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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 18 Maggio 2005
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“STORIA DI KAROL” DALLA CARTA STAMPATA ALLA FICTION PRESENTATO IL VOLUME DEL VATICANISTA GIAN FRANCO SVIDERCOSCHI CHE HA ISPIRATO LA FICTION “KAROL – UN UOMO DIVENTATO PAPA” |
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Roma, 18 maggio 2005 - Lunedì 16 maggio si è tenuto il secondo degli incontri, promossi dall’Opera Romana Pellegrinaggi, con le più recenti opere letterarie dei giornalisti vaticanisti dedicate al Santo Padre Giovanni Paolo Ii e ai problemi della Chiesa. In vetrina il volume “Storia di Karol”, del vaticanista ed ex vicedirettore de "L'osservatore Romano" Gian Franco Svidercoschi. Il recente successo della miniserie televisiva trasmessa in prima serata da Canale 5, “Karol – Un uomo diventato Papa”, ha riacceso l’attenzione dell’opinione pubblica nei confronti di un Karol Wojtyla poco conosciuto. Quel giovane “Lolek”, appassionato di sport e recitazione, operaio e seminarista clandestino nella Polonia occupata dai nazisti. Il Wojtyla prete, vescovo e cardinale in una cattolicissima Cracovia oppressa dal regime comunista. Del giovane Karol Wojtyla, ma anche dell’anziano Giovanni Paolo Ii e dei suoi ricordi, hanno discusso, alla presentazione del volume, monsignor Liberio Andreatta, amministratore delegato dell’Opera Romana Pellegrinaggi, monsignor Pawel Ptasznik, responsabile della sezione polacca della Segreteria di Stato, Giacomo Battiato, regista della fiction “Karol- Un uomo diventato Papa”, il vaticanista del “Il Messaggero” Orazio Petrosillo e Gian Franco Svidercoschi, autore del libro “Storia di Karol” (Ancora Edizioni), dal quale è stata tratta la miniserie televisiva. Monsignor Pawel Ptasznick responsabile della sezione polacca della Segreteria di Stato, ha spiegato: “Lo sviluppo interiore del giovane Wojtyla, secondo Svidercoschi, risale alle radici della sua vocazione. E’ un racconto sciolto e interessante, ma anche molto impegnativo perché l’autore non arriva a conclusioni né fornisce risposte: lascia questo compito al lettore, inducendolo a una riflessione personale. Ripensando al libro e alla vita di Wojtyla mi viene in mente una provocazione: il teatro e la letteratura classica sono stati un hobby o anche un’arma contro il Nazismo?”. Giacomo Battiato regista della fiction “Karol- Un uomo diventato Papa” ha invece confessato: “Conoscevo così poco il Papa che non volevo fare il film. Dissi a Svidercoschi che era una follia, il Papa era ed è un personaggio troppo complesso nella nostra storia. L’ho rifiutato per molto tempo, poi Svidercoschi ha insistito talmente tanto che ho dovuto accettare: è stato il mio mentore. La lettura del libro è stata il punto di partenza, poi mi sono documentato con altre fonti ma ho notato che tutte alla fine mi riconducevano al volume. La grandezza di questo libro è la sua semplicità. Non volevo realizzare questo film e invece è stata la cosa più importante dal punto di vista professionale e umano che ho fatto. Conoscere il passato di Wojtyla fa capire tante cose, mette in luce tanti aspetti della sua vita e del suo pensiero. Con lui ho sc.Operto l’importanza di tutto il popolo polacco per l’Europa, e questo film è stato anche il mio ringraziamento per la Polonia”. Gian Franco Svidercoschi, autore del libro “Storia di Karol”, ha concluso così il suo intervento: “Ho scritto questo libro nel 2001, mentre il pontificato di Giovanni Paolo Ii si avviava al tramonto. Ho capito la necessità di tornare alle origini per comprenderne la grandezza. Rileggendo gli anni della sua adolescenza ho capito come gli eventi del nazismo e comunismo, vissuti da lui in prima persona, ne hanno poi segnato gli anni successivi. Se rileggessimo i commenti della stampa del primo anno di pontificato di Wojtyla, vedremmo come venivano usati sempre dei parametri: conservatore o progressista, destra o sinistra e via dicendo. Ma lui ha spiazzato tutti, non rientrando in nessuno tra questi criteri e non accettando che l’Europa e l’uomo fossero divisi tra due superpotenze. All’epoca si giudicarono i primi suoi viaggi con superficialità, perché non si conosceva il suo passato. Giovanni Paolo Ii ha cambiato la mentalità, ha fatto una rivoluzione nei cuori: ora deve essere riletto e amato nelle sue origini polacche. Ha avvicinato il cielo e la terra, il sacro e il profano ed è questa la grande eredità che ci lascia”. L’appuntamento ha preceduto di tre giorni la proiezione del film, il 19 maggio in Vaticano alla presenza di Papa Benedetto Xvi, in occasione di quello che avrebbe dovuto essere l’85esimo compleanno di Giovanni Paolo Ii. Il prossimo appuntamento è in programma lunedì 6 giugno con la presentazione del libro “Tramonto del Cristianesimo in Palestina” di Elisa Pinna, vaticanista dell’Ansa
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