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Notiziario Marketpress di
Lunedì 22 Marzo 2004
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CITTA’ DELLA GIUSTIZIA: UN NUOVO POLO IN PROJECT FINANCING AL POSTO DI SAN VITTORE E DEL TRIBUNALE PER IL PROGETTO UN CONCORSO INTERNAZIONALE |
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Milano, 22 marzo 2004 - L’assessore allo Sviluppo del Territorio Gianni Verga è intervenuto al workshop Città della Giustizia, tenutosi a Palazzo Reale. Sono intervenuti oltre al Sindaco di Milano Gabriele Albertini, il presidente Sottocommissione Carceri Stefano Carugo, il presidente del Consiglio Comunale di Milano Giovanni Marra, il presidente Commissione Giustizia della Camera On. Gaetano Pecorella, il presidente del Tribunale di Milano Vittorio Cardaci, il capo dipartimento Amministrazione Penitenziaria di Milano Giovanni Tinebra, il provveditore Regionale Amministrazione Penitenziaria Lombardia Felice Bocchino, il presidente Ordine degli Avvocati di Milano Paolo Giuggioli e i componenti della Sottocommissione Carceri on. Alberto Garocchio e Sandro Antoniazzi. L’assessore Verga ha affrontato il tema del nuovo polo della giustizia a cui il Comune sta lavorando per ovviare al problema del Carcere di San Vittore e del Tribunale che oggi soffrono di grandi criticità. “E’ necessario rivedere l’intero sistema della giustizia a Milano – ha sottolineato l’assessore Verga - e concepire una gestione diversificata per chi sconta la pena allo scopo di consentire il recupero sociale del detenuto”. “Le criticità di San Vittore e del Tribunale ci spingono a considerare nuovi modelli di riferimento anche sotto il profilo finanziario e architettonico. Non escludiamo, infatti, sulla base di riuscite esperienze internazionali, di impiegare lo strumento del project financing e di favorire quelle progettazioni che consentono contemporaneamente di liberare spazi verdi e di risolvere problemi organizzativi e di sicurezza, come i grattacieli”. “Le nuove soluzioni saranno concordate con il Ministero che dovrà fornire nuovi standard di riferimento”. “Le aree finora considerate sono di proprietà Comunale o Statale, ma stiamo valutando anche altre ipotesi su Comuni dell’hinterland. Il Comune ha già messo a disposizione aree di sua proprietà per i cosiddetti carceri di Bollate e di Opera che, in realtà insistono sul territorio di Milano”. San Vittore Aperto nel 1879 inizialmente per ospitare 800 detenuti, San Vittore oggi ne ospita circa 1500. E’ il carcere di transizione dove confluiscono la maggior parte di coloro che sono sottoposti alla detenzione carceraria preventiva o definitiva provenienti da tutto il territorio del Comune di Milano e dai Comuni limitrofi. Da San Vittore passano anche coloro che sono in attesa di essere trasferiti in altri istituti carcerari come quello di Bollate o Opera. Oltre ai detenuti, si contano a centinaia le persone, fra addetti, assistenti sociali, operatori della giustizia, familiari che quotidianamente gravitano sull’istituto. Occupa un’area di 50 mila mq nel centro cittadino, è vissuto dalla città anche come una frattura urbanistica, ossia un grande recinto che interrompe le relazioni urbane. Palazzo di Giustizia Il Tribunale, costruito nel ventennio fascista, presenta numerosi problemi legati sia alla sua struttura sia alla sua accessibilità. Quotidianamente sono oltre 10 mila le persone fra gli addetti, cittadini e operatori che accedono agli spazi del Tribunale e alle sue funzioni collocate nei dintorni. La struttura oggi presenta considerevoli criticità: gli spazi non sono più adeguati sia in termini di sicurezza, sia per l’esercizio della stessa attività giudiziaria compresa quella di archiviazione degli atti. Lo stato del Palazzo, in condizioni fatiscenti con uffici sovraffollati, costringe giudici, avvocati, addetti, personale e cittadini a operare in uno stato di disagio non più sostenibile. La periodica affluenza alla struttura di migliaia di addetti genera, inoltre, un rilevante problema di traffico in una delle zone più critiche del centro cittadino: non ci sono né parcheggi sufficienti, né una fermata della metropolitana dedicata. In totale la dismissione del carcere di San Vittore e del Palazzo di Giustizia interessa circa 115 mila mq di aree nel cuore della città. La superficie degli edifici esistenti corrisponde a circa 285 mila mq di cui 75 mila mq nel complesso di San Vittore e 210 mila mq nel complesso del Tribunale e delle attività accessorie nel suo intorno. Un patrimonio significativo anche in termini dimensionali che, con il trasferimento di queste due funzioni, potrà essere restituito alla città e ai suoi cittadini. Il Nuovo Polo Della Giustizia A partire dallo studio per la localizzazione di nuove aree dove collocare San Vittore, (già illustrato al Ministero e alle Commissioni Territorio e Carceri), il Comune potrà