulcera venosa. Tra le complicazioni – ha aggiunto - non sono rare le varicoflebiti che si manifestano con la formazione di un nodulo duro in corrispondenza di un gozzo varicoso.” “In questi casi l’unica soluzione è rappresentata dall’intervento chirurgico” – è intervenuto il Professor Carlo Setacci - Direttore Dipartimento di Chirurgia Generale e Specialistica Struttura Complessa e Scuola di Specializzazione in Chirurgia Vascolare dell’Università di Siena Numerose sono le tecniche chirurgiche utilizzate per la correzione dell’insufficienza venosa superficiale, alcune più datate, altre d’avanguardia.  
     
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