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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 18 Maggio 2005
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OM, PIANTE SECONDO NATURA |
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Un’oasi operosa, in cui la vita scorre secondo natura. E’ l’universo di Om, Officinali Montaùto, azienda agricola biologica in provincia di Grosseto, tra Capalbio e Saturnia, che in 130 ettari di terreno coltiva amorevolmente, o lascia che crescano spontaneamente, le piante classiche della Maremma toscana. Per ricavarne poi – sempre con il marchio Om - oli essenziali, tisane, miele, olio, tinture madri, cosmetici. Tutto nasce da una passione, che si è fatta intuizione imprenditoriale. Luigi e Alessia Scognamiglio, giovane coppia milanese, dopo aver vissuto a Hong Kong e a Londra, sulla scia di business assai diversi da quello attuale, con Om sono riusciti a dare forma a un loro sogno. Da sempre appassionati di piante, delle piante hanno fatto oggi il proprio lavoro, producendole in un terreno che si è voluto incolto e vergine, perché recepisse al meglio le colture biologiche e le tecniche biodinamiche. Il loro ampio appezzamento nella Maremma più selvatica e antica - in località Santa Barbera di Montaùto – ha una precisa identità toscana, ed italiana, rafforzata dalla scelta di mantenere saldo il rapporto col territorio: niente piante esotiche, per intenderci, ma solo coltivazioni proprie della macchia mediterranea. Le piante della tenuta di Montaùto – raccolte nella stagione e nell’ora più propizia – vengono lavorate, cioè distillate o essiccate, in laboratori distanti pochi passi dai campi. Senza lunghi spostamenti, senza sbalzi termici, senza attese che alterino la freschezza dei fiori e delle foglie, la qualità del lavorato risulta eccelsa. Ed eccelsi sono gli oli essenziali di Om: melissa, timo, cipresso, lavanda, alloro, mirto… Nel complesso, si coltivano a Montaùto oltre 30 erbe della macchia mediterranea, che ritroviamo nella ristretta, selezionata, linea di trattamenti per la pelle di Om, nelle sue tisane e nelle sue tinture madri. Che gli ingredienti dei cosmetici Om siano di rigorosa coltivazione biologica rappresenta un plus di valore: spesso si ignora infatti che il veleno di un antiparassitario viene assorbito, addirittura ‘bevuto’, dal fiore e dalla pianta, e di lì trapassa nell’essiccato, nel distillato, e poi nel trattamento che mettiamo sul viso, in una micidiale trasmissione di tossicità.
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