sviluppare l’ipotesi per la localizzazione di un vero e proprio nuovo polo della giustizia che potrà includere oltre alle funzioni destinate alla detenzione anche quelle legate all’amministrazione della giustizia oggi sparse sul territorio cittadino. Un polo che potrà consentire di riorganizzare l’intero sistema della giustizia, di decentrare i servizi di scala cittadina e regionale, di generare processi di trasformazione e riqualificazione e di sgravare il centro della città da funzioni che provocano i maggiori disagi in termini di congestione di traffico. Un polo che, tuttavia, il Comune intende concepire non come una cittadella isolata dal resto della città ma come una sua parte integrante. A tale scopo il polo della giustizia potrà essere costituito, oltre che dal Tribunale e dal carcere, anche da residenze, attività commerciali e verde. Dovrà essere soprattutto ben collegato al resto della città: collocato nei pressi di una fermata del passante ferroviario o della metropolitana. Un vero e proprio nuovo polo di servizi ben più articolato della singola funzione di detenzione e rieducazione che verrà integrato in un progetto di riqualificazione più ampio e organico. Questa concezione e la facile accessibilità consentirebbe di comprendere, oltre al carcere e al Tribunale, anche gli uffici dei magistrati e gli studi degli avvocati, gli alloggi degli agenti della polizia penitenziaria, delle famiglie e di tutti coloro che necessiteranno di gravitare attorno al nuovo polo. L’istituto di detenzione potrà essere articolato in maniera funzionale alla gravità della pena con le diverse sezioni ben organizzate fra cui quella dedicata ai detenuti in attesa di giudizio. L’architettura dell’intero complesso potrà essere ispirata al principio della minor occupazione di suolo possibile a beneficio degli spazi verdi. Un criterio che privilegia soluzioni architettoniche innovative che potranno svilupparsi in altezza. Concorso Internazionale Di Progettazione Allo scopo di ottenere proposte di elevata qualità, per la progettazione di questi “grattacieli della giustizia” potrà essere bandito dal Comune di Milano un Concorso internazionale di progettazione, uno strumento che consentirà di dare risposte e soluzioni adeguate alle esigenze espresse. Project Financing Il nuovo polo della giustizia, anche sull’esempio di autorevoli e riuscite esperienze internazionali, potrà realizzarsi in project financing. In Gran Bretagna, ad esempio, sono già operanti otto carceri e un tribunale promossi e gestiti da privati che hanno comportato investimenti fino a 60 milioni di sterline, circa 100 milioni di euro, per progetto. La necessità di aprirsi a operatori privati ha anche obbligato il sistema della giustizia britannico a rivedere prassi consolidate, a introdurre procedure trasparenti e valutazioni motivate. Il meccanismo tariffario escogitato, che remunera oltre al costo iniziale di costruzione e al suo ammortamento la globalità dei servizi resi dai privati, ha incentivato il criterio dell’efficienza e della qualità del servizio e penalizzato inefficienze e negligenze. Sulla base di queste consolidate esperienze, è allo studio la possibilità di impiegare lo strumento del project financing per le funzioni complementari che potranno essere realizzate e gestite da operatori privati. Ad esempio, la stessa gestione dei servizi (sia del nuovo carcere sia dei nuovi spazi per la giustizia) potrà essere inserita in un progetto finanziario innovativo che gravi in minima parte sulle finanze delle amministrazioni pubbliche. Le Aree Lo studio per l’individuazione di queste prime possibili aree si era basato su alcune condizioni pregiudiziali quali: la dimensione non inferiore a 250 mila mq ovvero uno spazio idoneo per ospitare un nuovo polo integrato della giustizia comprensivo di verde e servizi; la proprietà pubblica (Comune, Stato, Enti Pubblici); la presenza di infrastrutture di trasporto pubblico e viabilità per consentire una facile accessibilità o migliorabile attraverso eventuali interventi non particolarmente costosi e realizzabili in tempi brevi. I criteri impiegati nell’individuazione di queste aree, sono stati: inserimento adeguato nel contesto urbano e ambientale; presenza di una pluralità di funzioni; capacità del nuovo intervento di favorire anche i processi di riqualificazione; coerenza e compatibilità con programmi e altri progetti in corso nella città. L’insieme di queste condizioni ha portato a individuare 9 aree situate esternamente al tessuto più urbanizzato e denso della città. 1. Ex Piazza d’armi; 2. Via Salomone – Via Bonfadini; 3. Viale Forlanini; 4. Via Manduria -Tangenziale ovest; 5. Via della Chiesa Rossa – Lambro meridionale; 6. Via Assidano; 7. Via Novara – Via Silla; 8. Via Molinetto – Tangenziale ovest. 9. Tangenziale ovest- confine Rho Settimo Milanese.
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