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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 18 Maggio 2005
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2500, ANNO ZERO PER LE TERZE PARTI LINUX PARTONO ANCHE IN ITALIA I PROGRAMMI DEI FORNITORI TRADIZIONALI DESTINATI ALLE TERZE PARTI ATTIVI SUL FRONTE DEL SOFTWARE APERTO. SE NE PARLA IL 25 MAGGIO A LINUXWORLDEXPO ITALIA |
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Milano, 18 maggio 2005 - Hanno impiegato un po' di tempo per tradurre le enunciazioni generali in attività pratiche, ma ora sembra sia venuta l'ora. Anche in Italia i colossi informatici come Ibm, Hp e Sun iniziano a premere l'acceleratore sui programmi marketing e commerciali relativi a Linux rivolti alle terze parti. Stante anche la struttura dell'economia e della società nazionale, basata su realtà al 99 per cento piccole e piccolissime, da sempre il tessuto connettivo dell'It italiana sono le terze parti (distributori, Var, rivenditori, system integrator di piccole dimensioni, software house a progetto). Ora che le aziende che gestiscono le due più grandi reti di terze parti in Italia, anche se non in esclusiva, decidono di rivolgersi ad esse con un'offerta Linux-based, si può forse dire che siamo arrivati all'anno zero dell'open source nazionale come fenomeno economico. I programmi di Ibm e Hp, per Hp Elite Linux Partner Program, per Ibm una serie di iniziative la più più recente della quali è l'apertura del Linux Innovation Center in collaborazione con il distributore Avnet, pur se diversi nei dettagli condividono un approccio ad un tempo pratico e di lungo periodo. L'obiettivo iniziale è di avvicinare le terze parti che hanno già espresso interesse verso l'open source con un'offerta di cooperazione marketing e vendite e una di servizi specifici per il mondo Linux. L'attenzione è mirata alla costruzione di soluzioni ad-hoc per i clienti, utilizzando un approccio misto tra modalità di sviluppo tradizionale e collaborativo tipica della comunità open source. I puristi di soolito storcono il naso di fronte a questa strategia, ma probabilmente i fornitori tradizionali non hanno altra strada se vogliono uscire dal ristretto campo delle terze parte già Linux-oriented e nel lungo periodo reclutare altre aziende con un business tradizionale. Per una software house, ma anche per un Var e in musura minore per un system integrator e un rivenditore puro, passare da un business legato alla vendita di licenze a uno basato per forza di cose sui servizi costituisce un passaggio di modello che non viene intrapreso a cuor leggero: i margini nei due casi sono diversi, soprattutto per gli investimenti in personale necessario a tempo pieno. Linuxworldexpo Italia, versione nazionale dell'evento di settore più importante a livello mondiale, fa il punto su questa fase nuova della diffusine dell'open source nel nostro Paese in una sessione dedicata nel pomeriggio del 25 maggio. Organizzato da Wireless in collaborazione con la rivista Computer Dealer & Var ( ,la sessione Linux for Trade, moderata da Valerio Mariani, comprenderà una tavola rotonda che metterà a confronto fornitori e diverse categorie di operatori del trade, e, nella seconda parte, tre interessanti case histories relative a progetti open source gestiti da partner di canale.
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