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Notiziario Marketpress di
Venerdì 13 Maggio 2005
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MONTEFIBRE: IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE APPROVA LA RELAZIONE TRIMESTRALE AL 31 MARZO 2005 I RICAVI NETTI DEL GRUPPO SONO CALATI DEL 5,1% RISPETTO AL PRIMO TRIMESTRE DELL’ANNO PRECEDENTE |
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Di seguito, sono riassunti i principali dati economico-finanziari della relazione trimestrale al 31/3/2005 del Gruppo Montefibre, che è stata predisposta con gli stessi principi contabili adottati per la redazione del bilancio consolidato dell’anno 2004:
(in milioni di euro) | 31.3.2005 | 31.3.2004 | Ricavi netti | 102,3 | 107,8 | Margine operativo lordo | (0,1) | 5,0 | Risultato operativo | (3,9) | 0,7 | | 31.3.2005 | 31.12.2004 | Indebitamento finanziario netto | 42,4 | 41,8 | Il Consiglio di amministrazione, riunitosi il 4 maggio 2005, ha approvato la Relazione trimestrale al 31 marzo 2005 del Gruppo Montefibre. Si rileva che i dati di raffronto al 31 marzo 2004 utilizzano il metodo Lifo per la valutazione delle rimanenze, anziché il costo medio ponderato applicato a fine 2004; con quest’ultimo metodo di valutazione, il margine operativo lordo e il risultato operativo al 31 marzo 2004 sarebbero stati inferiori di 1,1 milioni rispetto a quelli pubblicati. I ricavi netti del Gruppo sono calati del 5,1% rispetto al primo trimestre dell’anno precedente, con una maggiore incidenza delle esportazioni verso le aree extraeuropee, che sono passate da 48,7 milioni (45,1% del totale nel primo trimestre 2004) a 61,3 milioni (60,0% del totale nel primo trimestre 2005). I ricavi da fibre acriliche, pari a 93,8 milioni, sono cresciuti del 6,8% rispetto agli 87,8 milioni del primo trimestre 2004, con un calo del 7,4% dei volumi venduti e un incremento del 14,2% per prezzi. I ricavi da fibre poliestere, pari a 8,3 milioni, sono diminuiti, rispetto ai 18,7 milioni del primo trimestre 2004, per la riduzione dei volumi di vendita (-62,8%) indotta dalla fermata delle produzioni di Acerra nel corso del mese di aprile dell’anno scorso, mentre la variante prezzi è stata positiva del 7,2% anche per effetto del mix dei prodotti venduti. I maggiori prezzi di vendita non sono stati, peraltro, sufficienti a compensare il notevolissimo incremento dei costi delle materie prime, che è stato superiore al 40% per quelle delle fibre acriliche e di circa il 50% per quelle delle fibre poliestere prodotte sulle linee short spinning. Complessivamente, i costi per acquisti, prestazioni e diversi sono rimasti sostanzialmente stabili (+0,8%), poiché la riduzione dei volumi ha bilanciato l’aumento dei prezzi di acquisto di materie prime ed energia. Il costo del lavoro è sceso dai 13,3 milioni del primo trimestre 2004 a 11,7 milioni. Nel primo trimestre del 2005 l’organico medio è risultato pari 1.164 unità (di cui 876 operative), a fronte delle 1.282 unità (di cui 1.058 operative) nel corrispondente periodo del 2004. Gli ammortamenti sono ammontati a 3,8 milioni, in riduzione di 0,5 milioni rispetto a quelli del primo trimestre 2004 per il minor valore dei cespiti sostanzialmente legato alla svalutazione dei nuovi impianti di Acerra, operata nel bilancio 2004. L’indebitamento finanziario netto è rimasto pressoché invariato (42,4 milioni contro 41,8 di fine 2004), a fronte di un cash flow operativo praticamente nullo. La scadenza del cosiddetto “accordo multifibre” e la liberalizzazione delle importazioni di prodotti tessili dalla Cina, avvenute col primo gennaio di quest’anno, hanno concorso a determinare una forte riaccelerazione del calo dei consumi di fibra acrilica in Europa, in controtendenza con i dati e le previsioni precedenti, che indicavano un rallentamento del trend di discesa; le consegne di fibra acrilica in Europa Occidentale da parte dei produttori europei hanno, infatti, subito nel primo trimestre una riduzione del 29% rispetto al corrispondente periodo dell’anno scorso, ma il calo in Italia ha addirittura raggiunto il 37,5%. La riduzione delle vendite in Europa non ha potuto essere compensata da incrementi nelle esportazioni fuori Europa, che sono anzi diminuite del 3,2%, a causa della perdita di competitività indotta dall’elevato livello del cambio euro/dollaro. Pertanto le vendite complessive dei produttori dell’Europa Occidentale sono diminuite, nel mondo, di quasi il 10%. Per le fibre poliestere, le consegne dei produttori europei in Europa Occidentale sono state, nel primo trimestre, inferiori di circa il 19% a quelle del corrispondente periodo dello scorso anno. Ovviamente questo dato è fortemente influenzato dal drastico calo delle vendite di Montefibre, conseguente alla fermata delle produzioni di fibra tradizionale ad Acerra, ma anche le consegne degli altri produttori europei in Europa Occidentale hanno, comunque, avuto un calo vicino al 10% rispetto allo scorso anno, segno di un indebolimento della competitività dell’industria europea anche nel poliestere. In questi scenari di mercato, non è stato possibile recuperare integralmente sui prezzi di vendita i già citati fortissimi incrementi di costo delle materie prime, generando nel primo trimestre 2005 una considerevole riduzione del margine lordo di Gruppo rispetto allo scorso anno, anche per il peggioramento del mix geografico delle vendite. Per il secondo trimestre, il risultato operativo consolidato è previsto sostanzialmente in linea con quello del primo trimestre. Infatti, per quanto riguarda l’attività fibre acriliche, in un quadro di quotazioni della principale materia prima, l’acrilonitrile, sempre in tensione, proseguirà nel secondo trimestre, pur in presenza di forti resistenze nei mercati di sbocco, il recupero dei prezzi di vendita, con modesti miglioramenti degli attuali, insoddisfacenti valori dei margini unitari. Tuttavia, il forte calo in atto dei volumi di vendita nei mercati domestici e una possibile diminuzione dei volumi complessivi, indotta dalla politica commerciale di recupero delle quotazioni di mercato della fibra, non consentiranno significativi miglioramenti del margine operativo lordo del business acrilico. Quanto alla fibra poliestere per auto, il forte rincaro della materia prima di quest’ultimo periodo sposta al secondo semestre l’obiettivo di margini lordi positivi. In questo difficile scenario, non si prevedono comunque variazioni significative per quanto concerne la posizione finanziaria netta a livello consolidato.
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