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Notiziario Marketpress di Mercoledì 11 Maggio 2005
 
   
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  IL CASO FUNAMBOL: DALL’ITALIA ALLA SILICON VALLEY PER SCOPRIRSI LEADER DEL MOBILE OPEN SOURCE INCONTRO CON L’IMPRENDITORE FABRIZIO CAPOBIANCO  
   
  Varese,11 maggio 2005. É la dimostrazione che la cultura imprenditoriale italiana può essere linfa vitale per sviluppare imprese che spiccano anche a livello internazionale. E la prova che non esistono settori preclusi, a priori, agli italiani che lavorano con spirito innovativo, grinta, capacità in un mercato globale. “Funambol” è senza dubbio un’impresa che “fa scuola”. Un caso che la Facoltà di Economia dell’Università dell’Insubria via Ravasi 2 e il centro servizi alle imprese Bic La Fucina presentano agli studenti nel corso di un incontro aperto al pubblico e alla stampa, mercoledì 11 maggio Aula 4.01, dalle 14.00 alle 16.00. “Questo appuntamento – spiega il Prof. Alberto Onetti, docente di Economia e Gestione delle Imprese Internazionali nell’università lombarda – è utile anche per gli imprenditori locali che oggi vivono il problema della riconversione di attività in settori ormai maturi. Già da tempo stiamo ospitando a Varese le testimonianze di manager d’eccellenza, da Michele Bauli a Massimo Zanon e Maurizio Clerici de “I Grandi Viaggi”, protagonisti di una recente “lezione” aperta. Il nostro scopo è di illustrare agli studenti la più vasta gamma possibile di esperienze e allo stesso tempo offrire l’opportunità di un confronto costruttivo a tutti gli interessati”. Ospite del pomeriggio sarà Fabrizio Capobianco, fondatore e ora amministratore delegato di Funambol Group, che ha accolto con entusiasmo l’invito del Prof. Onetti. Il manager racconterà la sua avventura imprenditoriale che è di fatto la storia di come un software made in Italy, a sorpresa, diventa uno standard mondiale nel campo della telefonia mobile e della sincronizzazione dei dati. Un percorso di internazionalizzazione, consolidatosi anche grazie al supporto di Bic La Fucina, che ha portato oltreoceano il fresco ingegnere italiano, l’ha aiutato a proporre il suo prodotto innovativo all’insegna del wireless e dell’open source e che oggi lo vede corteggiato dai principali Venture Capital californiani. “In questo momento in cui si discute della crisi del sistema Italia e ci si confronta con le problematiche della delocalizzazione” – commenta il docente Alberto Onetti – “presentare esperienze italiane che affrontano l’internazionalizzazione in termini attivi è utile, non solo per il morale. Funambol è un caso di un’azienda instant international, ossia una start up che fin da subito si è rivolta ai mercati internazionali, senza attendere l’affermazione sul mercato domestico”. “Non dobbiamo stupirci troppo dei risultati di Funambol” – spiega Fabio Terragni, Amministratore Delegato di Bic La Fucina – “Nei progetti di internazionalizzazione in cui li abbiamo supportati, Capobianco ci ha sempre convinto per la sua determinazione. Ha saputo rendersi credibile negli Usa, in un settore non tipicamente italiano, grazie alle sue competenze e alla capacità di sfruttare a fondo tutte le opportunità che ha trovato in Italia e in America”.  
     
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