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Notiziario Marketpress di
Lunedì 22 Marzo 2004
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LISSONE OSPITA LE VIE DELL’AVANGUARDIA NELLE COLLEZIONI DELLA CITTÀ DI LOCARNO DA ARP E PICASSO A MIRÒ E APPEL |
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Milano, 22 marzo 2004 - La Città di Locarno è stata uno degli snodi dell’avventura artistica contemporanea: qui hanno vissuto per lungo tempo protagonisti dell’avanguardia come Jean Arp, Hans Richter, Julius Bissier; da qui è partito Nesto Jacometti, stampatore e collezionista leggendario; non lontano, sul Monte Verità di Ascona, si è formata una comunità di artisti e intellettuali che ha addirittura proposto un modo di vita a contatto con la natura oggi considerato pionieristico. Nel tempo la Città di Locarno, grazie ad importanti e consistenti donazioni e lasciti, si è arricchita di una collezione di opere d’arte che consente di ripercorrere, attraverso molte figure salienti, pressoché tutta la vicenda dell’avanguardia storica internazionale. La mostra si propone di raccontare, attraverso esempi di rilievo, la vicenda di Locarno come città d’arte, allo snodo di confluenze cosmopolite che ne hanno determinato la fisionomia tutta particolare grazie anche alle attività di Casa Rusca, il luogo espositivo della città. In stretta collaborazione con i Servizi Culturali della Città di Locarno, dal fondo Jacometti, dalla collezione Arp e dagli altri nuclei delle collezioni cittadine sono stati identificati lavori che consentono di documentare con ampiezza l’avanguardia parigina d’inizio secolo (Pablo Picasso, Georges Braque, Fernand Léger, Henri Matisse, Pierre Bonnard, André Derain, Jacques Villon, Henri Laurens, Alberto Magnelli, Ossip Zadkine, Gino Severini); la grande stagione del dadaismo e del surrealismo (Jean Arp, Joan Mirò, Max Ernst, Francis Picabia, Kurt Schwitters, Sophie Taeuber-arp, Willi Baumeister, Jonny Friedlaender, Wilfred Lam, Meret Oppenheim, Hans Richter); la grande astrazione nata intorno al Bauhaus (Theo Van Doesburg, Fritz Glarner, Camille Graeser, Jean Gorin, Friedrich Vordemberge-gildewart, Sonia Delaunay, Johannes Itten, Richard Paul Lohse, Josef Albers, Julius Bissier, Alexander Calder); e l’informale del dopoguerra (Karel Appel, Corneille, Maurice Estève, Camille Bryen, Jean Lurçat, Alfred Manessier, Zoran Antonio Music, José Ortega, Italo Valenti, Zao Wou Ki, Edouard Pignon, Gérard Schneider, Gustave Singier, Varlin). Oltre settanta sono le opere selezionate da Flaminio Gualdoni e Luigi Cavadini che comprendono dipinti, sculture, arazzi, opere su carta, in una panoramica varia e diffusa che si estende su quasi tutto il ‘900 proponendo artisti di primo piano di tutta Europa. Interessante è scoprire come l’ultima sezione della mostra, quella dedicata all’informale, introduca quasi naturalmente alla collezione lissonese, nata proprio negli anni dell’informale, creando un ponte ideale tra la vicenda dei due centri, Locarno e Lissone, accomunati da una vicenda fondamentale della storia dell’arte internazionale. Il catalogo che accompagna la mostra e riproduce tutte le opere esposte è introdotto da due testi dei curatori della rassegna: Flaminio Gualdoni approfondisce il tema delle avanguardie con riferimento alle opere esposte, mentre Luigi Cavadini affronta la vicenda storica dei due nuclei principali delle Collezioni della città di Locarno, la Donazione Jean e Marguerite Arp e il Lascito di Nesto Jacometti. La mostra, che si apre al pubblico il 18 aprile, resterà aperta fino al 20 giugno con i seguenti orari: da martedì a venerdì 15.00-20.00, sabato e domenica: 10.00-22.00, lunedì chiuso.
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