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Notiziario Marketpress di Lunedì 22 Marzo 2004
 
   
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  SEICENTO INQUIETO ARTE E CULTURA A RIMINI FRA CAGNACCI E GUERCINO RIMINI, CASTEL SISMONDO, 27 MARZO - 27 GIUGNO 2004  
   
  Rimini, 22 marzo 2004 - Più di diecimila pezzi esaminati per giungere ad una selezione di 250 capolavori di pittura, ma anche di scultura, oreficeria e arti applicate: un tesoro che sarà esposto nella grande mostra “Seicento inquieto. Arte e cultura a Rimini fra Cagnacci e Guercino”. Sede dell’esposizione sarà, dal 27 marzo al 27 giugno 2004, Castel Sismondo, la Rocca Malatestiana di Rimini. A proporla è la Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini, la medesima istituzione cui si debbono il restauro e la riapertura della Rocca inaugurata nel 2001 con la fortunata mostra dedicata alla Signoria dei Malatesta che vi ebbe sede. “Seicento inquieto” è “firmata” da Jadranka Bentini, Andrea Emiliani, Angelo Mazza, Antonio Paolucci, Pier Giorgio Pasini, Enzo Pruccoli ed è promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio in collaborazione con la Soprintendenza per i beni artistici e demoantropologici, Bologna, il Comune, la Diocesi e la Provincia di Rimini e la Regione Emilia-romagna. Cinque anni di ricerche sono serviti per documentare, per la prima volta in modo veramente organico, un percorso artistico di assoluto livello in Europa, percorso la cui riscoperta e consacrazione sono relativamente recenti, risalendo al secondo dopoguerra. La cultura riminese del ‘600 si pose l’obiettivo di perpetuare e preservare, nella nuova sudditanza allo Stato Pontificio, gli splendori del Principato Malatestiano. Rimini come capitale culturale, quindi, in un posto di rilievo tra Roma e Bologna, punto di incontro e polo di attrazione artistica dell’intera costiera adriatica. Lo dimostrano chiaramente tanto la presenza di opere di artisti marchigiani, veneti e bolognesi, quanto lo stile dei due maggiori pittori locali, Guido Cagnacci e Giovan Francesco Nagli detto il Centino, che con il loro romantico naturalismo offrono una interpretazione originale delle correnti artistiche più moderne della prima metà del secolo. Altrettanto interessanti sono gli avvenimenti che caratterizzano la cultura letteraria e scientifica: dalla fondazione della Biblioteca Gambalunghiana (una delle più antiche biblioteche pubbliche d’Europa), alla pubblicazione delle prime storie cittadine, all’attività di numerose accademie, ai rapporti con personalità quali Galileo Galilei o Ignatio de Lojola. La mostra, articolata sui versanti dell’arte e della cultura, è composta da due parti, la prima ripercorre le vicende delle strutture religiose e civili e la cultura della città seicentesca, con documenti, volumi, stampe e varie strumentazioni; la seconda propone le opere d’arte più significative prodotte per la città e per il suo territorio, dovute a pittori come Giorgio Picchi, Palma il giovane, Pasquale Ottino, Pietro Ricchi, Pomarancio, Guerrieri, Guercino, Arrigoni, Cagnacci, Centino, e, ormai alla fine del secolo, Pronti e Leoni, cui si aggiungono sculture e preziose oreficerie. Alla pittura riminese del Seicento, che si è rivelata come uno dei fenomeni più interessanti e complessi dell’arte italiana, è riservata una sezione cospicua, che indaga anche sui suoi precedenti e sulla sua eredità. Molte opere sono state restaurate per l’occasione, e sono inedite o poco note pur provenendo dalla città e dal suo territorio perché conservate in località fuori mano; altre sono state richieste a musei e istituzioni italiane e straniere e a collezioni private. Infolink: www.Fondacarim.it  
     
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