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Notiziario Marketpress di Lunedì 16 Maggio 2005
 
   
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  CABLECOM ACCOGLIE FAVOREVOLMENTE LA DECISIONE DEL TRIBUNALE FEDERALE CONTRO LA FUSIONE DI SWISSCOM CON IL GRUPPO CINETRADE, ATTIVO NEL SETTORE CINEMATOGRAFICO E DELLA PAY TV.  
   
   Zurigo, 16 maggio 2005 - In data 11 maggio 2005 il Tribunale federale ha emanato una decisione superprovvisionale che vieta a Swisscom e Cinetrade di operare la fusione preannunciata nell’autunno 2004. Nel marzo 2005 la Commissione della concorrenza aveva approvato incondizionatamente il progetto di fusione. Con la decisione del Tribunale Federale viene ora fatto divieto all’ex monopolista Swisscom ed a Cinetrade di porre in atto la preannunciata fusione. Cablecom aveva espresso notevoli riserve nei confronti dell’autorizzazione alla fusione di Swisscom con il Gruppo Cinetrade (attivo nel settore cinematografico e della Pay Tv), concessa dalla Commissione della concorrenza e aveva presentato ricorso presso le istanze giuridiche competenti. Nella disposizione del Tribunale Federale cablecom trova ora una conferma del proprio parere, secondo cui il progetto di fusione sfocerebbe in strutture di mercato molto sfavorevoli per i consumatori. Swisscom dispone dell’unica rete di telecomunicazione estesa a tutto il territorio svizzero, mentre Cinetrade, tramite Teleclub, controlla gran parte dei contenuti televisivi a pagamento in virtù di contratti esclusivi. Cinetrade per mezzo della catena cinematografica Kitag (Kino Theater Ag), domina la programmazione dei film nelle sale cinematografiche della Svizzera tedesca ed è molto attiva nel settore della distribuzione di Dvd con l’affiliata Plazavista. Un articolo recentemente pubblicato sulla “Nzz am Sonntag ” faceva riferimento a “prezzi del cinema alle stelle” in Svizzera. Se ai fornitori di programmi ed agli operatori di reti via cavo venisse impedito anche in futuro l’accesso a contenuti interessanti da parte di Cinetrade, i primi a subirne le conseguenze sarebbero i consumatori svizzeri, con prezzi eccessivi o possibilità di scelta carenti. Dal punto di vista del settore via cavo ciò comporta una distorsione della concorrenza ed è molto allarmante sotto il profilo della politica dei media.  
     
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